In mostra, oltre ad alcuni pezzi storicizzati, sono presenti i lavori piu' recenti suddivisi per tematiche: le nature morte, i grandi boschi, i paesaggi, gli animali e, radunati tutti insieme per la prima volta, i quadri a carattere religioso, dal Cristo morto all’inedita Veronica.
Mostra Personale
A cura di Flavio Arensi e Alberto Buffetti
Dopo la grande antologica di oltre 120 opere al Panorama Museum di Bad Frankenhausen (Germania), il comune di Tiene organizza una mostra personale del maestro milanese Maurizio Bottoni esponendo 50 opere dagli anni Ottanta fino al 2006.
La mostra, nata in collaborazione con la Galleria Sindoni di Asiago, intende omaggiare l’opera di uno dei piu' importanti autori figurativi italiani del secondo Novecento, Maurizio Bottoni. Caposcuola di un movimento che, sull’esempio di Giorgio De Chirico e Pietro Annigoni, ha recuperato il sapere antico del dipingere, Bottoni coltiva da sempre una pittura contemporanea nelle tematiche, tuttavia tradizionale e sapiente nel linguaggio. I suoi quadri - egli conta una produzione limitata - sono il frutto di continui passaggi di velature, secondo la scuola dei grandi maestri del passato.
In mostra, oltre ad alcuni pezzi ormai storicizzati, saranno presenti i lavori piu' recenti - in totale una cinquantina di lavori - suddivisi per tematiche: le nature morte, i grandi boschi, i paesaggi, gli animali e, radunati tutti insieme per la prima volta, i quadri a carattere religioso, dal Cristo morto all’inedita Veronica.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Silvana Editoriale (formato 24x28 a libro; 96 pagine 40 ill. a colore 10 in b/n; bilingue italiano/inglese), raccoglie tutte le opere esposte con l’aggiunta del saggio critico introduttivo di Flavio Arensi.
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Maurizio Bottoni (Milano, 1950)
Maurizio Bottoni nasce a Milano il 19 marzo 1950.
Dopo gli studi liceali frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera, senza tuttavia ritenere soddisfacente la preparazione pittorica offertagli; l’incontro con Giorgio De Chirico e' determinante per intraprendere la decisione di lasciare, in polemica, le aule braidensi e dedicarsi all’approfondimento del linguaggio pittorico, studiando attentamente i maestri del passato, in particolar modo gli esponenti delle scuole germaniche e fiamminghe del XVII secolo. Riscopre dunque la pratica della preparazione artigianale dei materiali della pittura, prediligendo la tempera su tavola di legno oppure su pergamena.
Sviluppa in questo periodo il metodo dell'incisione all'acquaforte e del bulino, praticando personalmente la stampa delle prove e delle tirature al torchio nel proprio studio di Milano.
Matura con gli anni la predilezione per la pittura ad olio, seguendo la ritualita' antica e lenta delle velature su velature, che lo costringe ad una produzione di poche opere all’anno.
Espone dal 1971 - la prima esperienza e' alla galleria Meravigli di Milano - ma e' solo dal 1981, data della sua prima mostra personale alla Galleria Bolzani di Milano, che l'esposizione delle sue opere in gallerie private o in rassegne pubbliche raccoglie sempre maggiore successo critico, suscitando l’ammirazione degli estimatori e l'attenzione dei collezionisti piu' raffinati.
Amico di artisti e scrittori, agli esordi e' accompagnato dalla stima di Roberto Tassi e Giorgio Soavi, presenza tuttora costante nel suo studio milanese. Nel 1990 gli e' assegnato il premio Suzzara, alla sua XXX edizione, curata da Vittorio Sgarbi, che da allora lo segue assiduamente.
Ritrattista raffinato, Bottoni si dedica anche a composizioni di ampio respiro, come i grandi paesaggi ideali degli anni Novanta, resi noti grazie alla lente raffinata di Marco Bona Castelloti in una storica personale organizzata a Rimini nel 1997.
Gli interni di bosco, le nature morte e i ritratti animali si ritrovano spesso a confortare poeti e intellettuali, da Federico Zeri a Carlo Castellaneta, da Maurizio Nichetti a Franco Maria Ricci, fino alle giovani schiere di pittori, storici dell’arte e critici che lo seguono con grande attenzione.
Negli ultimi anni e' riemerso il tema della meditazione sulla morte e sulla religiosita', con quadri di forte impatto emotivo, le vanitas, il Cristo morto, la Corona di spine oppure la Veronica sono i simboli di un’attenta riflessione sulla civilta' attuale e le sue aberrazioni. Nel 2005 il Panorama Museum di Bad Frankenhausen (Germania) gli dedica una grande mostra antologica di centoventi opere, consacrandolo fra i piu' interessanti artisti figurativi europei.
Informazioni:
Galleria d’Arte Nino Sindoni
Corso IV Novembre, 117
36012 Asiago
Tel: 0424-463844 Cel: 335-277323
mail: arte@ninosindoni.com
Web: http://www.ninosindoni.com
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Ex Tinaia Villa Fabris
Thiene (VI)
Orario: lunedi' - venerdi' dalle 17.00 alle 21.00; sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 22.00
Ingresso libero