Gillian Carnegie
Verne Dawson
Peter Doig
Blake Rayne
Glenn Sorensen
Hannah Starkey
David Thorpe
Alle ore 18.30, nel nuovo grande spazio della Galleria Monica De Cardenas, in Via Vigano' 4, a Milano si inaugura la mostra EXTENDED PAINTING, una ricognizione sulla giovane pittura internazionale con Gillian Carnegie, Verne Dawson, Peter Doig, Blake Rayne, Glenn Sorensen, Hannah Starkey e David Thorpe.
Alle ore 18.30, nel nuovo grande spazio della
Galleria Monica De Cardenas, in Via Viganò 4, a Milano si inaugura la
mostra EXTENDED PAINTING, una ricognizione sulla giovane pittura
internazionale con Gillian Carnegie, Verne Dawson, Peter Doig, Blake Rayne,
Glenn Sorensen, Hannah Starkey e David Thorpe.
Da Londra e New York arriva una nuova pittura figurativa. La realtà vi
appare sottilmente trasfigurata, quasi psichedelica, con un ritrovato amore
per il colore, spesso intenso e cangiante, e una passione per la
sperimentazione con diverse tecniche pittoriche e modalità di
rappresentazione. L'ispirazione viene dal cinema, dalla televisione, dal
digitale, dalla fotografia e dalla storia dell'arte. Queste fonti vengono
utilizzate e trasformate per giungere a creare immagini nuove e personali,
che parlano dell'immaginario individuale e collettivo del nostro tempo.
La ricerca di immagini è fondamentalmente pittorica, ma non è sempre fatta
di pittura. In alcuni casi viene raggiunta con tecniche inventate ad hoc
dall'artista: con minuscole carte colorate ritagliate ed incollate (David
Thorpe), con fili di lana cuciti sulla tela (Michael Raedecker) o con
strati spessissimi di colore che creano bassorilievi(Gillian Carnegie). In
altri casi l'artista usa direttamente la fotografia, ma compone le immagini
come fossero quadri, senza lasciare nulla al caso, ottenendo effetti
pittorici e adombrate tensioni psicologiche (Hannah Starkey). Per giungere
ad inventare nuove immagini, ogni artista si avvale della una sua personale
strategia.
Il pioniere di questo tipo di pittura è Peter Doig, attivo già da circa
quindici anni. In una scena artistica dominata dall'installazione e dalla
fotografia, per molto tempo è rimasto un outsider apprezzato solo da pochi
appassionati. Nato a Edinburgo nel 1959, ma cresciuto in Canada, dal 1980
vive a Londra e dal 1994 insengna al Royal College of Art. Prendendo spunto
da fonti diverse che vanno dai suoi ricordi d'infanzia in Canada e scatti
forografici personali a immagini tratte dal cinema, dalla televisione e dai
giornali, Doig crea paesaggi in equilibrio tra la memoria e l'immaginazione. Tra pendii innevati, presso un lago o uno stagno, o tra gli
alberi del bosco scorgiamo figure che sembrano far parte di una storia che
non conosciamo. Le immagini sono come sospese e cariche di anticipazione, in
attesa di qualcosa che potrebbe accadere. Così che, come dice Doig, 'lo
spettatore diventa regista del film'. I colori sono raffinati e cangianti,
artificiali, psichedelici; la pittura viene applicata in maniera sempre
diversa, usando tecniche disparate e effetti di colore che vanno dall'allucinogeno all'atmosfera febbrile e preziosa del quadro simbolista. La
pittura è la vera protagonista di queste immagini che esplorano le qualitÃ
fisiche e psicologiche del colore, il modo in cui può trasmettere
associazioni personali, e la sua particolare abilità di creare atmosfere
coinvolgenti. Doig descrive il dipingere come 'farsi strada lavorando su una
superfice, perdendocisi dentro'.
