Palazzo delle Esposizioni
Roma
via Nazionale, 194
06 39967500
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L'occhio testimone
dal 10/4/2001 al 2/7/2001
06 4745903
WEB
Segnalato da

Dario Santarsiero



approfondimenti

James Nachtwey



 
calendario eventi  :: 




10/4/2001

L'occhio testimone

Palazzo delle Esposizioni, Roma

139 fotografie tra bianco e nero e colore di James Nachtwey, uno dei più conosciuti e apprezzati fotogiornalisti, vero erede di Robert Capa. Una collezione di immagini dal 1981 ai giorni nostri che compongono una sconvolgente documentazione sulla guerra, la storia della profanazione della vita ma anche un omaggio alla vitalità dello spirito umano che comunque sopravvive, nonostante le orrende circostanze in cui a volte la storia lo costringe.


comunicato stampa

JAMES NACHTWEY

139 fotografie tra bianco e nero e colore di James Nachtwey, uno dei più conosciuti e apprezzati fotogiornalisti, vero erede di Robert Capa. Una collezione di immagini dal 1981 ai giorni nostri che compongono una sconvolgente documentazione sulla guerra, la storia della profanazione della vita ma anche un omaggio alla vitalità dello spirito umano che comunque sopravvive, nonostante le orrende circostanze in cui a volte la storia lo costringe.

James Nachtwey, membro dell¹Agenzia Magnum dal 1986, ha lavorato negli ultimi diciassette anni, in zone del mondo in cui la miseria, la violenza e la distruzione sono all¹ordine del giorno. Fotografo di guerra per scelta, ma dichiaratamente contro la guerra, ha creato immagini che sono diventate delle icone.

Il lavoro di James Nachtwey, lo ha progressivamente fatto conoscere sulla scena internazionale fino a diventare, per la stampa mondiale, il simbolo vivente del fotogiornalismo inteso come testimonianza.
La grandezza di James Nachtwey, ciò che lo rende un autore e non un semplice reporter di guerra è che nelle sue fotografie c¹è sempre un¹attenta composizione. Forse ci si aspetta che un fotografo di fronte ai bambini affamati o ai cadaveri decomposti, diventi incapace di svolgere il suo lavoro, dimentico della sua professionalità, così come chiunque sarebbe incapace di dire qualsiasi parola di fronte a scene del genere. Invece le fotografie di Nachtwey sono sempre chiare e precise testimonianze e l¹attenzione alla composizione diventa il mezzo con cui Nachtwey informa, comunica in modo efficace quello che ha visto, con la partecipazione di chi assiste alla sofferenza umana e vuole combatterla.

Per fare questo tipo di lavoro ci vuole molto più che nervi saldi, energia o coraggio. Occorre anche una grande fiducia nelle capacità umane di resistenza e di sopravvivenza. Se così non fosse Nachtwey, dopo aver esplorato i buchi neri della disperazione, ne sarebbe soppraffatto.Invece il suo lavoro non mostra segni di esaurimento. Ogni inferno che lui rappresenta è vergine, come se fosse il risultato del suo primo incontro con il male. Non scade mai nella ripetizione meccanica o nella mera ricerca formale. Non riesce ad abituarsi all¹orrore. E¹ come se in lui non venisse mai meno la convinzione che una tale testimonianza, prima o poi, magari lentamente, potrà comunque avere un effetto sulle nostre vite.

La mostra si divide in 11 sezioni: Fatti di guerra, Romania, Sudafrica, Cecenia, Carestie in Africa , Crimine e punizione in America, Balcani, Indonesia, Afghanistan, Rwanda, Europa dell¹Est..

FATTI DI GUERRA
Il primo libro di James Nachtwey, Fatti di Guerra, rappresenta uno sguardo sul suo intenso coinvolgimento con la guerra nel mondo, a partire dai conflitti dell¹Irlanda del Nord del 1981. Le fotografie sono concepite come forti immagini individuali e caratterizzate da un uso espressivo del colore. La guerra sebbene concretizzata in varie situazioni (America centale, Libano, Afghanistan, Sri Lanka, Uganda e Sudan), diventa, attraverso le sue diverse rappresentazioni, un concetto universale.

