Galleria del Carbone
Ferrara
via del Carbone, 18/A
0532 761642 FAX 0532 761642
WEB
Jack Marlowe
dal 4/6/2005 al 19/6/2005
0532 761642 FAX 0532 761642

Segnalato da

Paolo Volta



approfondimenti

Jack Marlowe



 
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4/6/2005

Jack Marlowe

Galleria del Carbone, Ferrara

Fili oltre il giardino. Una trentina di opere prodotte dal 2000 ad oggi con la tecnica del ricamo piu' classico: ago e filo su canovaccio; alcuni pezzi 'spiazzanti' sono ottenuti con l'uso di sottilissime lamine metalliche e perle.


comunicato stampa

Fili oltre il giardino

Domenica 5 giugno alle ore 18,30 si apre la mostra personale ''fili ontre il giardino'' dell'artista inglese Jack Marlowe patrocinata dal Comune di Ferrara per la presentazione di Francesco Galassi e Caroline Sewards .

La particolare arte di Marlowe propone all'attenzione del visitatore una trentina di opere prodotte dal 2000 ad oggi con la tecnica del ricamo più classico: ago e filo su canovaccio; molto interessanti alcuni ''spiazzanti'' ottenuti con l'uso di sottilissime lamine metalliche e perle che costituiscono parte dell'ordito.

Le composizioni di Marlowe rappresentano nella prima parte della mostra soggetti realistici: giardini, paesaggi, marine, elementi naturali che diventano nella seconda parte più essenziali, sublimati così pure i titoli delle opere veri e propri testi poetici.

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Marlowe sembra un artista di primo impatto, nel senso che il suo lavoro si basa all’inizio tutto sul colore, l’effetto diretto che la mistura di tonalità diverse ha su chi l’osserva. Ma a veder bene, questa prima impressione si rivela incompleta, superficiale, perché quello che appare un semplice estetismo nasce invece da un calcolo deliberato, una preparazione attenta. In un certo modo, la passione di Marlowe per fiori e giardini ci da la metafora ideale per il suo lavoro. Ogni passo è organico, rappreso nel passo precedente ed a sua volta determinante quello successivo. Ci sono allo stesso tempo creatività e rigore, originalità e preparazione, gioco di colori ed attenta misurazione di toni e gradazioni che non si possono facilmente modificare.

Incontrammo Jack Marlowe poco più di una decina di anni fa, grazie ad un gatto sperduto che trovammo in mezzo alla strada a Leicester, città dove tutt’ora lui vive. Il gatto non era suo (stranamente, visto che ne aveva ben 12) ma da questo incontro nacque un’intesa tranquilla e duratura in cui Marlowe ci aiutò ad esplorare le mille meravigliose possibilità di un giardino inglese. Il miscuglio di colori e forme, così lontano dall’idea formale di giardino che si può riscontrare altrove, apriva possibilità a chi di giardini ne sapeva ancora poco. Marlowe riusciva ad impiantare un ordine chiaro, deciso, per ottenere poi un effetto casuale, quasi caotico. Nelle masse di fiori rigidamente strutturate si aprivano a sorpresa passaggi di indefinibili colori attraverso i quali arrivavano, sornioni, dinoccolati, i gatti. Il miracolo dei colori di Marlowe è questo, che da un ordine ben preciso, organico, riesce a trarre un effetto sorprendente, inatteso ma anch’esso stranamente coerente con quella struttura che all’inizio non si nota.

I lavori esposti in questa sua prima mostra in Italia presentano appunto quell’ordine delle idee che genera un glorioso effetto di colori, un’inattesa esplosione di simmetrie e sorprese che si può solo ottenere attraverso l’attenta preparazione di un lavoro e resta però sempre suscettibile di modifiche a seconda di come se ne sviluppano i temi. Opportunista come un gatto, Marlowe sa prendere l’evanescente colorazione di un fiore per creare una sua geometria che non chiede di significare nulla oltre il semplice, fondamentale piacere di vedere forme note aprirsi in colorazioni nuove.

maggio 2005
Francesco Galassi e Caroline Sewards

note biografiche di Jack Marlowe

Nasce a Londra l’11 agosto 1936. La madre è una ricamatrice e ritrattista di origine polacco-ungherese. Il padre, medico, è un ebreo russo. La famiglia vive a Notting Hill, quartiere della media borghesia, dove rimane durante tutta la guerra nonostante i bombardamenti. Una buona parte dell’infanzia è passata in giro per i giardini delle case degli sfollati, dove Jack sente le piante abbandonate come ''vittime della guerra'' e decide di prendersene cura, provando ad innaffiare e potare come può. Nasce qui una passione che gli rimane tuttora. Inizia la scuola alla Marylebone Grammar School. Sotto la guida della madre comincia a lavorare con gli acquarelli.

