Vanessa Beecroft
Nan Golden
Richard Kern
Zoe Leonard
Shirin Neshat
Timothi Greenfield Sanders
Andrei Serrano
Cindy Sherman
Thomas Struth
Wolfgan Tillmans
Inez Van Lamsweerde
Luciano Lora
Undici grandi interpreti della fotografia contemporanea internazionale, presentati in una mostra alta, intelligente e elegante. La fotografia e' il massimo tecnico attuale nel campo della rappresentazione visiva, consente di prendere il reale e di renderlo classico, nobile e ideale.
A cura di Luciano Lora.
Artisti: Vanessa Beecroft, Nan Golden, Richard Kern, Zoe Leonard, Shirin Neshat, Timothi Greenfield Sanders, Andrei Serrano, Cindy Sherman, Thomas Struth, Wolfgan Tillmans, Inez Van Lamsweerde.
Undici grandi interpreti della fotografia contemporanea internazionale, presentati in una mostra alta, intelligente e elegante. La fotografia è il massimo tecnico attuale nel campo della rappresentazione visiva, consente di prendere il reale e di renderlo classico, nobile e ideale. Se l'oggetto simbolico è il sesso questo è perché il sesso è il paradigma su cui si misura la soggettività attuale, il metro sul quale l'io misura se stesso e la sua centralità sociale. E' il sacro del reale, il suo senso occulto, il suo corpo mistico. La donna è la questione.
Nel firmamento dell'arte internazionale, in particolare di quegli artisti che si avvalgono del mezzo fotografico quale linguaggio innovativo e predominante, questa esposizione brilla di STARS di prima grandezza che sono da considerarsi come i punti fermi del panorama della ricerca d'immagine (pur nella diversità delle scelte concettuali).
L'invito stellato di Thomas Ruff è una metafora che simbolizza una situazione altamente significativa in questo passaggio epocale.
Per scelta (ma senza voler essere un modo di catalogazione) abbiamo diviso questi undici STARS secondo un criterio di affinità , più o meno, elettive anche attraverso la loro contrapposizione.
L'autoreferenzialità di Cindy Sherman, vista attraverso tutti quei risvolti che tendono all'autoanalisi e anche al travestimento, si affianca alla quotidianità , il più spesso delle volte disarmante, delle istantanee di Nan Goldin con la loro dose di autentico vissuto.
Pur nella cospicua differenza generazionale e di "scuola" dei due tedeschi Thomas Struth e di Wolfang Tillmans (che dal paesaggio "iperreale" di Thomas si arriva fino alle "Still Home" di Wolfang) c'è un filo rosso che passa tra la fotografia di documentazione in senso lato che potrebbe nascere dalla scuola dei Becker.
"Leggete le mie labbra prima che vengano sigillate" è l'aforisma di una vagina ripresa da Zoe Leonard che ci racconta lo spirito ironico della fotografa newyorkese, certo ben diversa dalla professionalità impeccabile della tecnica ritrattistica di Timothy Greenfeld-Sanders (anche se Timothy nella serie dei "Replicanti" gioca sull'ambiguità del reale rispetto alla finzione dei sosia più inverosimili).
Punto centrale dell'indagine dell'iraniana Shirin Neshat è l'emancipazione femminile in una cultura antropocentrica. Shirin, con grande senso poetico, pone la sua sfida importante sulle questioni che come donna confronta di fronte alla cultura islamica. All'opposto nelle ragazze occidentali, ritratte nelle performance di Vanessa Beecroft, l'identità femminile sembra essere omologata attraverso le uniformi degli stereotipi, come se la vacuità dello sguardo fosse il sintomo di una perdita di realtà che si riflette nel silenzio dell'essere nudi con sé stessi.
Se vogliamo confrontare il ciclo "A History of Sex" di Andres Serrano con le immagini caricate di un certo erotismo che ritroviamo nell'ultimo libro "Model Release" di Richard Kern, ci troviamo su due modi di intendere realtà e finzione completamente diversi. I cibachrome di Serrano (insieme ai bianconero di Mapplethorpe) sono dei paradigmi dell'arte della provocazione e dei tabù sessuali e naturalmente religiosi. Il discorso di Kern (che potremo avvicinare più a Roy Stuart che ad Araki) è più sottile, ambiguo e malizioso essendo la ricerca della catalogazione erotica femminile, una realtà che nasce dal sottobosco newyorkese che potremo tranquillamente definire "New York Girls".
Stelle incontrastate della rassegna sono le manipolazioni digitali (con improbabili fughe nel mondo della moda) dell'olandese Inez Van Lamsveerde; qui l'inquietudine degli sguardi riflette sulla realtà oggettuale come artificio "binario" dove ormai la fotografia, con i suoi 150 anni di sperimentazione, è considerata, non più la Cenerentola delle arti ma il mezzo d'immagine più efficace per comunicare e soprattutto il media più carico di significati e di significanti.
Orari - tutti i giorni - dalle 16.00 alle 19.00 o su appuntamento
Galleria Loft Arte - Corso Italia 35/f - Valdagno (VI) - Tel. 0335 6174115