''Con i miei lavori intendo porre l'attenzione sulla realta' tangibile, utilizzando materiali impermanenti e dando particolare risalto alla loro mutevolezza. Nell'installazione in mostra ho utilizzato imballi di polistirolo ricoperti di materiali ferrosi di recupero. Attraverso la loro natura deperibile voglio rivolgermi alla sfera interiore''. I. Fresu
Tre artisti si incontrano in un luogo inconsueto di un giorno particolare: Giorgio Butini, Ignazio Fresu e Paola Irrora
La mia installazione dal titolo: “Nulla perdura se non il mutamento†tratto dai “Frammenti†di Eraclito, si presenta come una struttura instabile appesa al soffitto della sala espositiva con dei sottilissimi fili di nailon, in palese contrasto con l’apparente pesante massa ferrosa arrugginita dei tubi e dei giunti di cui si compone. Tubi pericolanti intrecciati in un equilibrio impossibile con l’intento di procurare nello spettatore un effetto di straniamento e di precarietà immanente, la percezione della caducità dell’uomo e del suo tempo.
In tutte le mie installazioni ricerco l'intersezione di dimensioni differenti e, di queste, colgo la trasformazione, la mutabilità . Ritengo sia questa la condizione per recepire il senso di una “bellezza†non convenzionale “differente†e “contrastante†alla bellezza così come è comunemente intesa. Quello, infatti, che cerco di realizzare è una bellezza interiore che è per sua natura precaria, traballante, effimera, fuggevole e prima di ogni altra cosa insostenibile! Insostenibile poiché non è specchio del discorso in cui si celebra la descrizione del mondo raccontato, simulacro e rappresentazione dell’immagine di se stesso e dell’apparenza, narrazione del consenso. Attraverso i mezzi di comunicazione di massa dalla tv a internet, la realtà del mondo non è più discernibile dal racconto del mondo, il consenso non avviene più sulle cose, ma sulla descrizione delle cose, che ha preso il posto della loro realtà .
Artist’s Statement: di Ignazio Fresu:
Con i miei lavori intendo porre l’attenzione sulla realtà tangibile, utilizzando materiali impermanenti e dando particolare risalto alla loro mutevolezza. Nell’installazione in questione ho utilizzato degli imballi di polistirolo, per i giunti e tubi di cartone scartati dall’industria tessile, ricoperti di materiali ferrosi di recupero e poi ossidati. Attraverso la loro natura deperibile voglio rivolgermi alla sfera interiore. Pur servendomi della mimesi - condizione prioritaria nell’arte - non intendo limitarmi a formulare immagini illusorie ma proporre l’opera nella sua reale condizione d’impermanenza. L'impermanenza è veramente la realtà di fronte ai nostri occhi: nulla persiste, tutto cambia, e quasi mai cambia secondo il nostro desiderio. Pur appartenendo a questo mondo di simulacri e nelle inevitabili contraddizioni che i miei lavori implicano, guardo all'arte non come ad un feticcio, come a qualcos'altro da sé, bensì in sé. Non come ad un'essenza della cosa, ma come la cosa in sé, capace di profondere bellezza così com'è.
Ignazio Fresu
Domenica 12 Giugno 2005, 10.30/ 19.30
Via Milanesi, 61 - Firenze