Nature morte che rivelano un tempo sospeso, antichi dipinti che interrogano lo sguardo contemporaneo. Una luce cristallina delinea i contorni degli oggetti che vanno a comporre fotografie enigmatiche in cui ogni significato sembra essere stato messo in gioco. Niente e' evidente nelle immagini di Richon, a dispetto dei quel luoghi comuni che pretendono l'oggettivita' dalla fotografia.
Nature Morte
Nature morte che rivelano un tempo sospeso, antichi dipinti che interrogano lo sguardo contemporaneo. Una luce cristallina delinea precisi i contorni degli oggetti che vanno a comporre fotografie enigmatiche in cui ogni significato sembra essere stato messo in gioco. Tutte le immagini di Olivier Richon chiamano sadicamente in causa l’osservatore, mostrandogli quanto la comprensione delle opere d’arte, o meglio, dell’arte in generale, possa essere complessa, talvolta impossibile. Ancor piu' la fotografia, apparente rappresentazione della realta', addirittura realta' stessa e invece, a ben vedere, linguaggio codificato, ‘codice’, come la pittura, la letteratura. Le fotografie di Richon creano un vuoto tra l’oggetto rappresentato e la sua immagine. E’ lo spazio del ‘codice’ o forse dell’interpretazione personale. E l’immagine, per quanto realistica, e' sempre distante dal suo referente. Rappresenta innanzitutto se stessa e in secondo luogo qualcos’altro che all’osservatore non sara' mai dato sapere. Chi osserva, sembra dire Richon ironicamente, non e' molto diverso dalla piccola scimmia di Imitatio Sapiens after Joseph Wright of Derby, Arkwright Mills at Night.
Niente e' evidente nelle sue immagini, proprio a dispetto di quel senso comune che pretende che la fotografia sia innanzitutto evidenza. Fin dal primo sguardo. Le sue fotografie sono sempre connotate da uno spiccato realismo, ma si tratta di un realismo assolutamente pittorico, quello del Diciottesimo secolo. Sembrano dipinti, vogliono confondere lo spettatore, ancora una volta metterlo alla prova. E il realismo, sembra proseguire l’artista, che aggiunge un libro all’antica natura morta di Juan Sanchez-Cotan, non appartiene solo al senso della vista, ma e' anche discorsivo, retorico. La fotografia e' il frutto di convenzioni culturali esattamente come le altre arti. E’ stratificazione di significati. Le fotografie di Olivier Richon rivelano tutto questo eppure lasciano all’osservatore la possibilita' di conoscere molto altro.
Olivier Richon nasce a Losanna nel 1956. Ha studiato al Polytechnic of Central London con Victor Burgin. Nel 1980 ha conseguito la Laurea in Arti Visive - Cinema e Fotografia e nel 1988 un Master in Filosofia. Nel 1991 ha ottenuto il Camera Austria Award per la Fotografia Contemporanea. Le sue opere sono state esposte al Victoria & Albert Museum di Londra, al Muse'e d’art moderne de la ville di Parigi, al Museum Folkwang di Essen, al National Museum of Modern Art di Kyoto, al Brooklyn Museum di New York e in moltri altri musei e gallerie private. Dal 1997 e' Capo del Dipartimento di Fotografia al Royal College of Art di Londra.
Vernissage: giovedi' 14 settembre, dalle ore 18.30
Nepente Art Gallery
via Volta, 15 - Milano
Orari: dal martedi' al sabato dalle 15.00 alle 19.30, e su appuntamento