Guillermina De Gennaro presenta 5 lavori che raffigurano dei volti. Stefania Pellegrini propone una nuova serie di opere intesa come una estensione dei lavori realizzati in lana. Rosemarie Sansonetti espone una installazione 'domestica e precaria'. A cura di Vito Intini.
Guillermina De Gennaro, Stefania Pellegrini e Rosemarie Sansonetti
a cura di Vito Intini
A volte proviamo il bisogno di ridurre ogni cosa all'essenziale. Ci pare che cio'
assomigli ad una strana nostalgia, quella di non possedere altro se non il nostro
semplice nome, un buon paio di scarpe, e la volta del cielo immenso sopra il capo.
Ogni suono, ogni segno e gli intervalli, le pause, i vuoti stessi, magicamente,
acquistano un senso che la nostra distrazione prima non gli attribuiva. I vuoti si
trasformano in abissi e gli intervalli e le pause in segni e colori: tutto diventa
piu' importante, indispensabile, decisivo.
Abbiamo la strana sensazione di vedere,
finalmente, le cose che guardiamo per la prima volta nella loro semplice scandalosa
nudita'. Finalmente il bianco del muro si mostra per quello che e', possiamo quasi
accarezzare la luce e assaporare il minimo suono, e intuiamo, piu' distintamente, le
relazioni, i rapporti, altrimenti segreti, fra le cose. Fra noi e le cose. E poi c'e'
il tempo che pare rallentare, quasi sospeso. Come il nostro pensiero e cio' che di
continuo ci sollecita ad emettere giudizi. Ogni cosa occupa il suo posto, con
precisione, senza fatica ne' affanno. Simile al respiro calmo di un bambino che
riposa. Abbiamo cosi' pensato alla forma sobria e semplice, pur nella sua estrema
complessita', dell'Haiku, il celebre componimento poetico giapponese che, in soli tre
versi , sembra racchiudere e disvelare il mistero profondo che pone in relazione il
Microcosmo, l'io lirico del poeta-pittore, con il Macrocosmo della Creazione
incessante e permanente. In soli tre versi puo' accadere di avvertire nel petto, con
il nostro, il respiro stesso di Dio. Il Dio di Spinoza, naturalmente. E di Kazimir
Malevitch.
La mostra e' tutta giocata sul numero tre. Un numero magico, fatale, irrimediabile.
Tre sono gli spazi che la Kunsthalle mette a disposizione, tre le artiste invitate,
tre gli approcci al fare dell'arte, tre gli stili, le tecniche e le visioni, tre i
caratteri, le sensibilita' e le storie personali.
Guillermina De Gennaro presenta cinque lavori che raffigurano dei volti ( tecnica
mista su tavola, dipinti su tela e su carta) posti in relazione con piccole tele con
gli haiku la cui corretta ri-composizione richiedera' l'intervento del pubblico.
Eccone uno : mi casa blanca / se / hizo aire sobre el vidrio / del bus que me llevo'
lejos ( un punto bianco / divento' la mia casa / dietro i vetri del bus).
Stefania Pellegrini propone "Extension", una nuova serie di opere intesa come una
estensione dei lavori realizzati in lana, una traduzione del filo in bidimensionale;
soggetto della serie saranno i capelli, le capigliature (il titolo si riferisce
anche ai capelli posticci che i parrucchieri aggiungono ai veri per allungarli senza
aspettare la crescita naturale e lenta). In questo caso le capigliature di persone
che sono idealmente l'estensione dell'artista, dei suoi pensieri, desideri, ideali,
ecc. per iniziare ha pensato a Frida Kahlo.
Rosemarie Sansonetti espone una installazione, come lei stessa afferma, domestica e
precaria. Si tratta di sette fotografie, serigrafate su plexi, montate su piccole
mensole retroilluminate con il neon. Una riflessione sulla trasparenza e sul
vuoto. L'ambiente che ne deriva incontra in modo impeccabile e decisamente
convincente gli spazi intriganti della Kunsthalle tanto da stimolarci, in modo
prepotente, ad una lettura laicamente spirituale dell'opera della Sansonetti che non
avremmo prima sospettato. Vito Intini.
Inaugurazione Sabato 13 maggio 2006 dalle ore 18,30
KunstHalle
Via santa Maria la Greca, 79 - Putignano (BA)
Orario: Feriali lun.-sab. 17.30-19.30 (oppure su appuntamento)