Centro Culturale Cascina Grande
Un popolo sognato. Nei suoi quadri ''...l'artista e' ben consapevole di quanto intende rappresentare e comunicare e del significato delle sue incantate metafore...'' Rossana Bossaglia.
Un popolo sognato
L'opera di Guarino va, a mio giudizio, considerata e
interpretata a prescindere dalla persona, cioè dal suo
autore. Perché Guarino ha una personalità dolce e
forte, e non solo nella pittura sa esprimersi
poeticamente, ma sa raccontarla; è ben consapevole di
quanto intende rappresentare e comunicare, e del
significato delle sue incantate metafore.
Ma l'arte ha anche questo privilegio, come ci insegna
il grande filosofo Lukà cs: di essere il prodotto
dell'emozione dell'artista ma di suscitare a sua
volta, nel fruitore, nuove e libere emozioni. Lo
storico dell'arte, poi, tende istintivamente
ricostruire una storia, appunto, anche formale. Nel
nostro caso: che cosa c'è dietro questo modo di
raffigurare personaggi sempre in attitudine frontale e
con tipologie schematiche? Un'indagine puntigliosa,
sul filo delle notizie biografiche dell'artista,
potrebbe ricondurci a qualche prototipo parigino, sui
modelli dell'Ecole de Paris, quella così definita
negli anni Venti; o su qualcuno dei levigati e intensi
maestri triestini.
Ma le analogie più forti si rinvengono con la maniera
di Pompeo Borra, e cioè con l'evoluzione del modello
novecentista verso esiti più tersi, bloccati e
simbolici: per altro la frontalità delle figure è di
per se marcata mente simbolica, si vuoi dire
simbolista; è il guardare il riguardante come
rovesciandolo verso la propria interiorità e nello
stesso tempo respingendolo.
Questa formula espressiva, mai disattesa da Guarino
ancorché lentamente e dolcemente modificata nel fluire
degli anni, ha alcune sue peculiarità sulle quali è
fondamentale fermarsi; giacche la visione frontale non
rende più superbe e potenti le figure, anzi consente
di leggere nel loro volto una malinconia profonda e
insuperabile: che si tratti di fanciulle moderne
dall'apparenza benestanti, di donne velate dalla
caratterizzazione islamica, e così via, esse ci
guardano come per comunicarci una tristezza
esistenziale.
O forse esistenziale non è il termine giusto, perché
nell'uso corrente ci conduce a interpretazioni
psicologiche; qui si tratta di una tristezza
metafisica, legata alla condizione femminile, se si
vuole, comunque alla condizione umana, o ancora oltre,
alla condizione dell'essere. Non so se Guarino abbia
di proposito pensato a modelli iconografici dell'arte
messicana: che comunque la sua opera immediatamente
richiama, sublimando le figure in una dimensione
arcaica, insieme popolare e raffinatissima; com'è, nel
nostro secolo, peculiarità della pittura del grande
Diego Rivera.
Quanto poi alla caratteristica singolare del tracciato
fisionomico di queste figure, la cui struttura nasale
si aggancia al labbro superiore senza soluzione di
continuità , è come se la maschera del volto fosse
impenetrabile perché inchiavardata, non può
sciogliersi né in un grido né in un sorriso: percorsa
da una profonda e inconsapevole pazienza. Vogliamo
ancora ricorrere a qualche riferimento colto, che
certo Guarino ha dentro di se, consapevolmente o no?
Un tema fondamentale nella produzione di Dürer è la
Melanconia, intriso di filosofiche riflessioni e di
approcci diretti con il vivere. Queste opere di
Guarino non ci consolano; ma, in qualche modo, ci
confortano.
Rossana Bossaglia
Tommaso Guarino vive e lavora a Milano. Ha iniziato a
esporre negli anni Sessanta. Negli anni Settanta ha
frequentato scuole di pittura e studi di artisti a
Parigi. È autore di testi teatrali, spesso crudi
ritratti di umanità disperata.
Tra le mostre si
ricordano: 1965, Battipaglia, Galleria Comunale; 1967,
Trieste, Galleria Barisi; 1970, Parigi, Galleria
Roche; 1970, La Charité, Galleria Quieffin; 1973,
Eboli, Galleria Comunale; 1974, Milano, Galleria Le
Firme; 1974, Bologna, Galleria Milanart; 1976-77,
Roma, Studio Hermes; 1981, Milano, Libreria Al
Castello; 1983, Milano, Centro Culturale S. Fedele,
nell'ambito della iniziativa 'Eboli: cultura e
immagine' patrocinata dalla Regione Campania, dalla
Regione Lombardia, dal Comune di Milano e in
collaborazione con il Teatro Officina; 1987, Como,
'l'impossibilità di somigliare', Chiostrino di S.
Eufemia, Comune di Como Assessorato Cultura; 1989,
Palermo, Galleria Piccolo Teatro di Palermo; 1989,
Napoli, Diagramma 32; 1990, Corato, Chiostro Palazzo
di Città , Assessorato alla Cultura; 1991, Milano,
Nuovo Aleph; 1991, Ustica, murales nell'ambito
dell'iniziativa 'Murales 91'; 1992, Lainate, 'Donne
del Sud', Provincia di Milano Settore Cultura, Comune
di Lainate; 1994, Trezzo sull'Adda, Castello
Visconteo; 1995, Rozzano, Centro Culturale 'Cascina
Grande'; 1996, Milano, Nuovo Aleph; Eboli, 'Donne del
Sud', Comune di Eboli; Atri, 'Casoli Pinta', Murales;
1997, Milano, 'Un Sogno Solo', Circolo Culturale
Bertold Brecht; 1997, Festival del Cinema di Salerno;
1998, Scilla, Un Sogno Solo', Castello Ruffo, Comune
di Scilla Assessorato Cultura; 1999, Milano, 'Teatro e
Pittura', Teatro Libero; 1999, Siena, 'Una Pittura di
Racconto', Palazzo Patrizi, Università degli Studi di
Siena, UDU e Comune di Siena; Roma, Galleria de 'Il
Manifesto'; 2001: 'L'impenetrabile sguardo della
vita', Milano, spazio Guicciardini Provincia di Milano
Settore Cultura; Paestum, Tenuta Vannulo, Legambiente
Paestum; Raffadali, Biblioteca Comunale; Comune di
Atri, Casoli Pinta 'Museo sotto le stelle', Castellum
Vetus; Eboli, Assessorato alle Politiche Culturali e
giovanili, Complesso Monumentale S.S. Trinità -Liceo
Artistico 'C. Levi'; Genova, Satura associazione
culturale e centro per la promozione delle arti; 2003:
Comune di Nocera Inferiore, Assessorato alla Cultura,
Spazio Agharti; Comune di Capaccio Assessorato alla
Cultura, Tenuta Vannulo "Racconti in fila". 2004:
Comune di Pavia, Settore Cultura, Santa Maria
Gualtieri. Comune di Usmate Velate, Villa
Scaccabarozzi. Genova, Satura, 'Un Popolo Sognato',
Comune di Levanto, Laurafilmfestival, 'Un popolo
sognato'.
Inaugurazione: 10 novembre ore 21.00
Centro Culturale Cascina Grande
via Togliatti - Rozzano
Orari: da lunedì a sabato 9.30/12.30; 14.30/18.00