Il paesaggio e la scena popolare nei luoghi e nell'epoca di Giovanni Francesco Barbieri. Il ritrovamento di un importante dipinto giovanile di Guercino ha gettato le basi di questa esposizione. Un nuovo capitolo di studi e' stato aperto sull'attivita' di uno tra i pittori piu' indagati e considerati di tutta la storia dell'arte.
Il paesaggio e la scena popolare nei luoghi e nell'epoca di Giovanni Francesco Barbieri.
Il ritrovamento di un importante dipinto giovanile di Guercino ha gettato le
basi di questa esposizione. Un nuovo capitolo di studi è stato aperto
sull'attività di uno tra i pittori più indagati e considerati di tutta la
storia dell'arte. La tela raffigura un paesaggio, al centro del quale è
stata allestita la fiera di un villaggio e fino alla recente scoperta era
conservata, come opera di un anonimo 'bambocciante' romano, nei depositi dei
Musei Vaticani. L¹individuazione e le ricerche condotte da Massimo Pulini
hanno permesso di stabilire che il quadro, oltre a costituire un
precocissimo esempio di scena popolare italiana, che anticipa di più di un
decennio la diffusione delle pitture di genere che vennero appunto
denominate 'bambocciate', è anche l¹intima cronaca non di un mercato
qualunque, ma, con buona probabilità , di una fiera che si teneva nei pressi
di Cento, amata patria dell¹artista. La folla e le varie attività di
commercio, descritte con occhio attento e divertito, sono infatti assiepate
al centro di una pista arginata, che si è dimostrata essere il letto
disseccato dell¹antico Reno. Nel lontano 1459 infatti, il corso del venne
deviato da nord a sud del centro abitato di Cento, al fine di scongiurare i
danni causati dalle frequenti inondazioni.
Il nuovo dipinto, oltre che assumere una grande importanza nella storia del
territorio e delle sue tradizioni, permette di riconsiderare, sotto un più
ampio sguardo, le due tematiche meno studiate del geniale ed eclettico
pittore: il paesaggio e la scena popolare, delle quali si conoscono rari
esempi pittorici, ma che furono i soggetti ispirati e prediletti di una
quantità enorme di disegni, di straordinaria qualità , libertà e arguzia.
L¹approccio di Guercino al paesaggio sembra precorrere, in campo pittorico,
lo stile che due secoli dopo verrà definito 'romantico', mentre nei disegni
è già contenuta l¹idea di 'capriccio', di veduta d¹invenzione, che troverÃ
piena fortuna nella Venezia del Settecento.
Attorno alla Fiera sul Vecchio Reno, saranno esposti diversi altri dipinti
dell¹artista che chiariscono come il temperamento sanguigno ed entusiastico
della sua maniera giovanile, si riverberasse anche nella visione della
natura, fino a trarne il senso più palpitante e vitale.
La necessità di ricostruire un contesto culturale nel quale il dipinto
ritrovato nacque ha offerto una preziosa occasione, per presentare
importanti e recenti novità , connesse ai due temi indagati, riconducibili ad
altri autori contemporanei e conterranei di Guercino,. Se solo due anni fa,
in una bella e fortunata rassegna, che dispiegava le panoramiche regionali
della scena di genere in Italia, il capitolo dedicato a Bologna doveva con
rammarico constatare la sostanziale esclusione di opere del XVIII secolo,
ora è invece possibile, grazie all'indagine che ha portato alla presente
esposizione, inanellare una coerente e variegata produzione di dipinti a
soggetto popolaresco, eseguite da numerosi artisti emiliani del Seicento. E¹
finalmente ricucito il filo iconografico e stilistico che dalle Botteghe,
dalle Macellerie dipinte a Bologna, sul finire del Cinquecento da Bartolomeo
Passerotti e da Annibale Carracci, porterà ai Mestieri per via incisi dal
Giuseppe Maria Mitelli e alle Scene di cortile di Giuseppe Maria Crespi.
La Fiera sul Reno Vecchio di Guercino sarà messa a confronto con altre
bellissime rappresentazioni di Mercati e verranno rilevati gli stretti
rapporti con la coeva Fiera dell'Impruneta, dipinta a Firenze nel 1618 da
Filippo Napoletano e con la famosa la Fiera di Poggio a Caiano che proprio
Giuseppe Maria Crespi, che ora sappiamo venne realizzata, un secolo dopo,
sulla memoria del dipinto centese.
