Elisabetta Benassi
Gea Casolaro
Paolo Chiasera
Marcello Maloberti
Ra di Martino
Ottonella Mocellin
Nicola Pellegrini
Adrian Paci
Diego Perrone
Robert Pettena
Jacopo Tartarone
Marcello Faletra
Ida Parlavecchio
10 videoracconti dedicati a Palermo. Gli artisti invitati sono: Elisabetta Benassi, Gea Casolaro, Paolo Chiasera, Marcello Maloberti, Ra di Martino, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Adrian Paci, Diego Perrone, Robert Pettena, Jacopo Tartarone. A cura di Marcello Faletra e Ida Parlavecchio.
10 videoracconti dedicati a Palermo
a cura di Marcello Faletra e Ida Parlavecchio
Dieci protagonisti della piu' recente scena artistica italiana, danno voce all’anima e al volto di Palermo, raccontando la citta' attraverso opere appositamente realizzate.
Sono artisti assai diversi tra loro, in nessun modo legati al capoluogo siciliano. Unico trait d’union, in questo interessante mix di talenti, e' la tecnica utilizzata per tessere le proprie storie: il video.
Nascono cosi' dieci videoracconti dedicati a Palermo, ospitati presso l’ex Chiesa di Montevergini, nel cuore della citta' antica.
La mostra, curata da Marcello Faletra e Ida Parlavecchio, e' promossa dal Comune di Palermo, Assessorato alla Cultura, nell’ambito della rassegna culturale palermitana Kals’Art diretta da Davide Rampello.
Gli artisti invitati sono: Elisabetta Benassi, Gea Casolaro, Paolo Chiasera, Marcello Maloberti, Ra di Martino, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Adrian Paci, Diego Perrone, Robert Pettena, Jacopo Tartarone.
In occasione dell’esposizione e' stato prodotto un catalogo Skira con testi critici di Marcello Faletra e Ida Parlavecchio, accompagnati da un saggio inedito del filosofo Paul Virilio e da una prefazione di Davide Rampello.
IL PROGETTO
Girato a Palermo e' un evento importante, fortemente voluto dai due curatori e sostenuto dalle amministrazioni locali: un evento che regala un segno luminoso, una messa a fuoco lucida e incantata sui racconti, la bellezza e le miserie, le ombre ed i colori, gli idiomi e le culture di questa citta' immensa, raccolta dagli sguardi di chi non le appartiene, di chi non vi e' nato ne' vissuto. La “non appartenenza", cosi', diventa paradossalmente un valore aggiunto, la possibilita' di un distacco fecondo che produca l’incantesimo, la seduzione, la scoperta. Giungendo oltre l’ovvio, oltre l’abitudine, oltre la dimenticanza del quotidiano.
Il progetto si articola in due tempi: il sopraluogo degli artisti e l’esposizione.
Il sopraluogo degli artisti
E’ la fase della ricerca, dello studio e della documentazione. Gli artisti, invitati per cinque giorni a soggiornare in citta', hanno lavorato a diretto contatto con i luoghi, riprendendone voci e suggestioni, angoli e paesaggi, dettagli e racconti. Il materiale girato riportera' un flusso instabile di frammenti, un tessuto narrativo ancora scomposto e in attesa di trovare una forma definitiva. La fase di montaggio e di postproduzione portera' alla luce, infine, i dieci approcci emotivi o narrativi perseguiti.
Nel tentativo di colmare la distanza fra se' stessi e una citta' sconosciuta, gli artisti approdano a Palermo come forestieri, con tutta la voglia di accorciare ed elaborare questo scarto di “differenza" che li separa dal luogo indagato.
Storicamente la Sicilia ha fondato la costruzione della propria identita' sull’opportunita' (la necessita'?) di convivere con lo straniero. La multiculturalita', l’apertura all’altro, restano elementi chiave per la decodifica di una struttura identitaria fondata sull’eterogeneo, sul molteplice.
Ed e' questa stessa storia che i dieci protagonisti dell’evento hanno ri-vissuto, con la telecamera in mano, attraversando la citta' e provando a rubarne qualche brandello. Un modo per arricchirsi, maturando ricordi ed esperienze, e insieme per arricchire il luogo stesso, facendogli dono del proprio sguardo “alieno".
Ognuno di loro ha condotto la propria avventura in maniera originale, utilizzando diversi registri, da quello piu' realistico a quello piu' lirico, chi cavalcando il fantastico e chi soffermandosi sul dato sociale.
Tutti comunque rapiti dal viaggio, dall’esplorazione poetica incontro a un “divenire video" senza paracadute.
L’esposizione
Scenario della fase conclusiva e' la splendido capannone industriale del Sent’Erasmo. E’ qui che vengono esposti i risultati del video-viaggio condotto lungo la citta'.
La mostra dara' vita a una polifonia creativa, scandita da scene, parole, stili, suoni ed intenzioni disparati, sostenuti da un reciproco equilibrio armonico.
Un concerto per immagini che contribuira', pezzo a pezzo, a costruire la trama di questa affascinante traversata.
