L'infinito fuori controllo. Una selezione dei suoi lavori piu' significativi realizzati dal 1988 al 2005, a partire dalle prime macchine programmate per produrre flussi di immagini casuali e lasciate funzionare all'infinito. L'artista considera centrale nella sua ricerca la 'delega alla macchina' come rinuncia al controllo ma anche dilatazione del gesto all'infinito. Nell'ambito della rassegna '4 Rooms'
L'infinito fuori controllo. Macchine programmate 1990-2005
Nell'ambito della rassegna "4 Rooms", che ha già visto presenti al Museo d'arte
contemporanea di Villa Croce Plamen Dejanoff e Flavio Favelli, Maurizio Bolognini
presenta, con "Macchine programmate 1990-2005", una selezione dei suoi lavori più
significativi, a partire dalle prime macchine programmate per produrre flussi di
immagini casuali e lasciate funzionare all'infinito: le Imaging Machines e i
Computer sigillati, realizzati rispettivamente dal 1988 e dal 1992.
Maurizio Bolognini, che si occupa di tecnologie digitali dagli anni Ottanta, è
considerato l'artista più radicale nel movimento delle Nuove Tecnologie, avendo
messo al centro del proprio lavoro gli stessi dispositivi e la loro fisiologia,
rinunciando a qualsiasi sovrastruttura simbolica (Mario Costa). L'artista stesso
sottolinea che le sue macchine (ormai centinaia), programmate per produrre flussi
inesauribili di immagini casuali (o altri tipi di elaborazione: numerazioni, testi,
voci...), servono a generare delle "infinità fuori controllo", a costruire universi
d'informazione paralleli che spostano la ricerca "dal livello dei significati a
quello dei dispositivi e delle loro operazioni", di cui egli si considera allo
stesso tempo autore e spettatore.
E' stato sottolineato che in questo modo il lavoro di Bolognini consente di
rimettere a fuoco la problematica dell'arte tenendo conto del nuovo contesto
tecnologico (Robert C. Morgan). L'artista considera centrale nella sua ricerca la
"delega alla macchina", che significa rinuncia al controllo ma anche possibilità di
dilatare il proprio gesto all'infinito: la "sproporzione" che si determina tra
l'artista e il suo lavoro – egli sottolinea – "diventa una nuova versione della
sproporzione tra noi e la realtà , che per la prima volta possiamo contemplare,
ridurre a esperimento e spettacolo."
Questo è evidente, in modi diversi, in tutti i suoi lavori: nella serie dei Computer
sigillati, di cui il Museo aveva presentato un'installazione nella mostra "Il
viaggio dell'uomo immobile" (2003); nella serie Atlas 2, in cui utilizza programmi
la cui realizzazione è stata delegata senza vincoli a programmatori di ogni parte
del mondo; nelle applicazioni di intelligenza artificiale usate in AIMS (Artificial
Intelligence Mediated Sublime); e nelle applicazioni di intelligenza collettiva
usate nelle CIMs (Collective Intelligence Machines), installazioni interattive
collegate alla rete telefonica cellulare. Di queste ultime il Museo presenta qui
un'installazione distribuita in due postazioni diverse (una nella proprie sale,
l'altra in una via del centro di Genova), coordinate attraverso la rete telefonica e
aperte all'intervento del pubblico che, usando il proprio telefono cellulare, potrÃ
interferire con il funzionamento altrimenti autosufficiente delle macchine.
In occasione della mostra il Museo acquisisce per le proprie collezioni
un'installazione dell'artista costituita da due macchine programmate.
Catalogo ed. Neos italiano/inglese a cura di Sandra Solimano, con testi di Mario
Costa, Giulio Giorello, Derrick de Kerckhove, Simonetta Lux, Angela Madesani, Robert
C. Morgan, Enrico Pedrini, Domenico Scudero, Sandra Solimano.
Martedì 7 giugno ore 12 Presentazione alla stampa
Mercoledì 8 giugno ore 18 Inaugurazione
Mercoledi 15 giugno ore 17,30 Mario Costa presenta "Dimenticare l'arte", il suo
ultimo libro sull'arte e le nuove tecnologie, edito da F. Angeli
Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce
Via Jacopo Ruffini 3 - 16128 Genova
orari: martedì - venerdì 9 -19.00; sabato e domenica 10 - 19.00; lunedì chiuso;
ingresso libero