Gillian Carnegie, nata a Londra nel 1971, dipinge squisiti paesaggi, still -
life e ritratti sperimentando con il modo di applicare il colore sulla tela,
col suo spessore e il modo in cui riflette la luce. Con la scelta dell'angolazione e dell'ora del giorno crea effetti stranianti. Al primo sguardo
il quadro può apparire astratto, per rivelare poi la riva di un lago col
paesaggio rifesso nell'acqua. O può apparire realistico, per scoprire solo
in seguito un uso del colore molto astratto e artificiale.
Le immagini molto pittoriche di David Thorpe, (nato a Londra nel 1972) sono
in realtà composte da un'infinità di strisce di carta colorata e
ritagliata. Con questa tecnica stravagante e un lavoro immane, Thorpe
realizza manualmente (a labour of love) i suoi paesaggi immaginari,
caratterizzati da una natura eroica e sconfinata, costellata da edifici di
architettura modernista e minuscoli personaggi.
Glenn Sorensen, nato a Sydney nel 1968, ma residente a Malmö in Svezia, ha
un rapporto con la pittura più sommesso e intimo. Le tonalità scelte da
questo artista, così come i soggetti delle sue rappresentazioni, sono
leggere e fluttuanti, ma familiari come estratti da interni casalinghi.
Spesso rappresentano fiori dalle tonalità delicate distribuiti sulla
superfice in ritmi regolari, ripresi da tappezzerie o tovaglie fiorate.
Una tovaglia fiorata con al centro un portacenere di vetro, solo appena
identificabile dalla presenza spiazzante dei mozziconi, vista dall¹alto,
diviene il punto di focalizzazione di ogni interesse percettivo. Le tele, di
piccolo formato, sono solitamente quadrate, rivestite da questa leggera
pittura che ne amplia i confini fino a determinare anche lo spazio
circostante.
Le più recenti esperienze 'tecniche' rispetto alla creazione di immagini
confluiscono nelle strategie pittoriche di Blake Rayne (nato nel Delaware
nel 1969, vive a New York), creando un sottile equilibrio tra figurazione e
astrazione, accentuato dalla presenza di macchie di colore sospese tra l¹
effetto di luce e la pura pittura. I suoi ultimi dipinti ritraggono rami
invernali in una luce chiara e nitida sullo sfondo di un campo innevato e
del cielo blu. L'immagine ci viene mostrata come oggetto manipolabile, così
come abbiamo imparato a vederla al computer con Photoshop. Gli elementi che
compongono il quadro: rami, campo innevato e cielo, vengono ricombinati in
maniera sempre diversa e oscillano tra la perfetta messa a fuoco e una
morbida sfuocatura. Il taglio è cinematografico e suggerisce movimento e
transitorietà .
Verne Dawson (nato in Alabama nel 1961, vive a New York) crea paesaggi
interamente immaginari facendo riferimento alla preistoria dell'uomo ed
alle utopie di ricongiungimento con la natura. Ci mostra per esempio
Manhattan come isola idilliaca, costellata solo da minuscole capanne e
sporadici falò, in cui uomini e donne passeggiano nudi nella dolce luce dl
tramonto; oppure la Pianura Padana coperta di boschi, il cielo ricolmo di
uccelli, le palafitte lungo il fiume Po.
Le opere di Hannah Starkey (nata a Belfast nel 1971, vive a Londra) sono
fotografie, non dipinti, ma sono costruite e composte come quadri, con un
grande senso del colore e dell'immagine pittorica. Ritraggono scene di vita
femminile in città , messe in scena da attrici professioniste. Sono momenti
apparentementi banali, attimi di malinconia e sospensione, allegorie della
vita contemporanea. Attraverso gesti e posizioni, ma anche luci e colori,
raccontano relazioni e tensioni silenziose.
Gli artisti saranno presenti all'inaugurazione della mostra.
Orari: da martedi a sabato dalle ore 15.00 alle 19.00
Galleria Monica De Cardenas, Via Viganò 4, Milano