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Paolo Monti
dal 17/1/2001 al 9/2/2001
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Paolo Monti



 
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17/1/2001

Paolo Monti

Universita', Costanza

La dimensione dello sguardo psico-fisiologico cambia in continuazione, l'arte la registra e ne fa conoscenza. Paolo Monti non sfugge a questa realtà dell'arte, e scandaglia la propria sensibilità e percezione alla ricerca di una dilatazione del sentire e del vedere.


comunicato stampa

La dimensione dello sguardo psico-fisiologico cambia in continuazione, l'arte la registra e ne fa conoscenza. Paolo Monti non sfugge a questa realtà dell'arte, e scandaglia la propria sensibilità e percezione alla ricerca di una dilatazione del sentire e del vedere. Fin dall'inizio, per Monti, l'obiettivo è stato quello dello spostamento del limite percettivo tra visibile e non visibile, aguzzando la vista in una qualche altra dimensione per scoprirsi non solo uomo, ma percettivamente "altro". Anche la scienza in fondo fa proprio questo, spingendo oltre ed altrove i confini della dimensione umana, analizzando tutto, osservando e appropriandosi dell'osservato.

Monti convoglia nelle sue opere le conoscenze acquisite nelle ultime teorie delle scienze naturali, andando oltre la mera rappresentazione, verso un'interazione dinamica tra osservatore ed osservato. Un percorso il suo dove si intrecciano originalmente le riflessioni sui meccanismi percettivi, psicologici messi in gioco dall'opera d'arte e le relazioni tra estetica, scienza e tecnologia.

Lungo tutto l'arco della sua produzione queste tematiche prendono di volta in volta la forma di installazioni a scala ambientale in cui lo spettatore e' continuamente sollecitato a ridefinire, in senso sperimentale, i confini della propria esperienza. Monti si cala, e ci fa calare completamente, anche attraverso l'uso di tecnologie, ma, diremo di più, attraverso una particolare forma mentis, nell'osservato; consentendoci di vedere i "Flottage", dove le vibrazioni delle onde sonore, termiche, elettromagnetiche, le radianze luminose ed energetiche vengono rilevate e rivelate sotto forma di colori cangianti, che appaiono, per reazione al calore o alla luce, per poi nuovamente scomparire. Oppure osservare la consunzione di un capitale, come in "Image of Dollar" dove in un tempo x, una banconota aggredita da reagenti chimici, sensibili alla luce e al calore, si dissolve non lasciando più alcuna traccia, per percepire fisiologicamente la caducità della materia. "Il tempo è danaro", si dice. Qui è il danaro che è tempo. Fino alla totale entropia, fino al consumo finale, fino al nulla.
Per queste ragioni la sua arte non può definirsi come tecnologica, nell'accezione almeno a cui siamo abituati, perché Monti potrebbe passare anche ad altre possibilità rappresentative se ve ne fosse l'occasione, se come ripetiamo trovasse altrove la possibilità di immedesimazione, di Einfhulungh, con il mondo.

L'uso di mezzi tecnologici diviene pertanto pretesto per esplorare una differente concettualità che va a toccare problemi filosofici relativi all'identità dei soggetti, ma anche di interpretazione del mondo e della realtà. Un mondo sottilmente interconnesso nel quale e attraverso il quale, siamo intimamente collegati l'uno all'altro cosi' come all'universo.
Le condizioni reali dell'osservazione, le interferenze, i contrasti tra regole ed eventi, costituiscono pertanto il campo di indagine della ricerca di Monti, la cui finalità non e' tanto mostrare i nessi, ormai evidenti tra arte e scienza, quanto rilevare e rivelare, una "quarta dimensione" dove percezione, immaginazione, razionalità ed emozione sembrano coesistere.

La dimensione dello sguardo psico-fisiologico cambia in continuazione, l'arte la registra e ne fa conoscenza. Paolo Monti non sfugge a questa realtà dell'arte, e scandaglia la propria sensibilità e percezione alla ricerca di una dilatazione del sentire e del vedere. Fin dall'inizio, per Monti, l'obiettivo è stato quello dello spostamento del limite percettivo tra visibile e non visibile, aguzzando la vista in una qualche altra dimensione per scoprirsi non solo uomo, ma percettivamente "altro". Anche la scienza in fondo fa proprio questo, spingendo oltre ed altrove i confini della dimensione umana, analizzando tutto, osservando e appropriandosi dell'osservato.

Monti convoglia nelle sue opere le conoscenze acquisite nelle ultime teorie delle scienze naturali, andando oltre la mera rappresentazione, verso un'interazione dinamica tra osservatore ed osservato. Un percorso il suo dove si intrecciano originalmente le riflessioni sui meccanismi percettivi, psicologici messi in gioco dall'opera d'arte e le relazioni tra estetica, scienza e tecnologia. Lungo tutto l'arco della sua produzione queste tematiche prendono di volta in volta la forma di installazioni a scala ambientale in cui lo spettatore e' continuamente sollecitato a ridefinire, in senso sperimentale, i confini della propria esperienza. Monti si cala, e ci fa calare completamente, anche attraverso l'uso di tecnologie, ma, diremo di più, attraverso una particolare forma mentis, nell'osservato; consentendoci di vedere i "Flottage", dove le vibrazioni delle onde sonore, termiche, elettromagnetiche, le radianze luminose ed energetiche vengono rilevate e rivelate sotto forma di colori cangianti, che appaiono, per reazione al calore o alla luce, per poi nuovamente scomparire. Oppure osservare la consunzione di un capitale, come in "Image of Dollar" dove in un tempo x, una banconota aggredita da reagenti chimici, sensibili alla luce e al calore, si dissolve non lasciando più alcuna traccia, per percepire fisiologicamente la caducità della materia. "Il tempo è danaro", si dice. Qui è il danaro che è tempo. Fino alla totale entropia, fino al consumo finale, fino al nulla.

Per queste ragioni la sua arte non può definirsi come tecnologica, nell'accezione almeno a cui siamo abituati, perché Monti potrebbe passare anche ad altre possibilità rappresentative se ve ne fosse l'occasione, se come ripetiamo trovasse altrove la possibilità di immedesimazione, di Einfhulungh, con il mondo.
L'uso di mezzi tecnologici diviene pertanto pretesto per esplorare una differente concettualità che va a toccare problemi filosofici relativi all'identità dei soggetti, ma anche di interpretazione del mondo e della realtà. Un mondo sottilmente interconnesso nel quale e attraverso il quale, siamo intimamente collegati l'uno all'altro cosi' come all'universo. Le condizioni reali dell'osservazione, le interferenze, i contrasti tra regole ed eventi, costituiscono pertanto il campo di indagine della ricerca di Monti, la cui finalità non e' tanto mostrare i nessi, ormai evidenti tra arte e scienza, quanto rilevare e rivelare, una "quarta dimensione" dove percezione, immaginazione, razionalità ed emozione sembrano coesistere.

Vernissage 18 Gennaio 2001 ore 19.00

L'introduzione alla mostra sarà tenuta dal Dr. Friedemann Malsch, Direttore del Museo di Arte Contemporanea di Liechtenstein
Galerie auf der Empore: 18.1.-9.2.2001
Orari di apertura:
lunedì-martedì, giovedì-venerdì: 12.00-16.00 mercoledì: 16.00-20.00

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