Villa delle rose
Bologna
via Saragozza, 228
051 436818 FAX 041 2711411
WEB
8 Artisti, 8 Critici, 8 Stanze
dal 25/1/2001 al 18/3/2001
WEB
Segnalato da

Giuditta Bonfiglioli




 
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25/1/2001

8 Artisti, 8 Critici, 8 Stanze

Villa delle rose, Bologna

In occasione di Arte Fiera 2001 la Galleria d'Arte Moderna di Bologna organizza, nella prestigiosa cornice espositiva di Villa delle Rose, una mostra collettiva pensata e costruita attorno alle otto stanze che ne caratterizzano gli spazi. Otto giovani artisti, sostenuti da altrettanti giovani critici, tutti attivi nella regione Emilia Romagna, interpretano le stanze della Villa, consentendo ad ogni lavoro una presenza significativa.


comunicato stampa

A cura di Dede Auregli e Peter Weiermair.

In occasione di Arte Fiera 2001 la Galleria d'Arte Moderna di Bologna organizza, nella prestigiosa cornice espositiva di Villa delle Rose, una mostra collettiva pensata e costruita attorno alle otto stanze che ne caratterizzano gli spazi. Otto giovani artisti, sostenuti da altrettanti giovani critici, tutti attivi nella regione Emilia Romagna, interpretano le stanze della Villa, consentendo ad ogni lavoro una presenza significativa. Il progetto è sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, che ha offerto per il 2001 la propria prestigiosa collaborazione con l'intento di promuovere le nuove espressioni dell'arte contemporanea regionale.

Andrea Chiesi, è nato a Modena nel 1966.

In questa occasione espositiva presenta nuovi lavori pittorici, dove sono protagoniste architetture industriali trafitte da una luce fredda, pressoché irreale. Luoghi abbandonati che egli ama frequentare e documentare inizialmente con la fotografia, per poi trasporli sulla tela. Sogni, o incubi dove si blocca lo scorrere del tempo, icone mute che, trasfigurate, assumono vita propria. "Più che alle innumerevoli periferie già dipinte da tanti grandi della modernità, scenari metafisici indenni da questo spirito di corpo a corpo tra autore e soggetto, le immagini di Chiesi richiamano la storia di un'arte meno urbanizzata, più liberamente fuggitiva..", come osserva Valeria Tassinari nel testo di presentazione.


Piero Cattani è nato a Solothurn nel 1957, vive e lavora a Ravenna.
La sua poetica neoconcettuale appare stemperata e scevra dagli aspetti più freddi ed austeri tipici di questa corrente artistica. Le installazioni di Cattani sono spesso caratterizzate dal ready-made e giocano sull'effetto di "spaesamento ed effettismo", così come ama sottolineare Fabriano Fabbri. Le operazioni che egli crea negli spazi espositivi, come quello di Villa delle Rose dove porterà un vero e proprio bagno high-tech super accessoriato, creano uno scenario assolutamente nuovo e sorprendente nel quale coesistono elementi preesistenti e nuovi strumenti tecnologici, o appartenenti all'universo dei mass media.


Una grande sfera di resina, emblema di un "fantastico" globo terrestre, campeggia nella sala dedicata a Davide Bertocchi, giovane artista modenese presentato da Claudia Zanfi. Ricollegandosi all'universo della fantascienza, Bertocchi si contraddistingue per una vena ironica che porta lo spettatore ad "uno stravagante viaggio al centro della terra". Anche la serie di fotografie di pianeti, che fanno da cornice all'installazione, concorre a creare un'atmosfera surreale e spiazzante. Le immagini planetarie, infatti, riportano, tramite un procedimento di sovrapposizione, volti noti dell'universo artistico bolognese, "nuove icone di una geografia umana che ha il potere di modificare lo spazio e di ridefinire la visibilità degli eventi artistici" (C. Zanfi).


