Spazi comuni. Reinventare la citta'. Nelle tele dell'artista si intrecciano racconti fantasiosi che esaltano la liberta' individuale in tutte le sue espressioni, anche le piu' imprevedibili.
Spazi comuni. Reinventare la citta'
La mostra si
apre con una conversazione sulla citta' del quotidiano, condotta dall’
architetto Pino
Brugellis e dal sociologo Francesco Pezzulli che
anticipa i temi fondamentali di un libro di prossima pubblicazione
“Spazi comuni.
Reinventare la citta'" (Bevivino-editore). Il libro e' il
frutto di una serie di giornate di studio che gli autori,
prevalentemente sociologi ed architetti, hanno condiviso nel corso del
2005.
Gli argomenti affrontati da diversi punti di vista sono stati
quelli del superamento delle “citta' del controllo", del ruolo delle
migrazioni e del sapere nella costruzione di spazi comuni nelle citta',
della strada come luogo privilegiato delle relazioni sociali e dei
significati urbani.
In copertina e' riprodotta un’opera di Paolo
Consorti, “Ciao",2005, presente in questa esposizione bolognese.
Nelle grandi tele di Paolo Consorti si intrecciano racconti fantasiosi
che esaltano la liberta' individuale in tutte le sue espressioni, anche
le piu' imprevedibili. Il contesto urbano nella visione di Paolo
Consorti contraddice la consueta immagine giornalistica della metropoli
contemporanea e diviene spazio dell’imprevisto, miscela di pubblico e
privato, superamento delle barriere culturali in un mega-rituale
collettivo in cui ognuno esprime se stesso senza coordinate
prestabilite.
Esistere e' esprimere la
propria liberta', il proprio modo
di sentirsi al mondo. Tale abbattimento di codici appare come una
gioiosa rinascita, una liberazione dagli standard consumistici e
culturali del mondo contemporaneo, una ribellione giocosa e molto
determinata per riappropriarsi di una liberta' integrale. Gesti semplici
si caricano di
irriverenza e sfidano l’asettico mondo urbano, come
baluardo, eroico ed ironico di una singolarita' attraverso cui passa il
rispetto per l’altro.
La stessa profonda esigenza di liberta' e
rispetto dell’individuo e' quella che muove la visione etica di “Spazi
comuni. Reinventare la citta'" che, in un’epoca in cui l’architettura
interpreta i luoghi come trategia di marketing e di controllo sugli
individui, suggerendo nell’apparenza l’idea di una liberta'
preconfezionata, opzioni possibili in cui riconoscersi, uguali ed
omogenei a milioni di altre persone, vicine e lontane, sostiene una
differente visione teorica che capovolge l’orizzontalita' illimitata di
questa interpretazione/riduzione dell’esistere.
E' un pensiero che pone
al centro della progettazione architettonica e urbanistica la
singolarita' dei luoghi con tutte le loro energie inespresse,
invisibili, tutte le incongruenze e le discontinuita' possibili. La
strada e gli spazi comuni sono il simbolo per eccellenza di questo modo
di interpretare la citta' contemporanea, luoghi in cui si producono
relazioni la cui dinamica, priva di organizzazione ed autoregolata,
fornisce un modello “sociale" di convivenza.
Inaugurazione: 27 gennaio
ArtSinergy
via San Giorgio 3 - Bologna