ROMANIA
Uno degli obiettivi della politica del Presidente rumeno Nicolae Ceausescu fu, sin dal 1966, l espasione economica e industriale del paese. La produzione di forza lavoro fu perseguita attraverso l¹incremento demografico. Venne vietata qualsiasi forma di educazione sessuale e di contraccezione e le donne furono spinte ad avere più figli possibile. Il carcere divenne la punizione per coloro che si sottraevano ai loro doveri patriottici. Ventiquattro anni dopo il governo rumeno si trovò a dover gestire un incremento demografico senza però aver sviluppato adeguate basi economiche. Famiglie con cinque, sei figli si trovarono costrette ad abbondonare i nuovi nati negli orfanotrofi, le donne a ricorrere agli aborti illegali a rischio della loro stessa vita. Nel 1985 i medici rumeni notarono i primi casi di bambini colpiti da AIDS. Ma sono costretti a tacere. Nel giro di cinque anni migliaia di bambini furono infettati a causa di trasfusioni con sangue non controllato.
Il 25 Dicembre 1989, Ceausescu e sua moglie vengono condannati a morte.

SUD AFRICA
L¹ultimo scoglio del processo di decolonizzazione del Sud Africa è stato l¹abolizione dell¹apartheid. Il Congresso Nazionale Africano (ANC), considerato l¹avanguardia del movimento anti-apartheid, riesce a negoziare con i rappresentanti bianchi del governo sudafricano, la scarcerazione, dopo ventisette anni di detenzione, del leader dell¹ANC Nelson Mandela. Alla liberazione di Mandela avvenuta nel 1990 seguì la sua elezione alla presidenza nel 1994. Fu l¹inizio di un lungo e faticoso cammino verso la riorganizzazione sociale del paese e la ridistribuzione della richezza della nazione.
Un percorso mai privo di conflitti e rivendicazioni soprattutto da parte dell¹ala reazionaria .

CECENIA
Cancellata dalla mappa da Stalin la Cecenia ha attraversato anni di dura repressione da parte del regime comunista. Più di centomila ceceni morirono, a causa della persecuzione e della deportazione. Fu solo nel 1956 che Krushchev denunciò il genocidio di Stalin e mise fine all¹esilio di questa popolazione.
Nel 1990 approfittando della disgregazione dell¹Unione Sovietica, la Cecenia chiese l¹indipendenza. La risposta di Boris Yeltsin fu un massiccio attacco militare alla regione, considerata da sempre di importanza strategica per la sua posizione geografica.Il bliz russo iniziò nel Novembre del 1994 e nonostante la sua superiorità militare, la Russia non riuscì a piegare definitivamente la Cecenia. Grozny fu quasi rasa al suolo ma la Comunità Internazionale intervenne debolmente, per non compromettere il delicato rapporto politico con Mosca.

CARESTIE IN AFRICA
Somalia.
Dopo decadi di guerre e governi belligeranti che si sono succeduti nel Corno d¹Africa, la nazione somala si è disintegrata nel 1991. Le guerre intestine hanno distrutto l¹economia del paese, un tempo basata sull¹agricoltura. Fame e pestilenze hanno ucciso più di duecentomilioni di persone.
Poiché gli aiuti delle organizzazioni umanitarie non riuscivano ad arrivare ai bisognosi perché venivano saccheggiati prima l¹ONU decise di intervenire. Tuttavia il ruolo dell¹esercito fu proficuo fino a quando si impegnò solo nella gestione della sicurezza per la distribuzione del cibo, ma quando i militari ONU furono coinvolti nei combattimenti la missione di pace mutò in tragedia.

Sudan.
Il delicato equilibrio sociale del Sudan fu sconvolto negli anni ottanta dal tentativo dei Musulmani del Nord di imporsi sulla popolazione cristiana del Sud.Questa fu la causa di una sanguinosa guerra civile tra Nord e Sud.
L¹incapacità del governo di gestire la guerriglia, ha causato un progressivo impoverimento del paese, la distruzione dei raccolti, la schiavitù delle donne e dei bambini. Più di duecentocinquantamila sudanesi negli anni ottanta sono morti di fame e ancora oggi la situazione resta drammatica.

DELITTO E CASTIGO IN AMERICA
La crescita della violenza pone un dilemma per le società democratiche: repressione o prevenzione del crimine? Cosa deve fare la società, combattere i sintomi o concentrarsi sulle cause della delinquenza e della violenza? Negli ultimi venti anni negli Stati Uniti ha dominato l¹idea della ³tolleranza zero² nei confronti della criminalità, perseguita attraverso carcerazione, pena di morte e intensificazione del controllo sociale. Questa politica nella gestione della giustizia, si è scontrata con le minoranze razziali e le classi più povere della popolazione, causando una vera e propria esplosione delle carcerazioni con aumento spropositato delle spese di gestione (che sono ormai superiori alle spese per la difesa).