Nel 1948 il padre per motivi di lavoro trasferisce la famiglia a Leicester, città industriale al centro dell’Inghilterra. Jack continua la scuola alla Alderman Newton Boys’ School, dove nel 1953 vince una borsa di studio per la laurea in Grammatica Inglese alla prestigiosa Università di Cambridge. Il padre gli impone di rifiutarla e mettersi a studiare medicina. Questa crisi, che allora gli parve ''la fine del mondo'', porta all’abbandono degli studi. L’anno dopo acquista un negozio di alimenti kascer a Highfield Street, il cuore del quartiere ebreo di Leicester. In questi anni inizia a disegnare ed a sperimentare con gli oli. Impara la tecnica del ricamo dalla madre e studia le piante ed il loro sviluppo. In particolare si interessa all’organicità delle forme e colori dei fiori che prova ad astrarre e tradurre in immagini con oli ed in ricami. E’ affascinato dalle stoffe, dalle loro pieghe, dalla loro ricchezza tattile a cui si accompagna la gioia visiva dei colori.

Una grave artrosi alle caviglie lo obbliga a vendere il negozio nel 1962 (ha 26 anni). Dopo una lunga degenza ospedaliera, è costretto a scegliersi un lavoro ''sedentario''. Trova impiego nel 1963 come saldatore per la Imperial Typewriter Co., dove cura la fabbricazione dei martelli delle macchine da scrivere. Viene poi trasferito alla sezione sperimentale per progettare e costruire martelli a caratteri tailandesi. Nel 1966 viene incaricato dell’addestramento dei nuovi saldatori, lavoro che svolge fino al 1978. In questo periodo inizia a progettare e realizzare giardini.

Il peggioramento della salute della madre (il padre è morto nel 1963) lo obbliga a lasciare il lavoro che riprende solo alla morte di lei (1986) quando inizia a lavorare come amministratore alla Loseby Gallery (poi Leicester City Gallery) dove aveva già esposto più volte. Vi rimane fino al 1995, quando nuovi problemi di salute lo obbligano ad andare anticipatamente in pensione. Riduce la sua attività di pittore per concentrarsi sui lavori di ricamo e realizza alcuni dei suoi giardini più amati (a Farthinglock, East Langton e Woodhouse Eaves nel Leicestershire, ad Ellisfield nello Hampshire, a Welland Garden City nello Hertfordshire, e poi a Wichita nel Kansas, USA, ed a Descartes nell’Indre-et-Loire, Francia). Nel ricamo esplora nuove geometrie astratte, pur tornando ogni tanto nel figurativo, ma sempre con lo scopo di vedere come colori e forme si completano.

Dei suoi ricami, ha scritto: ''Ho sempre cercato di sperimentare per allargare i confini di quella che è in fondo una tecnica semplice, con solo due forme di punti, e per questo ho provato ad aggiungere diversi tipi di stoffe, perline e lamine metallizzate. Il filo conduttore per me è sempre il colore, proprio come nei fiori la forma è un modo di mostrare il colore, colore, colore. Le cose sbiadite, opache, mi infastidiscono e lo stesso vale per lavori già visti, scontati. Ma quello che mi piace del ricamo è che non basta tirare giù un paio di punti per fare qualcosa di interessante. Bisogna pensarci, sperimentare, provare, riflettere, tornare indietro. Circa la metà dei lavori che inizio vanno a finire nel cestino, ma servono ad imparare, ad insegnare alle mie dita nuove tecniche, nuove sensazioni che poi indirizzano, dirigono. La creatività produce cose interessanti solo se viene disciplinata, praticata, elaborata, spinta. Gettare via un lavoro che non mi soddisfa è sempre un bel passo, perchè mi fa capire cosa voglio fare davvero. Mi sono reso conto che ogni volta che ci sembra di essere arrivati alla fine stiamo in realtà per scoprire una nuova prospettiva, un nuovo mondo.''Principali mostre di Jack Marlowe


1980, St Martin’s Gallery, Leicester. Prima mostra personale di pittura, incisione e ricamo.
1982, Loseby Gallery, Leicester. ''Flowers a Theodore'': pitture, appliqué e disegni ispirati dalle poesie di Theodore Roethke a dai fiori del proprio giardino.
1986, Loseby Gallery, Leicester. ''Using the Media'': mostra di lavori in 29 media diversi
1990, Upstairs Gallery, Leicester. ''Double First''. Mostra a due in cui tutti i lavori di JM erano ricami.
2000-2001, Millennium Tapestry, Leeds. Due pannelli (m 2,50 x 1,20) di un arazzo monumentale commissionato dal Comune di Leeds per le celebrazioni del 2000. I due pannelli sono ''Leeds in Bloom'' e ''Community Spirit''.
2004, Jenny Cook’s Workshop, Leicester. Mostra di ricami a forme astratte con l’uso di materiali alternativi come lamine, perline e stoffe di diverse grandezze e strutture.

Collezioni private dei lavori di Jack Marlowe si trovano in Italia, negli Stati Uniti, in Francia, nei Paesi Bassi ed in Nuova Zelanda.

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