Atelier. La mostra propone una serie di ritratti di artisti nei loro atelier. Attraverso la fotografia dei molteplici legami che intercorrono tra l'artista, la sua opera e lo spazio in cui lavora, Joubaud interpreta e racconta la personalita' dei diversi protagonisti.
Atelier
La mostra di Lionel Joubaud propone una serie di ritratti di artisti
fotografati nei loro atelier. Attraverso la fotografia dei molteplici
legami che intercorrono tra l'artista, la sua opera e lo spazio in cui
lavora, Lionel Joubaud interpreta e racconta, in trittici fotografici,
la personalita' dei diversi protagonisti.
Questo capitolo della ricerca fotografica di Lionel Joubaud ci propone
una serie di ritratti di artisti che sono stati colti nel loro ambiente
di lavoro, nei loro atelier. Il luogo di produzione e l'esercizio
dell'attivita' creativa costituiscono dei soggetti rappresentativi di
lungo corso nella storia dell'arte e Joubaud sceglie di usarli come
chiave d'accesso all'identita' degli artisti che ritrae.
Il luogo di lavoro dell'artista e' infatti il teatro d'azione della sua
creazione, e' lo spazio in cui le opere vengono generate e dove convivono
insieme agli strumenti produttivi. E' il luogo dove esse trovano la loro
prima esposizione, dove viene valutata la loro riuscita, anche tramite
il confronto con altre realizzazioni. Insomma e' lo spazio in cui le
opere vengono generate e giungono a maturazione prima del loro parto
mondano. Per questo motivo tale luogo e' relativo di molti aspetti
pregnanti intorno alla vita, alla sensibilita', al gusto estetico e alla
tecnica dell'artista. In definitiva, l'attenzione all'atelier ci
fornisce l'occasione di uno sguardo su una dimensione identitaria piu'
estesa di quella che ci possono restituire le sole opere.
L'indagine fotografica di Joubaud cerca dunque di seguire le tracce di
una continuita' tra le varie dimensioni citate, inseguendo i molteplici
rinvii che si possono individuare tra questi differenti aspetti e
trovando di volta in volta le chiavi interpretative piu' idonee a
restituire i tratti salienti di ciascuna personalita'.
Eccolo allora concentrarsi sulla psicologia dell'artista e cercare un
rispecchiamento nell'arredamento dell'atelier, piuttosto che nello stile
delle opere o nella postura del ritratto; oppure mimare il suo stile
replicandone i moduli compositivi, innestandovi poi la messa in rilievo
di tratti somatici particolarmente rivelativi. In altri casi, invece,
possono dominare gli aspetti esistenziali del fare arte o magari quelli
attinenti ad una condivisione simbiotica di questa dimensione della
vita.
Questa indagine di Joubaud rappresenta dunque il tentativo di rendere
comprensibili legami non immediatamente evidenti ma pur tuttavia
significativi. E' insomma una ricerca che vuol rendere conto di cio' che
puo' avere un'immediatezza intuitiva ma di cui non si puo' fare scienza, e
che Joubaud riesce invece a restituire con l'efficacia sintetica degli
strumenti dell'arte, con buona felicita' interpretativa e inventiva.
E proprio sulla dimensione inventiva dell'interpretazione fotografica ci
preme soffermarci ancora un momento. Joubaud si da' la regola di
sintetizzare questa complessita' di aspetti e relazioni componendoli in
trittici fotografici.
Dopo aver instaurato un rapporto con l'artista, aver letto e
interpretato le sue opere e lo spazio attraverso i tagli luministici, le
inquadrature, le graduazioni tonali, egli sceglie e compone i riquadri
fotografici distribuendo le tracce in un puzzle che ci offre di
comporre.
Ce lo offre affinche' possiamo a nostra volta partecipare al gioco di
ricomposizione in unita'. Ci invita a saltare con spirito indiziario da
un riquadro all'altro per seguire la trama dei collegamenti che egli
sapientemente orchestra.
Infatti, una delle qualita' pregevoli di questo lavoro, sta proprio nel
fatto che l'interpretazione richiede un lavoro atitivo di completamento
da parte del fruitore. In un certo senso, le opere riproducono delle
relazioni tra vari aspetti identitari del soggetto nello stesso modo in
cui, nella realta' dell'artista, esse attengono ad aspetti diversi della
sua vita e della sua opera.
In definitiva il fotografo ha ritagliato vari aspetti dal continuum
eisistenziale, esteico e produttivo dell'artista e ce li propone in
tessere distinte, chiedendoci al tempo stesso di rintracciare la chiave
interpretativa e di comporne un'identita'. Davide Gasperi
Inaugurazione: venerdi' 24 marzo alle ore 21:00
Associazione Civico32
via Nazario Sauro 24/A - Bologna
Orario di apertura: Lunedi'-venerdi' ore 11-24