Marina Ballo Charmet
Clara Brasca
Tommaso Carozzi
Giuliana Cuneaz
Sabine Delafon
Paola De Pietri
Brigitte Niedermair
Luisa Raffaelli
Luigi Meneghelli
"Ma si potrà ancora sognare un mondo/che sta proprio sotto i nostri occhi?" Si chiede Wim Wenders. Ebbene, i lavori di questi otto artisti sembrano praticare proprio le categorie dello stupore e dell'incanto. Essi propongono un approccio alla realtà in qualche modo indiretto: frequentano i margini, gli angoli, gli interstizi delle cose, quasi a cercarne i sensi rimossi o trascurati.
A cura di Luigi Meneghelli.
Con Marina Ballo Charmet, Clara Brasca, Tommaso Carozzi, Giuliana Cuneaz, Sabine Delafon, Paola De Pietri, Brigitte Niedermair, Luisa Raffaelli.
"Ma si potrà ancora sognare un mondo
che sta proprio sotto i nostri occhi?"
Si chiede Wim Wenders. Ebbene, i lavori di questi otto artisti sembrano praticare proprio le categorie dello stupore e dell'incanto. Essi propongono un approccio alla realtà in qualche modo indiretto: frequentano i margini, gli angoli, gli interstizi delle cose, quasi a cercarne i sensi rimossi o trascurati.
Impiegando linguaggi diversi (pittura, fotografia, videoinstallazione), essi producono immagini spesso imprecise, sfocate, con prospettive e punti di fuga scorretti, che sembrano dimenticare e misconoscere ogni regola conosciuta. L'obiettivo, però, non è quello di dare testimonianza di un mondo di oggetti consumati dal nostro sguardo onnivoro, quanto invece quello di sottolineare la fiducia di poter elaborare nuovi modelli di visione, nuove procedure percettive.
Tutto resterà sempre esterno, un'alterità infinita. Ma tutto - suggerisce Peter Handlke - deve comunque "essere ricostruito senza sosta, ripensato, e non lasciato inerte di fronte allo sguardo". Ecco, allora che le opere di questi artisti avanzano letteralmente per frammenti, per lievi scarti di inquadratura, per improvvisi "blow-up", come in una sorta di golosa, sgombra, innocente, appropriazione del mondo. Alla fine, l'intera mostra dà la sensazione di un campionario di immagini colte nell'incerta stagione del dormiveglia, quasi ai bordi della coscienza, dove tutto appare indefinito, ma anche dove l'esperienza visiva assume il fascino dell'originario, del "mai visto prima".
Inaugurazione:
sabato 25 novembre, ore I8.30.
Orario:
dal martedi' al sabato, dalle I5.30 alle I9.30;
chiuso festivi.
La Giarina - Interrato dell'Acqua Morta 82 - Verona - Tel. e Fax. 045 80323I6