L'Oblio nella pittura. In mostra marine, vedute di boschi nordici e pianure costellate da mulini a vento, nonche' sontuose e dense composizioni floreali.
L'Oblio nella pittura
La mostra è il primo risultato di un lungo e non facile percorso di ricerca che,
nato per caso una mattina del 2003 a Livorno, sta facendo luce su un'artista
apparentemente dimenticata, la cui figura condensa notevoli esperienze e tradizioni
culturali di ampio respiro geografico. Basti pensare alla grande capacità di
movimento che la Esders espresse per le vicende familiari e personali durante tutta
la vita. Una pittrice memorabile per la velocità di esecuzione, per l'intensitÃ
sintetica, per la carica emotiva e gli elementi nostalgici che metteva nelle sue
opere. Si può fin da ora riconoscere nella produzione - resa nota dalla gentile
collaborazione di parenti e collezionisti - una vis interiore che ben si concilia
con l'immagine raccontata di una donna apparentemente burbera e scostante, ma con
una profonda sensibilità troppo adusa alle angherie ed alle ingiustizie di una vita
dura e talora quasi spietata. Marine, vedute di boschi nordici e pianure costellate
da mulini a vento, nonché le sontuose e dense composizioni floreali - tutte lavorate
a spatola -, caratterizzano i quadri di un'artista che ha ripreso e sviluppato i ben
più conosciuti insegnamenti ed esempi di Franz Courtens, eminente rappresentante -
anche lui riscoperto negli ultimi decenni dello scorso secolo - della pittura
fiamminga, non a caso soprannominato il 'Rubens dei paesaggisti' e del quale
esistono eccelse testimonianze di marine, animali e nature morte, compresi quei vasi
di fiori per cui la Esders esplicherà al massimo la più scaltra maestrìa.
Ci auguriamo che il visitatore si avvicini alle opere tenendo conto di tutti i
limiti accumulati dalla presente ricerca e con animo pronto a raccogliere
qualsivoglia emozione scaturisca dal confrontarsi con rispetto e curiosità verso gli
stilemi di un'artista ormai non più dimenticata.
Ringraziamo tutti coloro che hanno riposto fiducia nell'iniziativa ed hanno
collaborato fattivamente alla realizzazione della Mostra: in particolare Jean
Piaggi, Antonietta Provenzano, la famiglia Nannipieri, Paola De Blasio, e tutti
coloro che pur con una sola parola hanno contribuito a 'non dimenticare' che l'arte
ha sempre qualcosa da comunicare a ciascuno di noi.
Biografia:
Alice Bernardine Esders nasce a Bruxelles il 10 luglio 1907 da una nobile e famosa
famiglia belga: il padre Henri Joannes è nato a Vienna - da dove si trasferisce in
Belgio tra il 1906 ed il 1907 - mentre la madre Blanche Einmahl è tedesca. Riceve
la formazione primaria nella residenza di famiglia fino a 12 anni, allorché viene
affidata al prestigioso collegio di Blumenthal-Brema nel quale segue corsi di
musica, pittura e decorazione. In questo periodo subisce un grave incidente (una
caduta da cavallo) che le procura una senovite al ginocchio destro ed il conseguente
andamento claudicante. Neppure il mite clima della Riviera Ligure - consigliato per
la stagione estiva dai medici belgi - le restituiranno la completa salute, ma
decisiva sarà la frequentazione di famose stazioni balneari come Rapallo, Portofino
e Portovenere. Alice frequenta il Collegio fino al 1925 e nel frattempo matura
conoscenze e pratiche decisive per il suo percorso artistico futuro. E' in questi
anni, infatti, che la casata Esders a Bruxelles e nello stupendo castello di Uccle
viene praticata da Franz Courtens (1854-1943), maestro di spicco della pittura
belga e autore di numerosi quadri per l'influente famiglia, nonché dal figlio Alfred
(1889-1967), altrettanto valido scultore, che ritrae proprio Alice in un'opera del
1921. Sono gli anni dell'amore che segnerà la vita della pittrice: durante le
villeggiature a Portofino la giovane conosce Alessandro Piaggi di Portovenere e se
ne innamora, pur incontrando l'avversione del padre. Tanto che il matrimonio del
1928 segna una dolorosissima cesura nei rapporti familiari. Nel 1930 nasce il figlio
Jean (Giovanni Battista), ma la storia d'amore ha fine nel 1935, allorché la coppia
si separa legalmente e Alice si riconcilia col padre, dopo aver perso la madre nello
stesso anno. La Toscana subentra nel cuore dell'artista che si trasferisce per
alcuni periodi dell'anno a Torre del Lago, teatro di lunghi tragitti in bicicletta.
Dopo la morte del padre (1938) e l'inizio della guerra si susseguono difficoltà e
trambusti che la costringono ancora a fuggire dal Belgio e a vivere prima a Torre
del Lago, poi a Portovenere, da dove con un viaggio rocambolesco attraverso il
fronte nel 1944 tornerà in patria insieme al figlio e all'ex marito. Dal 1946 al
1952 alterna soggiorni invernali a Bruxelles con stagioni estive a Portovenere, fino
a che la pessima congiuntura economica belga non la costringe a fermarsi in Italia.
L'attività pittorica è segnalata da diverse opere e dal 1960 Alice Esders si cimenta
nella partecipazione a concorsi a premio. E' il caso del Premio Rotonda di Livorno,
laddove la prima attestazione risale proprio al 1960; l'artista è ancora segnalata
nel 1962, quando vince il Premio 'Spinetti' - pari a 30000 lire dell'epoca - della
Galleria Spinetti di Firenze, e nel 1963, anno in cui si trasferisce nella cittÃ
labronica. I casi della vita portano il figlio lontano dalla madre, che si
stabilisce a Tirrenia (PI) dal 1967: sono anni difficili in cui si acuiranno la
solitudine e notevoli problemi esistenziali. Nel 1984 è colpita da ictus e viene
deciso di ricoverarla in una Casa di Riposo a Firenze Certosa, laddove morirà di lì
a poco.
Ente promotore: C.Æ.S.A.R onlus
Allestimento: Francesco Bozolo, Roberto Russo
Centro Espositivo Comunale "Il Palazzetto" - Cecina (LI)
Orario: Martedì - domenica 17.30-19.30/21.30-23.00
Ufficio stampa:
C.Æ.S.A.R onlus
Segreteria ufficio stampa:
Elisa Bonannini
Telefax: 0586 260837
e-mail: info@caesaronlus.it
Promozione e relazioni esterne:
Raffaela Maria Sateriale
Telefax: 0586 260837
e-mail: arte@caesaronlus.it