Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co.
La mostra e' composta da nove opere pittoriche che mimano il linguaggio fotografico. La maggior parte dei lavori e' di grande formato, a gruppi di tre soggetti si alternano singole figure. Donne che ridono, fanciulle spensierate, sguardi sognanti che si proiettano verso un orizzonte ignoto tra cielo e terra.
Mostra personale
C'e' ancora possibilita', nell'epoca delle immagini ad alta risoluzione e del
fotoritocco, per un pittore di occuparsi del ritratto? Heidi McFall (1974, Dewitt,
Idaho, Stati Uniti, vive e lavora a San Antonio) non ha dubbi a riguardo, anche se a
prima vista cio' non sembra cosi' evidente.
I suoi dipinti infatti, assomigliano in modo impressionante a delle fotografie e cio'
si potrebbe leggere come una dichiarazione di resa della pittura allo strapotere
della tecnologia. In realta' gli artisti da sempre attingono all'immaginario
collettivo e, visto che viviamo nella civilta' delle immagini, la McFall parte dalle
fotografie per ridare loro nuova vita.
La grande maestria dell'autrice nell'usare il carboncino e i pastelli viene
sfruttata, piu' che per una rappresentazione realistica della fisionomia, per
l'imitazione degli effetti di sovraesposizione o di contrasto eccessivo. Questa non
e' una semplice dimostrazione di bravura, perche', esattamente come l'uso prevalente
del bianco e nero per le figure, risponde alla volonta' di eliminare tutti i
particolari superflui per farci concentrare sulla psicologia delle persone ritratte.
Azzurri intensi, arancioni luminosi, rossi caldi riempiono spesso lo sfondo. Sono
cosi' densi e carichi di colore che il contrasto con i toni opachi e sfumati delle
figure produce una specie di scintilla che da' loro vita ed energia. Hanno inoltre il
compito di evidenziare ulteriormente l'umore o il carattere dei soggetti e di
rinforzare la composizione globale. Per questo motivo non creano un'atmosfera
avvolgente, ma un vero e proprio sfondo contro il quale emergono le figure, effetto
accentuato dall'assenza quasi totale di riferimenti al paesaggio o ad un contesto.
Heidi McFall riesce a sfruttare per i suoi effetti anche la tecnica del collage.
Ritagliando e ricomponendo singoli ritratti, l'artista indaga i rapporti esistenti
tra i suoi soggetti oppure, se si tratta di un'unica persona, riesce ad entrare piu'
in profondita' nella sua personalita'. Il collage ottiene anche un altro effetto: le
persone rimangono isolate le une dalle altre. Se cio' assicura che ciascuno mantenga
la propria individualita' anche quando interagisce con gli altri, suggerisce altresi'
l'impossibilita' di una completa comprensione reciproca.
La mostra e' composta da nove opere, la maggior parte di grande formato (122x183 cm)
in cui gruppi di tre soggetti si alternano a singole figure. Donne che ridono,
fanciulle spensierate, sguardi sognanti che si proiettano verso un orizzonte ignoto
tra cielo e terra. La capacita' espressiva dell'artista crea in questi ritratti uno
spaccato, cattura un attimo in cui il tempo sembra essersi fermato; immobilizza
nella semplicita' del quotidiano tutta una vita, anzi, tutte le diverse esistenze
dei personaggi che ne sono protagonisti.
Heidi McFall ha esposto al Museum of Contemporary Art, Denver, CO, nella mostra '
Decades of influence', e al Boulder Museum of Contemporary Art, Boulder, CO in
occasione della mostra 'Colorado 2000'.
Galleria Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co.
Via Pontaccio 19 - Milano
Orario: Da lunedi' a venerdi' 11-19, escluso festivi, sabato su appuntamento