Da Joseph Beuys a Mark Oskin una carrellata di oggetti che divengono opera per spostamenti anche minimi. E’ stata questa una delle grandi ipotesi del Novecento che ha portato verso la non-opera ed il non-luogo dell’arte. In mostra una breve selezione, a partire da esponenti attivi in questo senso dai primi anni Settanta, per creare un’unica articolatata installazione che testimoni il senso dell’alterita'.