Shit and Shine. L'artista presenta un lavoro strutturato in due parti, con l'intenzione di ripensare, in termini di astrazione, ad un ambiente di cui tutti hanno memoria. Il titolo della mostra e' un omaggio al gruppo noise anglo-americano Shit & Shine.
Shit and Shine
La galleria Extraspazio inaugura Shit & Shine, prima mostra personale di Carola Bonfili (Roma, 1981).
La giovanissima artista, attualmente residente a Londra, con una formazione poliedrica che spazia da quella storico-artistica a quella di illustratrice, presentera' un lavoro strutturato in due parti, sviluppando due idee tra loro complementari anche se apparentemente estranee.
L'intenzione di Carola Bonfili e' quella di ripensare in termini di astrazione ad un ambiente di cui tutti hanno memoria: una parte dell’installazione consiste infatti in una serie di banchi di scuola (provenienti da un liceo romano), con tracce di scritte e disegni degli studenti.
E' come se l’artista si fosse infilata fuori orario in un ambiente a tutti familiare per appropriarsene e ripensarne gli odori, l’atmosfera, le gomme da masticare attaccate sotto ai banchi, i linguaggi e l’immaginario della cultura adolescenziale in cui si mescolano noise, metal e fantasy.
Il titolo della mostra e' un omaggio al gruppo noise anglo-americano Shit & Shine.
Bonfili rielabora le scritte e i disegni sui banchi, ne produce altri su fogli di blocnotes. Con argilla e materiali poveri realizza il modellino di una scultura, sulla quale due lampadine sembrano suggerire due occhi.
Oltre un foro nella parete in fondo alla classe l’artista colloca, come fosse la proiezione in un “extraspazio" della scena contenuta nel modellino sul banco, una scultura di grandi dimensioni che rappresenta un paesaggio ancestrale: un’imbarcazione che veleggia fiera in cima ad alte onde.
L’opera, realizzata con materiali leggeri e carnevaleschi (polistirolo e resina), sembra pero' insinuare un dubbio, una paura, una gravita' in questo scenario fantastico, con una coesistenza di elementi che appartiene anche alle citate poetiche metal e fantasy. A guardarla bene, forse la scena rappresentata tradisce una sostanziale ambiguita': forse il veliero e' in secca, forse e' incagliato in alto tra le rocce.
La mostra e' accompagnata da un testo di Ilaria Gianni.
Extraspazio
via San Francesco di Sales 16/a - Roma