Nooshin Farhid
Julia Widner
Lucia Lamberti
Kelly Dobson
Daniela Cascella
Dobrila Denegri
Tiziana Di Caro
Elena Giulia Ross
Tre video e tre dipinti di 4 artiste selezionate da 4 curatrici: Daniela Cascella, Dobrila Denegri, Tiziana Di Caro, Elena Giulia Rossi. Le opere di Nooshin Farhid, Julia Widner, Lucia Lamberti, Kelly Dobson sono presentate come appunti di indagine al femminile e analizzano il rapporto tra realta' esterna e mondo interiore.
Opere di quattro artiste presentate da quattro curatrici
Lo Studio Stefania Miscetti presenta tre video e tre dipinti di artiste
selezionate da quattro curatrici:
Daniela Cascella, Dobrila Denegri, Tiziana Di Caro, Elena Giulia Rossi.
Le opere sono presentate come appunti di indagine e riflessione al
femminile, analizzando il rapporto tra realta' esterna
e mondo interiore attraverso comportamenti e situazioni comunemente
inscritte nella 'normalita''.
She Devil, nome di un'eroina di Marvel e titolo di film, allude, in modo
giocoso, allo spirito diabolico e bizzarro con cui l'esperienza artistica
indaga e attraversa il quotidiano. Ognuna delle protagoniste delle opere
mette in gioco se stessa attraverso il confronto,
a volte violento altre grottesco, con momenti che caratterizzano la vita,
mai fornendo una chiave di lettura definitiva, ma piuttosto aprendo
ulteriori interrogativi.
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Nooshin Farhid
a cura di Daniela Cascella
She Wants Me To Go To Heaven, single screen video, 2001, 16'
Il parlato piatto e indistinto di Lei e' affogato nel suono di una macchina
da scrivere che ne cancella le pretese e ne rivela la monotonia di toni e di
argomenti. Lui appare seduto accanto a Lei ma in realta' la sua vicinanza
si rivela un'immagine montata: e' soltanto l'involucro del suo corpo che sta
dove dovrebbe stare. In realta' Lui si manifesta in una serie di
inquadrature a parte, si racconta solo quando Lei manca sullo schermo. E
con poche frasi ironiche e asciutte (il contrario del mare indistinto del
chiacchiericcio di Lei) esprime la propria inadeguatezza - lui, emigrato in
Inghilterra dall'Iran - l'incapacita' di trovare parole: inizia a raccontare
una storia ma non riesce a concluderla, si scontra con l'impossibilita' di
una lingua non sua eppure afferma la volonta' di rimanere in mezzo alle
"Persone Terrene". Gesti, sguardi e parole tirate fuori dall'anima perche'
necessarie e solo quando necessarie, opponendosi ad ogni prosaico eccesso di
spiegazione.
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Julia Widner
a cura di Dobrila Denegri
Keep On, video, 2003
Un scenario semplice, come una passeggiata nel parco in una giornata di
sole, come un tentativo di irrompere nella ordinaria quotidianita' della
gente comune con un refrain sdolcinato da film americano anni '60 che invita
ad essere sempre sul 'lato solare della vita'. Cosi' e' il video della giovane
tedesca Julia Weidner: una serie di mini-gag riprese dal vivo in cui i
protagonisti sono passanti casuali, cui dimensione ordinaria, privata e
anonima all'improvviso viene 'disturbata' da un apparentemente innocuo e
spiritoso commento musicale eseguito dall'artista. Questa colonna sonora
trasforma ogni scena in una sorta di vignetta che con sottile ironia e
arguzia ritrae una specifica condizione sociale e, allo stesso tempo, pone
li'interrogativo di come l'arte contemporanea oggi possa trattare temi come
ottimismo e populismo.
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Lucia Lamberti
a cura di Tiziana Di Caro
Girls+cars+guns, tre opere olio su tela, 2006, cm 100 x 120
Protagoniste delle opere presentate sono donne armate, colte nel momento in
cui, assalite dall'isitinto di difesa o dalla furia omicida, puntano la
pistola contro il nemico. Un nemico ignoto perche' e' relegato al di la' della
scena pittorica, facendo si' che l'attenzione si concentri esclusivamente
sull'espressione femminile, che si contrare e si deforma fino a diventare
mostruosa.
Le fonti che Lucia Lamberti utilizza sono film di bassa qualita' reperibili
in rete, da cui seleziona dei frame, che sono decodificati e alterati dal
gesto pittorico. Sfalsando i pixel e rendendo vibranti le forme, l'artista
altera la bellezza delle attrici, creando scene dinamiche e inquietanti, in
cui l'idea della bellezza femminile e' violentata dalla rabbia, dalla follia,
dalla paura.
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Kelly Dobson
a cura di Elena Giulia Rossi
Blendie, 2003 2004, video, 3'
Blendie e' una video performance che indaga in chiave umoristica la relazione
tra uomo e tecnologie. Un software, invenzione dell'artista, fa si' che un
frullatore anni Cinquanta risponda alla voce umana diventando un
interlocutore che a tratti sembra non obbedire piu' allo stimolo umano per
rivelare una coscienza propria. Frutto di una lunga ricerca in design,
ingegneria e psicoterapia, Blendie e' parte del piu' ampio progetto 'Machine
Therapy': la costruzione di macchine 'empatiche', come nel caso Blendie,
apre a riflessioni sulla risposta sociale al dilagare dell'utilizzo delle
tecnologie nell'era post-industriale.
Inaugurazione: martedi' 14 novembre 2006, ore 19.00
Studio Stefania Miscetti
via delle Mantellate 14 - Roma
Orario: dalle 16.00 alle 20.00, dal martedi' al sabato