Il ponte tra le cose. Disegnatore, scultore e pittore, l'artista utilizza insieme questi tre modi d'espressione, senza gerarchia, appoggiandosi all’uno per sviluppare l'altro.
Il ponte tra le cose
Herve' Paraponaris e' disegnatore, scultore e pittore. Egli intraprende insieme questi tre modi d'espressione, senza gerarchia, appoggiandosi all’uno per sviluppare l'altro. I suoi materiali sono svariati. Il punto di partenza e' la', nell’immaginario estratto dagli elementi. Basta risvegliare o sollecitare i materiali per avere, allo stesso tempo, un'immagine ed una sensazione. E' il suo ambiente che Herve' Paraponaris trascrive in un'altra dimensione, costruendo dei rapporti dal grande al piccolo, dalla natura alla sua annotazione, dallo sguardo alla memoria, avendo per modello non una figura ma l'intimita' stessa di questi scambi.
Come cio' che viene costruendo, rende fragile il suo corpo fino alla ricettivita' piu' estrema e delicata. Il corpo ascolta mentre la mano ripara. Herve' Paraponaris ha bisogno di questa relazione tattile. Legge il mondo in braille e da vicino. Bisogna entrare nel paesaggio. Il punto di distanza e' all'interno del corpo.
Poiche' si tratta di mano, non e' in questione il trattare di abilita' o di ben fare. Se non che qui ella governa tra gli ostacoli: leggibilita' troppo sostenuta, se ne guarda, non una dimostrazione, emotivita', si', nella lezione delle cose, nell'apprendistato di una conoscenza personale, di un confronto con la natura, altrimenti cambia registro. E' lo strumento della rettifica, delle bende che lasciano passare l'aria. E' anche l'istigatrice dei danni davanti ai quali si da' da fare.
Herve' Paraponaris tiene la sua ambizione alla larga dai discorsi, non un'analisi. Essa non e' traducibile con termini diversi da passaggi, ponti, rinvii da un’opera all'altra.
Prosegue, cosi', cio' che si definisce una presenza disgiunta dalle istruzioni per l'uso. Le operazioni che utilizza non contengono in se' stesse le proprie finalita'. Sono gli strumenti per conquistare cio' che lo circonda, le modalita' per un'appropriazione affatto letterale. L'immaginario si mescola. La conoscenza del materiale e' surclassata dalle immagini che suscita. E' una conoscenza privata, ma che ha l'ambizione di abbracciare allo stesso tempo il mondo e la sensazione che esso procura. Non si tratta di azzerare. Si tratta di superare gli stati d’animo di fin di secolo, la litania delle constatazioni, delle tautologie, per guardare dal lato del mattino. - Fre'de'ric Valabre'gue
Galerie du Tableau
37, rue Sylvabelle - Marseille