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Birgit Dieker
dal 15/9/2006 al 20/10/2006

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Birgit Dieker



 
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15/9/2006

Birgit Dieker

AMT Gallery, Como

Al centro della ricerca artistica di Birgit Dieker vi e' l’invenzione di sculture antropomorfe che si muovono nel campo minato tra esperienza personale e impronta sociale, tra aspetti medico biologici e storico-culturali. Spesso la sua opera ruota attorno a temi quali il rapporto tra sessi e le specificita' dei sessi.


comunicato stampa

Al centro della ricerca artistica di Birgit Dieker vi e' l’invenzione di sculture antropomorfe che si muovono nel campo minato tra esperienza personale e impronta sociale, tra aspetti medico-biologici e storico-culturali. Spesso la sua opera ruota attorno a temi quali il rapporto tra sessi e le specificita' dei sessi.

Nell’ambito del tema del corpo assumono un ruolo fondamentale la polarita' tra interno ed esterno, il limite tra visibile e invisibile. Si tratta della corrispondenza tra anima e corpo, tra forma esterna e stato interiore. Questo confine puo' apparire labile, fragile e filigranato, grottescamente deformato oppure imbottito e tenace. I metodi artistici corrispondono qui a valori empirici corporei.

Tipico dell’opera di Birgit Dieker e' l’utilizzo dei materiali piu' disparati. Oltre a tessuti, cuoio o pelli (guaine impermeabilizzanti in bitume per tetti), si possono trovare anche oggetti reali tratti dalla vita quotidiana, quali capelli, tute da motociclista o salvagente. Al di la' della percezione sensibile dei diversi stimoli materiali, Birgit Dieker crea un percorso verso un intreccio di rapporti fondato sulle associazioni. Il materiale non crea solo sculture, ma esiste anche in se' ed assume funzioni contenutistiche. Puo' essere in linea con il tema affrontato, ma anche aggiungere dimensioni contenutistiche e contribuire al paradosso.

La mostra “Headhunting“, oltre che su disegni e un murale in cinque parti composto da crani di caprioli e bendaggi (“Heile, Heile“, 2006), e' incentrata su una serie di sette teste: sculture di stoffa alte circa 50 cm, esposte su piedistalli.

Capi di abbigliamento indossati sono qui stati rielaborati. L’abito come materiale scultoreo e inteso come incarnazione della “seconda pelle" serve a proteggere, ma funge anche da maschera e messa in scena di se'. Simbolizza la tensione tra interno ed esterno, tra privato e pubblico, tra avvolgere e svelare.

Analogamente alle bucce delle cipolle o agli anelli annuali di un albero, le teste sono composte da innumerevoli strati di stoffa. Intagli profondi, buchi e sbucciature mostrano la struttura sviluppata. Come strati della vita, poggiano l'uno sull'altro in modo che nel dopo si possa di nuovo ritrovare il prima, non come qualcosa di logorato ed eliminato, ma di attuale e vitale. Il principio dell'incrisalidamento del bozzolo si contrappone a quello dell’apertura e della messa a nudo. Gli incavi minano la predominanza dei gusci esterni e si creano punti aperti che appaiono fragili, vulnerabili e messi in pericolo. Tutti i tratti di un volto o di una personalita' sembrano essere respinti nella densa massa della testa. Malgrado le denudazioni e le aperture verso l’esterno, l’intimo piu' profondo rimane protetto.

Opening: sabato 16 Settembre dalle 17 alle 21

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Via Milano, 27 - Como

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