Gli elementi formali dei dipinti di Danny Rolph sono modellati dalle molteplici impressioni sovrapposte, emblematiche di un sovraccarico di informazione visiva. I dipinti di Phillip Allen sono contraddittori. Stratificazioni e coaguli a spessi strati in forme bizzarre racchiudono l’interno delle tele.
Danny Rolph e Phillip Allen
Nel 1969 Harald Szeemann organizzo' l’incredibile mostra Quando le espressioni diventano forma. Szeemann voleva dimostrare come l’espressione e i processi creativi fossero piu' rilevanti delle piatte superfici e del cauto formalismo del modernismo della meta' del Ventesimo secolo. I lavori esposti esprimevano idee su tempo e spazio, assenza e presenza, e sull’articolazione del corpo.
Nella mostra attuale, tuttavia, Danny Rolph ha invertito i termini di Szeemann per dimostrare come espressione e processo creativo stiano permeando il regno un tempo sterile della pittura astratta. L’elemento coesivo e' il modo in cui le forme possono essere manipolate per esprimere la posizione di ogni artista e la sua visione del mondo, dimostrando l’imperitura attualita' del modernismo e dell’astrazione, e la sua flessibilita' nell’assorbire i termini del nuovo.
L’opera di Danny Rolph ha un rapporto conflittuale con il modernismo e l’astrazione. Il suo dipinto non e' una rivisitazione ironica di una precedente astrazione, ne' una parodia distaccata. Rivela lo stretto coinvolgimento con i canoni del modernismo, ma con l’impiego di un nuovo spirito intuitivo, basato su esperienze reali, che modella la costruzione formale dei suoi dipinti.
Le composizioni improvvisate di Danny sono il prodotto dell’ascendente visuale a cui e' stato sottoposto un figlio del Ventesimo secolo : la luminosita' piatta e i colori abbaglianti di computer games, grafica, signage, packaging, architettura vernacolare, collezioni di moda per bambini. Gli elementi formali dei suoi dipinti sono modellati dalle molteplici impressioni stratificate e sovrapposte, emblematiche di un sovraccarico di informazione visiva, riprodotta e rivelatasi irrazionale e disgregata.
Dal punto di vista formale i dipinti di Phillip Allen sono contraddittori. Stratificazioni e coaguli a spessi strati in forme bizzarre racchiudono l’interno delle tele, caratterizzato da leggeri washes di colore. Processi pittorici e viscosita' di pittura sono in gioco qui, cio' nonostante i titoli ci dicono che ogni opera e' chiaramente intesa essere di qualcosa : viene rappresentata un’entita'. L’opera di Allen trasmette una lealta' intransigente nei confronti dei canoni formali e materiali del modernismo, ravvivando nel contempo il desiderio dell’artista di dipingere. Lavorare all’interno di questo paradosso crea un’atmosfera giocosa, una specie di allegria emana dai colori acidi e dagli sfolgoranti raggi di luce.
Ispirati dalla guida attraverso lunghe gallerie alpine, i dipinti di Wei riescono a comunicarci il bagliore di fari in avvicinamento, una musica a tutto volume e il risucchiante senso di vertigine dell’alta velocita' in uno spazio ristretto. Queste forme rigidamente strutturate sono state allestite con la precisione matematica di un orologiaio, ma Wei chiaramente prova piacere nel manipolare gli strumenti e i materiali del pittore.
Molte delle sue forme spiraleggianti mimano involute pennellate, con segni delle setole in evidenza. Alle nubi di gas di scappamento e alle attutite luci a intermittenza delle gallerie stradali viene pertanto garantita la ritmica vitalita' della natura: l’interno di un giglio psichedelico o la lucentezza satinata dell’ala di un uccello. La sensazione di velocita' che Wei suscita e' quella di un lontano futuro immaginario, visivamente piu' vicino all’astronave Enterprise che svanisce in un iperspazio, lasciando traccia di se' nell’universo.
AR / Contemporary Gallery
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