Lo spazio oltrepassa la forma. Le sculture, i progetti, i disegni dialogano tra loro: il recente e il trascorso si fondono e si reggono in una potenziata energia espressiva.
Lo spazio oltrepassa la forma
A cura di Matteo Galbiati
La culla di un sogno poetico si chiude spesso con l'inconciliabile arroganza
del tempo che trascorre; del tempo che incide una curva discendente nella
parabola della vita di un uomo. I conti preventivati spesso non tornano e ci
si ritrova a dover tracciare bilanci spesso in passivo. Gli entusiasmi sono
facili a passare, così come i giorni spesi nella ricerca dei perché, delle
soluzioni ottimali o del semplice tentativo di sopravvivenza. Ma un artista
possiede, attraverso il genio della sua arte, la chiave per scardinare ogni
preconcetto legato all'evoluzione del tempo, riesce a mantenere lo sguardo
proteso sempre in avanti, sempre oltre il confine ultimo.
Paolo Schiavocampo, forte della lunga e maturata esperienza artistica, ritrova
vigore partendo, o meglio dire, ripartendo dal suo passato. Gli intenti sono
dichiarati: recuperare un linguaggio, una ricerca, iniziata negli anni '70. Ma
non si tratta di tornare indietro, di riproporre ciò che già è stato, si vuole
riattivare un modo di comunicare affrontato in quegli anni. Le sculture i
progetti, i disegni dialogano tra loro in un gioco di sconfitta temporalità :
il recente e il trascorso si fondono e si reggono in una potenziata energia
espressiva.
Le sue opere sono una archetipica forma di germinante materia vivente, pronta
a pulsare di inaspettata vita mai paga di attualità . Mutano i materiali ma non
i moduli; le sculture si ricombinano si riattivano come risvegliate dalle
pieghe del tempo. La sensazione è di un discorso che riprende, un discorso mai
interrotto invero, anzi solo noi non eravamo capaci di sentirlo: Schiavocampo,
diventa il regista di uno spettacolo di forme danzanti, ritmate, pulsanti.
Sculture che affascinano, che stupiscono catalizzando l'attenzione sul punto
estremo del non detto, di ciò che spetterà a noi dire o aggiungere. Così
l'artista oggi si ritrova giovane interprete di se stesso nel ridestare, nello
schiarire, il nostro sguardo brutalmente intorpidito e distratto Schiavocampo
diventa saldo nel ripristinare, muovendosi dal suo passato, una nuova traccia
che non riesce nemmeno ad essere un messaggio per il presente, perché è giÃ
futuro.
Immagine: Vicolo di Palermo, (Asiago) 1995, cemento, gesso, ferro, pigmento cm. 50 x 60. Cortesy Galleria d'arte Il Salotto, Como
Inaugurazione: Lunedì 3 ottobre alle ore 18.30
La mostra resterà aperta nei giorni di: martedì, giovedì e sabato dalle ore
18.00 alle ore 20.00 e su appuntamento
Giovedì 13 ottobre alle ore 18,30: domande a Paolo Schiavocampo - Coordina
Matteo Galbiati
Circolo Culturale Bertolt Brecht - Spazio 2
Via Giovanola 21c - Milano