LA LOCATION
Ex Deposito Locomotive Sant’Erasmo
E’ uno degli spazi istituzionali piu' belli, a Palermo, tra quelli dedicati all’arte, al teatro, alla musica.
E’ qui, in questo grande padiglione situato nel cuore del quartiere Kalsa, che verra' allestita la mostra.
L’ Ex Deposito Locomotive Sant’Erasmo e' un luogo unico, imponente, estremamente duttile, sospeso tra storia recente e contemporaneita': la struttura, risalente alla fine dell’800, rappresenta un interessante esempio di archeologia industriale, legato alla costruzione della linea ferroviaria Palermo-Corleone, allora inaugurata. L’edificio, che gode di un suggestivo affaccio sul mare, si compone di un corpo centrale (probabilmente utilizzato anche come zona per lo scalo merci e stazione passeggeri) e di un piccolo edificio annesso.
Un percorso scenografico, a cura dell’Architetto Enzo Venezia, consentira' la fruizione dei singoli video secondo un allestimento ad hoc, pensato per valorizzarne l’impatto visivo e la relazione col contesto.
GLI ARTISTI
In The Dark Horse of the Festival Year, Elisabetta Benassi (Roma, 1966) documenta una performance realizzata in due luoghi emblematici della citta', situati simbolicamente al centro ed in periferia, nel cuore e sul bordo di Palermo: Casa Professa, nel quartiere popolare di Ballaro', e Villa Pantelleria. Benassi fa realizzare da esperti fuochisti locali dei fuochi artificiali bianchi, che poi applica nella parte posteriore di una bicicletta. Quindi, di notte, monta sul sellino e inizia il suo magico percorso su due ruote: la telecamera riprende la corsa mentre le luci dei razzi che s’accendono restituiscono l’effetto di una coda infuocata, come una stella cometa che illumina e disvela, per il breve tempo dell’esplosione, le rovine architettoniche inghiottite dal buio.
In Due Palermo, uno sguardo Gea Casolaro (Roma, 1965) sovrappone - idealmente nella sua memoria e visivamente nell’opera presentata - le riprese video di alcuni edifici di Palermo e le foto di fabbricati simili, scattate da lei stessa a Buenos Aires, tempo addietro.
L’immagine statica delle foto emerge poco a poco, mentre quella viva e vivida del video continua a scorrere. Il processo di ibridazione giungera' poi al suo culmine quando il palazzo argentino si sara' totalmente sostituito a quello palermitano. Un lavoro sull’incertezza della visione, sulla relativita' delle cose, sulla soggettivita' dei ricordi. Un’indagine intorno ai meccanismi percettivi di uno sguardo estraneo che confonde i dati del reale, consegnandoci a un inspiegabile smarrimento.
In linea con le sue piu' recenti ricerche, Paolo Chiasera (Bologna 1978) sceglie di focalizzare la propria attenzione su uno dei simboli iconografici della citta', il “Trionfo della Morte" custodito a Palazzo Abatellis. In Salvo indaga cosi' il processo di rielaborazione di un mito collettivo, e lo fa attraverso una breve storia che ha per protagonista un bambino e la sua percezione dell'incredibile dipinto.
Il piccolo Salvo si lascia trasportare da un flusso di evocazioni fantastiche intrise di leggende popolari, mentre si avvia verso una bancarella che vende le classiche “stigghiole" palermitane, budella arrostite di agnello. Scatta un gioco di corrispondenze che dal rituale culinario folcloristico, conduce a un immaginario da cinema splatter di serie B e ritorna poi alla rappresentazione delle viscere dei combattenti nel Trionfo della Morte.
Si chiama H is for Home il video di Ra di Martino (Roma, 1975), il cui titolo trae spunto dal film di Peter Greenaway H is for House. “Home" come luogo piu' intimo e affettivo, rispetto al senso piu' generico di “house". Un modo per aggirare o ribaltare la provocazione lanciata dalla mostra, che invitava invece gli artisti ad osservare la citta' con “occhi stranieri". Di Martino ha disegnato una H immaginaria sulla mappa di Palermo, cercando di restituire quella strana condizione di chi, appena arrivato in un luogo sconosciuto, tende a farsene un’impressione immediata ed emotiva, creandosi una personale mappa mentale con cui orientarsi.
Il video cerca di filmare la citta' -con riprese in soggettiva- seguendo solo le tre linee che compongono la lettera-mappa: una forzatura, un viaggio limitato che corre lungo binari arbitrari ma assolutamente privati.
Attitudine sociale per il lavoro di Marcello Maloberti (Codogno, Lodi, 1966), dal titolo Ismael. Protagonista e' un immigrato della Costa d'Avorio che come molti ''extracomunitari'' stenta ad integrarsi con un ambiente a lui estraneo, vivendo una condizione di marginalita' spesso pesante da sostenere.
Ismael viene ripreso mentre esegue una verticale, misurando la sua resistenza fisica contro un cartello segnaletico posto sullo spartitraffico, in corrispondenza di un raccordo della circonvallazione. La scritta che campeggia sul cartello -''Palermo Citta' per la Pace''- innesca una serie di associazioni simboliche, connesse alla storia e alla realta' dell’uomo. Una storia fatta di “resistenza" al disagio, in una societa' multirazziale che insegue una pace tra i popoli mai davvero raggiunta.
