Antologica. Il percorso espositivo copre un arco temporale che va dal 1965, fino agli anni Novanta, testimoniando le varie fasi dell’iter creativo nella pittura di Mellone. La rassegna attraversa la stagione delle "Citta'", dall’aspetto fantascientifico, e approda alle "Teste polimateriche" e agli "Uomini-prigione".
Antologica
a cura di Martina Corgnati
Nella Sala del Collezionista, 40 opere ripercorrono la carriera di Dario
Mellone, una tra le personalita' piu' originali nel panorama dell’arte
italiana degli ultimi decenni, che e' stato disegnatore e illustratore del
‘Corriere della Sera’.
Dal 16 febbraio all’11 marzo 2006, nella Sala del Collezionista della
Fondazione Stelline si terra' la mostra “Dario
Mellone. Antologica", col
patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano e del Comune
di Milano, nuovo appuntamento del ciclo ‘Collezione Arte Antologia’.
Curata da Martina Corgnati, l’esposizione - la prima in assoluto dopo la sua
scomparsa, avvenuta nel 2000 - presenta quaranta opere che ripercorrono la
carriera di una tra le personalita' piu' originali nel panorama dell’arte
italiana degli ultimi decenni.
Dario Mellone, infatti, e' stato disegnatore e illustratore per il “Corriere
della Sera", ma ha coltivato la passione per la pittura con un’autonomia
linguistica e una spiccata riservatezza caratteriale, interrotta soltanto da
qualche episodio espositivo, come le personali alla Galleria Braidense nel
1978 e nel 1987, al Museo di Milano nel 1980 e alla Compagnia del Disegno di
Milano nel 1995.
Il percorso espositivo coprira' un arco temporale che va dal 1965, fino agli
anni Novanta, testimoniando le varie fasi dell’iter creativo di Mellone,
dalle Figure nello spazio alle ultime, intensissime Teste. La rassegna
attraversa poi la stagione delle Citta', dall’aspetto fantascientifico, e
approda alle Teste polimateriche, agli originali Uomini-prigione e alle
variazioni sul tema della testa che raccontano con grande ricchezza
pittorica la complessita' della condizione umana nell’epoca del dominio
tecnico.
Come affermava Ferruccio De Bortoli - suo direttore al ‘Corriere della Sera’
- “credo che Dario Mellone avesse commesso il peggiore dei peccati per un
artista: quello di anticipare troppo i tempi". Il suo linguaggio,
inizialmente improntato a una forma di “realismo esistenziale" drammatico e
sofferto, ricco di contaminazioni tecniche ed espressive con l’informale,
subisce nel 1967 un primo scarto che produce le Strutture cellulari, sorta
di riflessione astratto-combinatoria sul meccanismo di costruzione e
propagazione delle forme viventi. L’interesse per la tecnica e la scienza,
oltre che la curiosita' sperimentale, avvicina Mellone alla scultura e al
rilievo: nascono le Figure biomorfe (1971), realizzate con cavetti di
plastica che ricordano le composizioni “morbide" di Eva Hesse.
Accompagna la mostra, insieme alla monografia dedicata all’artista,
pubblicata da Skira, un volume realizzato appositamente per l’occasione e
curato da Martina Corgnati, con la pubblicazione di opere inedite.
Bio
Dario Mellone nato a Bologna nel 1929 e trasferitosi presto a Milano al
seguito dei genitori, impara la pittura da autodidatta e frequentando i
corsi serali all’Accademia di Brera. Nel 1950, a Milano, avviene il decisivo
incontro con Dino Buzzati, che lo vuole subito come disegnatore per la
Domenica del Corriere. L’attivita' di disegnatore, svolta da Mellone con una
straordinaria capacita' di rendere le variegate forme della realta' cittadina,
segue in maniera contigua quella di pittore, in un reciproco scambio che
conduce a notevoli risultati.
Uffico Stampa
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Inaugurazione: mercoledi' 15 febbraio 2006 ore 18,30
Fondazione Stelline
corso Magenta 61 - Milano
Orari: Lunedi' ore 14/19; dal martedi' al sabato ore 10/13 e 14/19. Chiuso
domenica e festivi
Ingresso libero