BALCANI
Bosnia.
La federazione yugoslava creata dopo la Prima Guerra Mondiale, da quello che restava dell¹Impero Austro-Ungherese e dell¹Impero Ottomano, riuniva insieme Musulmani, Cattolici e Cristiani Ortodossi. Con il crollo del Comunismo, le difficoltà economiche hanno disintegrato lo stato yugoslavo in tante piccole Repubbliche. Leaders ultranazionalisti facendo leva sulle antiche rivalità etnico-religiose hanno perseguito l¹espansionismo territoriale e l¹ideale di purismo razziale.
In particolare il leader serbo Milosevic e la sua controparte croata Franjo Tudjman dopo essersi combattuti in una sanguinosa guerra di secessione, nel 1991 hanno rivolto le loro attenzioni alla Bosnia-Erzegovina, proggettando di trasformarla in provincia serba e in provincia croata. In mezzo a questa contesa si sono trovati i Musulmani bosniaci che sono stati oggetto di persecuzioni e violenze.

Kosovo.
E¹ la più povera regione dell¹ex Yugoslavia. Nel 1989 il presidente Milosevic negò al paese l¹autonomia politica . Una parte di serbi formarono un¹esercito guerrigliero (KLA) per riottenere l¹indipendenza.
In dieci anni più di duemila kossovari furono uccisi a causa degli scontri con i serbi o perchè vittime della pulizia etnica. Le forze militari sostenitrici di Milosevic distrussero 300 villaggi costringendo più di 200.000 persone alla fuga. Dopo l¹intervento NATO e numerosi tentativi di negoziati, che non dissuasero Milosevic dal suo piano di conquista del Kosovo ,Francia, Stati Uniti e Inghilterra decisero di bombardare pesantemente i punti nevralgici del potere di Milosevic. Nonostante questo, i Serbi riuscirono a cacciare dalle loro case più di mezzo milione di kossovari che fuggirono verso l¹Albania e la Macedonia.
L¹assalto aereo della NATO fu la più grande operazione militare e il primo attacco armato alla sovranità di uno stato, dalla Seconda Guerra Mondiale. Milosevic alla fine fu costretto ad ordinare alle sue truppe di ritirasi e ad accettare l¹occupazione dell¹esercito NATO delle province.

INDONESIA
Con i suoi duecentoseimilioni di abitanti rappresenta la quarta più grande nazione del mondo con un¹aerea che è due volte il Mar Mediterraneo. Additato come modello di sviluppo economico lo stato indonesiano ha conosciuto un rapido declino rivelando un sistema basato sulla violazione sistematica dei diritti umani. La dittatura militare del Generale Suharto al potere nel 1966, fu la causa della morte di milioni di indonesiani.

AFGHANISTAN
Sin dai tempi dell¹invasione da parte della Russia avvenuta nel Dicembre del 1979, l¹ Afghanistan è stato un paese tormentato da conflitti e guerre civili che non hanno lasciato mai spazio allo sviluppo economico e sociale del paese. Il conflitto era inizialmente basato su due gruppi contrapposti, uno con base a Kabul e sostenuto dai sovietici, l¹altro con base in Pakistan e Iran supportato da miliardi di dollari statunitensi e arabi.
Con il crollo del comunismo la situazione politica si è complicata. In Afghanistan è fallita ogni trattativa politica e, come in Bosnia e in Somalia, perfino le missioni umanitarie. E così l¹Afghanistan si affaccia nel nuovo millennio come capitale dei campi minati, della produzione di oppio e degli abusi, soprattutto ai danni delle donne, che sin dal trionfo dei Talibani vivono recluse nelle loro case.

RUANDA
La notte del 4 Aprile 1994 l¹ aereoplano di Jouvenal Habyarimana Presidente ruandese membro della tribù Hutu, fu abbattuto da un missile.Questo episodio diede il via ad una serie di esecuzioni concepite da un gruppo di estremisti Hutu, appoggiati da un gruppo di militari, nel folle tentativo di mettere fine a decadi di scontri tra diversi gruppi etnici. Neanche le Nazioni Unite, reduci dal fallimento somalo, riuscirono a trattare la pace.
Fu soltanto l¹intervento dei ribelli Tutsu che si imposero sull¹esercito, a mettere fine al massacro. Oltre un milione di profughi Hutu emigrano allora nella nuova Repubblica del Congo dando luogo ad un fenomeno migratorio dalle conseguenze disastrose. Il campo profughi non era in grado di ammortizzare un tale afflusso di rifugiati ed esplose un¹epidemia di colera che falciò oltre trentamila Hutu in poche settimane.

Catalogo Contrasto

Inaugurazione martedì 10 Aprile 2001 alle ore 19

Orario tutti i giorni dalle 10 alle 21 chiuso il martedì

Ingresso L.15000

Per informazioni e foto stampa:
Contrasto-Ufficio Stampa
Roberta de Fabritiis
Tel.06328281
Fax.0632828240
rdefabritiis@contrasto.it
http://www.contrasto.it

Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale, 194, Roma

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