Ottonella Mocellin (Milano 1966) e Nicola Pellegrini (Milano 1962) ne La citta' negata mettono in scena una favola emozionale e ipnotica, ricostruendo la storia di Santo e Peppino, due amici ciechi dalla nascita. Raccontando di se', i due percorrono la citta' guidandoci attraverso i rumori, le sensazioni tattili, gli odori di una Palermo magica, dai contorni sfumati, percepita con ogni centimetro del corpo: l’immersione onirica in fondo a una sensorialita' intensa induce a inedite forme di comprensione del mondo. Un universo di sogni custoditi in silenzio si dilata sommessamente, trasportato da una immaginazione priva di memorie visive. Mentre la necessita' del limite fisico si rivela come possibilita' “differente" di ascolto, di narrazione, di viaggio.
Adrian Paci (Shkoder - Albania, 1969) ritaglia un piccolo scorcio di vita palermitana e da qui parte per condurre un’indagine sulla memoria, sui rituali affettivi del quotidiano e insieme sulla loro relazione con l’occhio assoluto della telecamera. La macchina-video diventa condizione di una visione a se', filtro attraverso cui leggere la scena, a sua volta letta da un altro occhio che inquadra e registra.
In Un bacio a Palermo Paci osserva un operatore che filma una coppia di giovani sposi, in posa davanti l’obbiettivo, immortalati in un bacio che ha per sfondo un angolo popolare e decadente di Palermo, vicino Piazza Magione. La mente dell’artista ritrova nella scena un sapore familiare e sovrappone a questo frammento spiato il ricordo di umori e atmosfere della sua terra d’origine, l’Albania.
Sacro e profano si intrecciano con leggerezza nel video di Diego Perrone (Asti, 1970), Italia Stati Uniti, mondiali 2006, appunti per un documentario su Palermo. Durante un sopraluogo nei pressi del mercato popolare di Sant'Agostino, Perrone viene attratto da un'esplosione di urla che fende la piazza a ripetizione. Seguendo la strana traccia uditiva, si ritrova cosi' all'interno di una chiesa sconsacrata. Le voci sono quelle dei tifosi, trepidanti e rapiti da una partita di calcio dei mondiali, proiettata sul grande schermo che ha preso il posto dell’altare. Dalla religione ai mass media, dalla fede nel santo protettore a quella per la squadra di calcio: una anomala situazione conduce a riflessioni taglienti. Il ritmo del video e' ipnotico, i movimenti lenti, come se ci trovassimo di fronte ad un miraggio. La scena si chiude con una ripresa panoramica della Chiesa vuota, una perlustrazione silenziosa che attraversa lo spazio dopo il compimento del rito. Uno sguardo meditativo e sospeso, che disorienta ulteriormente lo spettatore.
Poetico e sottile il lavoro di Robert Pettena (Penbury - UK, 1970), Palazzo Steri 1663, un progetto a meta' tra esperimento d’arte relazionale, intervento urbano e video. L’artista unisce con un filo immaginario il presente, registrato dalla telecamera, e il passato, evocato da parole riportate a galla in seguito a un recente ritrovamento storico avvenuto a Palermo. Con un balzo temporale spericolato Pettena opera una sovrapposizione tra l’oggi -le strade, i passanti, il caos metropolitano- e la storia sepolta della citta': Cauru e fridu sintu ca mi pigla/la terzuru tremu li vudella/lu cori e l'alma s'assuttigla e' una frase incisa sui muri di Palazzo Steri, nel Seicento sede del carcere dell’Inquisizione.
A scriverla, piu' di tre secoli fa, e' una donna accusata di stregoneria, che attende di essere giustiziata. Pettena preleva questa disperata memoria, sopravvissuta al logorio del tempo, e la riproduce su una pellicola adesiva trasparente, con un lettering moderno. Quindi appiccica il suo grande sticker sulle vetrine di alcuni negozi della citta', per poi filmare le reazioni della gente: l’indifferenza, la sorpresa, il ricordo ridesto o l’estraneita'...
Jacopo Tartarone (Milano, 1974) utilizza una raffinata tecnica digitale -di solito impiegata per i suoi spot pubblicitari- in questo video visionario che da' vita a una inaspettata sovrapposizione temporale, storica, culturale, iconografica. Totem svela una Palermo impossibile, inquadrata dall’alto. Sullo sfondo si stagliano due blocchi monolitici, un chiaro rimando alle Twin Towers e all'11 settembre.
Le due torri emergono algide al centro di una Palermo barocca e modernissima, dando vita a un cortocircuito simbolico che sovrappone il fantasma del vecchio sky line newyorkese alla realta' di quello palermitano, attuale e lontanissimo. Lo scontro e l'incontro tra culture, razze, geografie, epoche storiche, si condensa cosi' in questo scenario provocatorio e surreale.
0pening: 9 settembre 2006, 0re 19
Ex deposito S. Erasmo
Via Messina Marine - Palermo