Galleria Grazia Neri
Milano
via Maroncelli 14
02 625271 FAX 02 6597839
WEB
Francesco Nonino
dal 19/9/2005 al 14/10/2005
02 62527238 FAX 02 6597839
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Segnalato da

Paola Riccardi



approfondimenti

Francesco Nonino



 
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19/9/2005

Francesco Nonino

Galleria Grazia Neri, Milano

Atmospheres. Una serie di paesaggi in bianco e nero. Le inquadrature, chiuse alla base da una sottile e dettagliatissima striscia di terra in cui sono riconoscibili elementi del vissuto quotidiano (strade, insegne, fabbriche), sono dominate da cieli maestosi con nuvole affascinanti e grandiose, protagoniste assolute delle immagini.


comunicato stampa

Atmospheres

In mostra presso la galleria Grazia Neri Atmospheres, una serie di paesaggi in bianco e nero del fotografo friulano Francesco Nonino. Le inquadrature, chiuse alla base da una sottile e dettagliatissima striscia di terra in cui sono riconoscibili elementi del vissuto quotidiano (strade, insegne, fabbriche), sono dominate da cieli maestosi con nuvole affascinanti e grandiose, protagoniste assolute delle immagini.

I titoli delle fotografie infatti rimandano alla denominazione scientifica del tipo di nube che vi compare (Cirrus, Cirrostratus, Stratocumulus ad esempio) evidenziando un’interessante ambivalenza tra il bisogno umano di categorizzare la realtà e la mutevole casualità delle formazioni nuvolose. Per garantire una rigorosa documentazione Nonino si è avvalso della collaborazione del metereologo Luca Mercalli, noto grazie alla trasmissione televisiva “Che Tempo che Fa”. Atmospheres si compone così di una serie di tavole narrative che rimandano in parte ad un progetto scientifico, in parte ad un’opera classicamente fotografica e di grande impatto estetico.

Il libro, pubblicato dall’editore Damiani nella collana Forward, verrà presentato in anteprima in occasione dell’inaugurazione della mostra.

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ATMOSPHERES

Atmosfera (at-mo-sfé-ra)s.f
1. Involucro gassoso di varia composizione e natura che circonda la Terra e altri pianeti
♦ fig. Clima psicologico proprio di un determinato ambiente o di particolari circostanze.

Il progetto “Atmospheres” nasce dal fascino per i significati della natura e per la ostinata volontà dell’uomo di decifrarli e dare loro un nome.

Nulla più delle nuvole è mutevole, casuale e imprevedibile, e al tempo stesso affascinante e grandioso. Ognuno di noi è stato catturato almeno una volta dalla maestosità di un cielo striato di cirri o dominato da una torreggiante nube temporalesca. Talvolta la complessità delle forme delle nubi è tale da far pensare a un ordine soprannaturale di cui esse si fanno espressione. Non è un caso che le raffigurazioni della divinità – per lo meno nel mondo occidentale - siano sempre ambientate in cielo, tra le nuvole, attraverso le quali filtra una luce evocativa di spiritualità e di trascendenza dalle cose terrene. Al tempo stesso, tuttavia, il cielo viene considerato come un complemento trascurabile del nostro panorama quotidiano: lo osserviamo distrattamente solo quando ci preme prevedere che tempo farà, e “avere la testa fra le nuvole” è un’espressione dal significato negativo, riservata a chi è troppo distratto o non abbastanza concreto.

Anche la scienza talvolta presenta aspetti ambivalenti che offrono spunti di riflessione. Nell’ambito tassonomico e classificatorio la ricerca scientifica non rappresenta solo la necessità di conoscenza, ma – attraverso questa – esprime un bisogno di categorizzare e dare un nome al mondo naturale che ci circonda, di proiettare sulla natura un ordine logico costruito dall’uomo.