Flavio Favelli è nato a Firenze nel 1967, vive e lavora a Bologna.
Nelle sue opere, che comprendono fotografie, oggetti, installazioni e progetti ambientali, si può rintracciare una ricerca di fondo di una particolare bellezza che, come fa notare il critico Stefano Gualdi, non tiene conto di canoni estetici, ma mira al coinvolgimento emotivo del fruitore. Lo stesso artista descrivendo le sue opere fa riferimento alle parole freudiane. 'Ho spesso osservato che il contenuto delle opere d'arte esercita su di me un'attrazione più forte che non le loro qualità formali e tecniche'. Altro elemento che caratterizza l'opera di questo giovane artista è l'utilizzo della scrittura: incisioni su diversi supporti come vetro, specchi ed alluminio. Una scrittura che non è più soltanto segno ma che riflette i desideri, le paure, le speranze dell'autore stesso.


Luca Piovaccari è nato a Cesena nel 1965, dove attualmente vive e lavora. Le opere di Piovaccari, siano esse disegni o fotografie, sono rappresentazioni del vivere quotidiano, delle emozioni del nostro tempo. Il mezzo fotografico è da lui utilizzato come uno specchio, uno strumento per catturare la realtà, senza però congelarne l'immagine nella rappresentazione di un istante. I lavori di questo giovane artista sono, come fa notare il critico Sabina Ghinassi, paesaggi mentali, che vengono presentati al pubblico come rielaborazioni della realtà che impressionano lo sguardo con discrezione, senza violenza, toccando le corde più intime e segrete dell'anima.


Stefania Galegati è nata a Bagnacavallo (Ra) nel 1973, vive e lavora a Milano. Le opere della Galegati giocano sulla dualità tra realtà e finzione, tra lo scorrere ininterrotto del tempo reale e la sospensione momentanea dello still-life. Il suo sforzo è quello di riuscire ad introdurre piccole pause nel flusso temporale procurandone una finta sospensione. L'artista, come osserva il critico Serena Simoni, si ritaglia una zona d'ombra, un punto privilegiato da cui osservare che si posiziona a metà tra realtà e finzione, come accade nell'opera Shy Hamburger, in mostra, in cui l'unico elemento di connessione tra sospensione ed esperienza è lo sguardo dell'artista. Ciò che da questa particolare angolazione si riesce a cogliere è arte, seppur intesa diversamente da un semplice procedimento mimetico.


Stefano Scheda, nato a Faenza nel 1957, vive e lavora tra Marradi e Bologna. In questa mostra presenta "Siti", una serie di tredici lavori fotografici, nei quali lo spazio architettonico diviene il protagonista principale. Uno spazio metafisico, caratterizzato da colori nitidi ed intensi, dove il corpo umano, rappresentato in tutta la sua sconcertante nudità, si aggrappa disperatamente alle linee di un orizzonte che, indefinibile ed inquietante, lo sovrasta. Si tratta di "..un lavoro ai confini dell'artificio, pur non essendo una costruzione scenografica artefatta,..un piccolo tradimento alla nostra percezione, un espediente per entrare negli sconfinati territori dell'immaginario, fatto di particolari che volutamente giocano con i ricordi, la memoria, il déjà vue." come sottolinea il critico Alice Rubbini.


Italo Zuffi è nato a Imola nel 1969, dove attualmente vive e lavora. L'opera di Zuffi, si tratti di fotografia, installazioni o performance, è continua ricerca della dimostrazione di come sia possibile opporsi alla forza di gravità. L'artista propone infatti, come fa notare il critico Silvia Grandi, una serie di lavori in cui i punti di riferimento spaziali vengono completamente sovvertiti e capovolti. Zuffi mette in scena situazioni in cui il tempo sembra essersi fermato e gli oggetti paiono sospesi in attesa di un evento che ne modifichi la stabilità. A causa di questa voluta forzatura dei limiti spazio-temporali le opere di questo artista tendono, a volte, al paradossale tanto da lasciare il pubblico spaesato ed incerto, come accade per esempio in Rassegna Stampa, presente a Villa delle Rose, e nell'opera Fondale, creata appositamente per questa mostra.


Immagine: Stefano Scheda Sponde, serie "Imposture", 1999

Orario: 15 - 19; chiuso il lunedì
Ingresso: L. 4000

Villa delle Rose, via Saragozza 228/ 230, Bologna

Ufficio stampa GAM: tel. 051 502859; fax 051 371032

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