Galleria Alberto Peola
Torino
via della Rocca, 29
011 8124460 FAX 011 19791942
WEB
Andisheh Avini
dal 22/5/2006 al 25/7/2006
lunedi' - sabato 15.30-19.30

Segnalato da

Alberto Peola



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Andisheh Avini



 
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22/5/2006

Andisheh Avini

Galleria Alberto Peola, Torino

Sebbene non praticante, l'artista trova nell'Islam temi molto interessanti che sono per lui spunti poetici. I dipinti calligrafici esposti sono realizzati con sangue di pecora mischiato a pigmenti, una serie di miniature porta la riflessione sull'anonimato cosi' come le sculture dei teschi; un'arte che e' uscita da una forma di censura.


comunicato stampa

La Galleria Alberto Peola presenta la prima personale in Italia di Andisheh Avini, artista americano di origini iraniane.

Nato e cresciuto a New York, Avini e' rimasto molto legato all'eredita' persiana. Parla, legge e scrive in farsi ed e' stato in Iran molte volte da bambino e da ragazzo. Molto del suo lavoro ha a che fare con l'identita' e l'assenza di identita', nel mezzo tra due culture come Persia e America che tirano in piu' direzioni divergenti.

Sebbene non praticante, Avini trova nell'Islam temi molto interessanti che sono per lui spunto per idee da esplorare attraverso l'arte. Una e' l'idea di anonimato. I musulmani credono che il viso o la descrizione di una persona non siano importanti, e questo e' il motivo per cui non si vedono mai immagini del profeta Maometto.

Sul tema dell'anonimato, l'artista comincia a lavorare a una serie di silhouettes, anonimi autoritratti, cui fanno seguito i dipinti calligrafici. Il divieto di dipingere le persone e le loro facce ha reso la calligrafia la forma piu' importante di arte nel mondo islamico. Misurandosi con questa tradizione, usando il format della scrittura farsi, Avini crea lavori molto espressivi e catartici. Piu' interessato al mezzo e all'atto dello scrivere che al messaggio, i suoi dipinti si snodano come flussi di coscienza, sono come monologhi interiori. <>.

I dipinti calligrafici esposti - scrittura rossa su tela bianca - sono realizzati con sangue di pecora mischiato a pigmenti. Il sangue di pecora rappresenta il sacrificio e, d'altra parte, la calligrafia e' un grande sacrificio in se', un'arte che e' uscita da una forma di censura.

Una serie di miniature amplia la riflessione sull'anonimato. Partendo da inkjet prints, attraverso una progressiva sottrazione, Avini copre col colore tutti i dettagli delle figure umane e tutti i testi che le descrivono. Restano cosi' soltanto paesaggi e misteriose figure di cui si deve immaginare cosa stanno facendo e cosa stanno dicendo.

Anche le sculture dei teschi sono riconducibili allo stesso tema. Non si puo' dire chi erano quelle persone o cosa facevano. Sono ormai solo un resto di cio' che erano una volta. Ognuno sembra uguale nella morte. E alla propria morte Avini fa ripetutamente diretto riferimento nella serie dei ritratti del suicidio: l'arte gli permette di contemplarla e di controllare l'ossessione che gli crea.

Il teschio e' un'immagine molto potente, che lascia spazio all'immaginazione. I teschi di Avini sono preziosamente rivestiti, con motivi tratti dalle decorazioni iraniane. Egli infatti attinge a quel mondo ricco di disegni e di colori, tagliandoli, mettendoli insieme e rivestendo con essi le idee della sua arte.

Inaugurazione: martedi' 23 maggio alle ore 19.

Galleria Alberto Peola
via della Rocca, 29 - Torino
Orario: da lunedi' a sabato dalle 15.30 alle 19.30

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