Calamita cosmica. Uno scheletro gigantesco di 24 metri sdraiato al suolo e realizzato in gran segreto, presentato per la prima volta nel 1990 e' ora situato nella corte interna della Mole. Ironico e provocatorio l'artista propose dai primi anni '70 opere come ad esempio il ragazzo affetto dalla sindrome di Down alla Biennale di Venezia nel 1972 (Seconda soluzione di immortalita'. L'universo e' immobile). ''Cupa e impassibile, la perfezione formale dell'opera e' attraversata dalle onde magnetiche di cui e' strumento e protagonista.'' Italo Tomassoni
Calamita cosmica
A cura di Italo Tomassoni
Gino De Dominicis rappresenta una delle personalità più interessanti del panorama artistico italiano. Scomparso nel 1998 all'età di cinquantuno anni, anconetano di nascita, la sua città decide di dedicargli dopo l'importante convegno tenutosi lo scorso ottobre, un evento omaggio esponendo l'opera Calamita Cosmica nella corte interna della Mole Vanvitelliana.
Caratterizzato da una poetica estremamente complessa, che si esplicita attraverso le più disparate tecniche espressive (egli stesso si definisce pittore, scultore, filosofo ed architetto), il suo lavoro difficilmente si inscrive in una determinata corrente storico-artistica. Come sostiene il curatore Italo Tomassoni: "Vertiginoso scrutatore di profondità abissali, la costituzione e la struttura del suo linguaggio restano irraggiungibili dal lessico della modernità e dalle mode "concettuali", "povere", di "comportamento" o di attraversamento delle avanguardie con cui il Novecento ha concluso il suo ciclo." Ironico e provocatorio si impone al grande pubblico già dai primi anni settanta con opere memorabili, come ad esempio il ragazzo affetto dalla sindrome di Down condotto alla Biennale di Venezia nel 1972 ("Seconda soluzione di immortalità . L'universo è immobile").
De Dominicis, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta è presente a diverse manifestazioni pubbliche di caratura internazionale (Documenta di Kassel e le numerose partecipazioni alla Biennale di Venezia) ed espone le sue opere in importanti gallerie sia in Italia che all'estero.
Una ricerca che si basa su un complesso sistema di pensiero profondamente radicato nella storia più antica del mondo: i Sumeri e l'epopea di Gilgamesh diventano il punto di partenza per una riflessione su temi quali la percezione del tempo, la vita, la morte e l'immortalità .
Calamita Cosmica, uno scheletro gigantesco di ventiquattro metri sdraiato al suolo e realizzato in gran segreto, presentato per la prima volta nel 1990 in occasione di una mostra antologica al Museo d'Arte Contemporanea di Grenoble e sei anni dopo nel cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli, torna oggi a distanza di quasi un decennio, ad essere nuovamente visibile al grande pubblico. Con queste parole, tratte da un passo del testo che accompagna la mostra, Italo Tomassoni descrive l'opera: "Senza scampo la commozione suscitata da questo che è uno dei testi più impressionanti ed ermetici dell'arte del XX° secolo, frutto di un genio insuperabile che testimonia la percezione dell'assoluto e chiude il secondo millennio con un sigillo rovente. L'arte del XX° secolo ne conserverà il ricordo con la piena coscienza di non reggerne la portata. [...] In Calamita Cosmica, il riferimento mesopotamico sprofonda dentro una antropologia dove l'ordine anatomico dello spazio corporale evoca il tempo del sovrumano. Cupa e impassibile, la perfezione formale dell'opera è attraversata dalle onde magnetiche di cui è strumento e protagonista. Al centro del campo indotto dall'asta puntata sulla falange distale della mano destra (obelisco, arnese apotropaico o gnomone, segno di raccordo tra microcosmo e macrocosmo, di sintonia interplanetaria e di collegamento tra gli stati dell'essere), il colosso celebra l'eroismo titanico di chi si è avventurato in spazi inaccessibili al dominio dell'esplorazione tecnologica."
L'evento nasce da una precisa volontà dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Ancona ed è stato promosso, tra gli altri: dalla Provincia di Ancona-Leggereil900, dall'Assessorato alla Cultura della Regione Marche, dal Fondo Mole Vanvitelliana, dalla Mediateca delle Marche, dal Centro Culturale Una Arte, dall'Associazione Gino De Dominicis, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Oltre al catalogo che conterrà un testo esplicativo dell'opera e dei suoi significati scritto dallo stesso curatore è prevista anche una pubblicazione con interventi di Marcella Anselmetti, Italo Moscati, Franco Rustichelli, Pio Monti, Alberto Boatto, Maurizio Calvesi, Duccio Trombadori, Italo Tomassoni.
Coordinamento e allestimento : Centro Culturale Una Arte
Ufficio stampa: Economia & Cultura - Gabriella Papini, Stefano Verri, Marisa Verducci, Viale della Vittoria 16-60123 Ancona; Tel. 071/200648-2079603 - 3475080306- 3383115632- 3338358071
Inaugurazione: 26 giugno, ore 18.30
Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28, Ancona
Orario: tutti giorni dalle ore 9 alle ore 13 - dalle ore 16 alle ore 20. Chiuso il lunedì
Ingresso libero