Un altro straordinario contributo, nella medesima direzione di conoscenza, è
dato da cinque grandi dipinti attribuibili a Giovanni Maria Tamburini,
aventi come oggetto un singolarissimo repertorio di Mestieri cittadini,
descritti sotto la tutela delle Arti Liberali.
Tra gli altri inediti l¹esposizione presenterà diversi quadri di Pier
Francesco Cittadini, che permettono di rivelare una loro marcata quanto
insospettata propensione a soggetti di genere 'basso', nonostante che i due
artisti provengano dalla più aulica tradizione reniana.
La mostra è suddivisa in cinque sezioni iconografiche, che scandagliano
altrettante diramazioni del paesaggio e della scena popolare, che restano
tra i due grandi temi per tracciare un profili inedito della pittura
emiliana del XVII secolo. Dalla rappresentazione dei Festini all¹aperto
(nella cui sezione saranno presenti importanti inediti di Mastelletta e
Ludovico Carracci), si passa a scene che possono collocarsi Tra cucina e
cortile, le quali, trattando immagini di operosità domestiche, introducono
idealmente il conseguente dei Mestieri e dei Mercati.
La penultima sezione, intitolata al paesaggio tra bucolico e quotidiano,
raccoglie opere di più vario orientamento narrativo. Dipinti di esplicito
intento filosofico, come l¹Et in Arcadia ego di Guercino, sono rapportati ad
altri di prevalente ragione paesaggistica, anche se ognuna delle opere offre
affascinanti annotazioni di cronaca paesana e rurale.
Chiude l¹esposizione la sala della Pinacoteca Civica nella quale sono
conservati gli affreschi di Guercino e della sua bottega giovanile, staccati
dalla centese Casa Pannini, che rappresentano scene di caccia, pesca e
lavori agreste, risistemati, nuovamente studiati per l¹occasione e
affiancati da tre capolavori assoluti di questi generi: una Scena di caccia
al cinghiale di Nicolò dell¹Abate in prestito dalla Galleria Spada di Roma,
la spettacolare Scena di pesca di Annibale Carracci del Louvre e un nuovo
Scarsellino dai Musei Vaticani.
La rassegna è stata realizzata dall¹Amministrazione Comunale di Cento e
dalla sua Pinacoteca Civica, gode dei patrocini dei Musei Vaticani e della
Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Bologna ed è stata possibile
grazie a numerosi prestiti di opere provenienti da vari musei italiani ed
europei, nonché da importanti collezioni private.
Oltre ai dipinti di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino e del
fratello Paolo Antonio, sono esposte opere di Jacopo Bassano, Nicolò
dell¹Abate, Jan Soens, Annibale, Agostino e Ludovico Carracci, Filippo
Napoletano, Ippolito Scarsella, Domenichino, Sisto Badalocchio, Giambattista
Viola, Ludovico Lana, Andrea Donducci detto il Mastelletta, Giovanni Maria
Tamburini, Pier Francesco Cittadini, Lorenzo Pasinelli, Aureliano Milani e
Giuseppe Maria Crespi.
Nell¹ampio e approfondito catalogo che correda la mostra, pubblicato dalla
Federico Motta Editore e curato da Massimo Pulini sono contenuti saggi e
schede dello stesso curatore, di Daniele Benati, Fausto Gozzi, Alessandro
Marchi, Francesca Baldassari, Elisabetta Sambo e Maria Lucrezia Vicini.
Dida immagine: Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino (Cento, 1591 - Bologna, 1666) "Et in Arcadia ego" Olio su tela, 82 x 91 cm Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini, inv. 1440
Curatore: Massimo Pulini
Catalogo: Federico Motta Editore
Orario: martedì  domenica: 9.30Â12.30; 15.30Â18.30, chiuso lunedì
Biglietto d'ingresso:
intero L.10.000, ridotto L.8.000, ingresso gratuito fino al 18 anni e oltre
60 anni
Informazioni (al pubblico):
Comune di Cento, Ufficio Cultura, tel:051-6843390, fax: 051-904531;
Cento, Pinacoteca Civica
Ufficio stampa:
STUDIO PESCI, Via G. Petroni 18/3, 40126 Bologna
tel:0039-051-269267, fax: 0039-051-2960748; e-mail: gio@mailbox.dsnet.it