Tra gli scienziati che hanno affrontato questa impresa c’è stato anche chi ha accettato la sfida di dare un nome alle nuvole, le forme naturali più casuali, mutevoli e imprevedibili. La prima classificazione delle nuvole, pubblicata dal chimico inglese Luke Howard nel 1802, è rimasta come riferimento di base per l’Atlante Internazionale delle Nuvole, il testo usato dai meteorologi di tutto il mondo del quale mi sono servito, con la consulenza scientifica di Luca Mercalli, per dare un nome alle nubi di “Atmospheres”. Oltre alla nomenclatura in latino, evocativa di dogmi arcaici, un aspetto interessante dell’atlante è che i tipi di nuvole non vengono descritti mediante termini mutuati dalla fisica o da qualche altra scienza esatta, ma attraverso riferimenti a forme terrene. Così il Cumulonimbus è la nube che somiglia “a una montagna o a una enorme torre”, il Cirrus somiglia “ai capelli, e possiede un consistenza sericea”, e così via. Anche le scie di condensazione tracciate in cielo dagli aerei a reazione (“contrails”) vengono annoverate tra le nuvole e la loro descrizione si conclude dicendo che “in effetti è talvolta impossibile distinguere queste scie da altri tipi di nubi”. In questo modo si crea simbolicamente un legame tra due mondi paralleli: il segno dell’uomo diventa natura e si confonde con essa.

Nell’Atlante Internazionale – le cui definizioni vengono riportate nell’indice delle tavole in fondo ad “Atmospheres” – si assiste quindi all’incontro tra il rigore scientifico e una prosa descrittiva quasi letteraria, tra il bisogno di sistematizzare la natura e l’impossibilità di utilizzare terminologie estranee al familiare mondo terreno.

In “Atmospheres” ho cercato di mettere in relazione l’assoluto del cielo con i simboli della terra e del nostro vivere quotidiano: periferie, strade, case, fabbriche, luoghi più o meno affollati che ogni giorno abbiamo davanti agli occhi. Queste due realtà sono documentabili contemporaneamente mediante la fotografia grazie alla possibilità tecnica di registrare istantaneamente e fedelmente anche un soggetto effimero e mutevole, e grazie al suo potere certificante, alla capacità della fotografia di convincere lo spettatore che ciò che vi è rappresentato esiste, è contingente e quindi “vero”.

La rappresentazione di questi mondi paralleli può essere vista come simbolica del nostro mondo interiore, sempre diviso tra la spinta dei sentimenti e delle emozioni e la necessità di raziocinio. Non possiamo rinunciare completamente ne’ all’una ne’ all’altra e la nostra esistenza si gioca quotidianamente attorno a questo delicato equilibrio.

ATMOSPHERES, Damiani Editore, 2005.
Prefazione di Roberta Valtorta
38 fotografie in bicromia
Formato 31,5 x 24 cm.
Pagine: 96
Lingue: inglese, italiano, francese, tedesco
Prezzo: 35,00 euro

Con Francesco Nonino inizia l’indagine di Damiani nel mondo dei fotografi contemporanei emergenti che inaugura la collana Damiani Forward.

Gli scatti di Nonino ci guidano in una spettacolare e suggestiva sequenza di nuvole multiformi che sovrastano piccoli ma dettagliatissimi paesaggi terrestri, dove la presenza umana è ridotta ad un segno. Edifici, strade o persone sono usati come simbolici riferimenti proporzionali, lasciando spazio all’immensità del cielo. Le fotografie, grazie al corredo del nome scientifico di ogni nuvola, ci raccontano di un affascinante incontro tra rigore scientifico e gesto artistico.

Grafiche Damiani SRL
Via zanardi, 376 – 40131 BOLOGNA
Tel. +39 051 6350805 – Fax +39 051 6347188
info@damianieditore.it – http://www.damianieditore

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INAUGURAZIONE: martedì 20 settembre alle ore 18,30
Francesco Nonino sarà presente all’inaugurazione

Ufficio stampa
Agenzia Grazia Neri
tel 02.625271
elena.ceratti@grazianeri.com
grazia.neri@grazianeri.com
paola.riccardi@grazianeri.com

Ufficio stampa Damiani Editore
Studio Pesci
tel 051 269267
via G. Petroni 18/3° - 40123 Bologna
info@studiopesci.it

http://www.francescononino.com/

Galleria Grazia Neri, via Maroncelli 14, Milano
da lunedì a venerdì: 9,00-13,00 e 14,30-18,00
sabato: 10,00-12,30 e 15,00-17,00
chiuso la domenica
ingresso libero

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