L’esposizione allinea per ogni artista una cinquantina di opere fra dipinti e lavori su carta e propone una selezione che, dagli anni ‘50 giunge fino a noi sottolineando la “distanza e la prossimita'" che esiste fra questi due pittori.
Distanza e prossimita'
A cura di Nicoletta Pallini
Martedi' 30 maggio, alle ore 18.30, presso la Rotonda di via Besana a Milano, si inaugura la mostra Guido e Sandro Somare'. Distanza e prossimita', promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano.
Prodotta da Palazzo Reale e ideata e curata da Nicoletta Pallini appositamente per questo ciclo di rassegne, l’esposizione rientra nel ciclo “Maestri a Milano" avviato nel 2003 per far conoscere al grande pubblico gli autori che hanno contribuito a qualificare il capoluogo lombardo come uno dei grandi centri artistici internazionali.
La mostra e' dedicata a Guido (1923-2003) e Sandro (1929) Somare', conosciuti all’estero, ma ai quali fino a ora non era mai stata dedicata un’esposizione antologica in uno spazio pubblico italiano. I due fratelli sono profondamente legati alla storia e alla cultura della nostra citta' anche per la loro singolare vicenda familiare. Figli di Enrico, celebre storico e critico della Pittura Italiana dell’800 e, per parte di madre, nipoti di Cesare e Guido Tallone, protagonisti della Scapigliatura e della Ritrattistica lombarda a cavallo fra ‘800 e ‘900, sono stati testimoni di un’epoca fin dagli anni ’50. Hanno partecipato in prima persona al clima culturale che in quel periodo aveva il proprio centro attorno al leggendario “Bar Jamaica" e all’altrettanto celebre Galleria Milano fondata per altro dagli stessi artisti nel 1964 assieme a Gianni Dova, Aldo Bergolli e Mario Rossello.
L’esposizione allinea per ogni artista una cinquantina di opere fra dipinti e lavori su carta, anche di grande dimensione, e propone una selezione significativa che, dagli anni ‘50 giunge fino a noi sottolineando la “distanza e la prossimita'" che esiste fra questi due singolari pittori. Guido e Sandro Somare', partendo dall’Informale e dall’Astrazione, hanno definito nel corso degli anni un proprio linguaggio, onirico, poetico ed evocativo, il cui “leit motif" consiste in una pittura colta, silenziosa e appartata che se per certi versi si e' mossa “sottovoce", non e' certo stata ai margini del panorama artistico europeo e internazionale.
Non a caso, Guido Somare' fu invitato a esporre nel 1960 nella Galleria Betty Parsons di New York; Sandro ha ottenuto importanti riconoscimenti anche in Francia e in Belgio. Fin dai primi anni, lo sfondo della loro arte e' il senso del fluire del tempo e delle cose, un tema che li avvicina alla contemporaneita'. Un sentimento di attesa accomuna infatti i due artisti intriso di sottile inquietudine, ma anche di una spiccata attitudine al gioco e all’ironia. La loro e' una particolare ricerca di “identita' interiore" espressa da Guido Somare', in particolare a partire dalla fine degli anni ’60 in poi, attraverso i ritratti femminili inseriti in ambienti domestici, reali o immaginari, dominati da una giocosa ambiguita' e da evocazioni surrealiste. Come si puo' vedere, ad esempio, nei dipinti “Ricordo di collegio" (1964); “Stanza di soggiorno" (1965), “L’Atelier"( 1987/88); “Laguna" (1995); “ La corsa" ( 1996)
La pittura di Sandro si muove, fin dagli inizi della sua vicenda alla fine degli anni ’50, sulla ricerca oltre che del tempo, anche dello spazio. Dopo un primo debutto romano come attore (ha partecipato, fra gli altri, ai film di Alberto Lattuada “Il cappotto" e “La spiaggia" ), tornato a Milano si e' dedicato totalmente alla pittura. Con la sua personale idea della citta' vista attraverso le periferie, i monumenti immobili come icone del tempo nonostante la rovina degli anni, i cortili milanesi, l’artista evoca il sentimento e la magia di un mondo reale e immaginario, vissuto o sognato, facendoci entrare in quel suo singolare “paesaggio interiore".
Come si puo' osservare in alcune importanti opere: “Autoritratto in un tempo e in uno spazio particolari “ (1965); “Vetrata" (1969); “A passeggio con i cani" (1995), “Duomo" dello stesso anno fino all’ultimo ciclo di dipinti dedicati proprio al tema del paesaggio. Un paesaggio altrettanto silenzioso, poetico e pacato, simbolo della sua pittura, visto da vicino e da lontano come dietro al mirino di una macchina fotografica, come in “Dalla torre di Holderlin".
Il volume che accompagna l’esposizione, edito da Gabriele Mazzotta, piu' che un catalogo, e' concepito come un libro e raccoglie i testi critici di Nicoletta Pallini “Distanza e prossimita'"; di Osvaldo Patani, di Elena Pontiggia e le testimonianze di Giulia Niccolai su “Quegli Anni Cinquanta" e di Silvia Tofanelli Rusca sull’ambiente familiare della famiglia Tallone-Somare'. Oltre alla riproduzione delle opere esposte, il volume e la mostra sono arricchiti da un ampio materiale documentario sull’ambiente milanese degli anni ’50 e ’60 e sulla storia di familiare di quella “estrosa dinastia".
Inaugurazione: Martedi' 30 maggio ore 18.30
Rotonda di via Besana
via Enrico Besana - Milano
Orario: Da martedi' a domenica dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.30, Lunedi' chiuso (la biglietteria chiude un’ora prima)
Ingresso gratuito