''La mostra documenta un tratto evolutivo della performance dalle sue radici fino ad oggi, con due protagonisti, Shozo Shimamoto ed Emiliano Bazzanella, che, appartenenti a culture differenti, trovano un punto di congiunzione proprio nel movimento scenico, quale parte integrante dello scatto generatore dell'opera''. Enzo Santese
Shozo Shimamoto e di Emiliano Bazzanella
a cura di Enzo Santese
Il critico d'arte Enzo Santese scrive così di loro: “....La mostra
documenta un tratto evolutivo della performance dalle sue radici fino ad
oggi, con due protagonisti, Shozo Shimamoto ed Emiliano Bazzanella, che,
appartenenti a culture e realtà anagrafiche molto differenti, trovano un
punto di congiunzione proprio nel movimento scenico, quale parte
integrante dello scatto generatore dell'opera.
Nell'esperienza artistica di Shozo Shimamoto, che va dalla fondazione del
movimento Gutai (nel 1954 ad Osaka, in Giappone) ai risultati odierni,
c'è una costante che ogni volta si innerva di nuova sostanza e si veste
di varie forme espressive. Innanzitutto l'azione, intesa come componente
dinamica del fatto espressivo che conserva in sé un largo margine di
imponderabilità nella realizzazione di un dipinto. Per il quale l'artista
rinuncia da tempo al pennello, quale classico conduttore dei colori, e
ricorre ai mezzi più diversi, perfino all'elicottero da cui vengono
"sparate" sulla superficie ondate di colore. L'artista sposta il centro
significante dell'intervento nella teatralità dell'azione che, nel suo
essere effimera, racchiude il senso vero dell'opera. Questa nei risultati
pittorici mostra una sintassi compositiva estremamente varia, estesa
dalle sgocciolature alla polverizzazione del colore in una dinamica che
si fonda sulla casualità assoluta dell'esito (la tela), dentro una
rigorosa disciplina progettuale, strutturata dal gesto e dal corpo. E in
ogni caso la superficie è un diaframma duttile, posto come limite
dell'"oltre", ma anche come esordio della trans-parenza, cioè inizio di
un'avventura verso l'orizzonte di un indefinito. Nelle opere esposte,
porzioni di linearità si muovono in un intrico magmatico, che ribolle di
energie sprigionate da una profondità illusoria.
Emiliano Bazzanella rappresenta un'angolatura personale nell'idea del
fatto performativo, con una ricerca caratterizzata dal rapporto osmotico
tra materia reale e concettuale verso esiti, capaci di innescare
meccanismi interpretativi molteplici. Nelle sue azioni si afferma la
dialettica conflittuale tra fisicità e virtualità , dove la concretezza
dell'agire (comportamentale, scenico e pittorico vero e proprio) entra in
un cortocircuito con le immissioni di contributi multimediali diversi.
L'artista gioca sull'ambiguità di una visione, costruita su giacenze
sovrapposte dei dati dell'operazione digitale e dello spazio fisico in
cui egli stesso si muove, facendo entrare nella combinazione il corpo,
oggetti vari anche casuali e il luogo medesimo dell'evento....â€
Inaugurazione: Sabato 25 giugno 2005 alle ore 18,30
Galleria D'Arte Nuova Artesegno
Borgo Grazzano 5 – Udine
Orari: Lunedì/Sabato 10,00/12,30 – 16,00/19,30