Searching for the miraculous - In cerca del miracoloso. Nell'ambito del del Premio Chatwin-Camminando per il mondo. La mostra fotografica, curata da Alessandro Grassi, e' un percorso tra le immagini-appunti dello scrittore e viaggiatore inglese.
Searching for the miraculous - In cerca del miracoloso
Bruce Chatwin non era un fotografo, le sue fotografie non sono immagini da ammirare per la sapiente perizia nell’inquadratura e nell’esposizione.
Lungi da lui l’idea del professionismo fotografico. Le sue fotografie sono appunti di viaggio. Anziche' annotare nelle moleskine nere con elastico, Bruce a volte usava la macchina fotografica. Prendeva appunti, come un diligente studente, sapendo di poter trarre spunto da quest’ultime nel momento della stesura di un testo o di un articolo.
Seguire una mostra fotografica di Bruce Chatwin, richiede quindi uno sforzo aggiuntivo, dettato dalla conoscenza dei suoi testi, del suo personalissimo modo di scrivere utilizzando il particolare, il colore, il dettaglio architettonico, un sorriso e persino la vegetazione. Che gli oggetti svolgano spesso un ruolo cruciale nei sui libri non e' ne un segreto e neppure una scoperta; basti pensare a “In Patagonia" e al pezzo di pelle di bradipo gigante contenuto nella preziosa bacheca della sala da pranzo che motiva il suo viaggio in terre australi, per non parlare di “Utz", completamente improntato su una collezione di porcellane.
Bruce era strano e estroso collezionista, in grado di fare pazzie per acquisire reliquie e capolavori di ogni genere, ma anche in grado di conservare e quasi venerare piccoli oggetti etnici o insignificanti frammenti recuperati durante i suoi viaggi.
Tanto ambizioso per possederli, quanto generoso nel regalarli. Le sue fotografie sono cosi': una collezione privata, un taccuino di appunti assolutamente personale.
Chi viaggia prende appunti, scrive sensazioni di viaggio, emozioni, annotazioni logistiche e quant’altro, ma nel farlo utilizza un suo codice, un suo linguaggio del quale solo egli stesso ne e' il vero fruitore. Le frasi diventano singole parole, le indicazioni meri frammenti, gli stati d’animo e le emozioni, a volte, ghirigori o tracce appena accennate sulle pagine del taccuino.
Bruce amava ricordare quanto l’atto stesso di viaggiare contribuisse a quella sensazione di benessere fisico e mentale, mentre sottolineava come, al contrario, la monotonia della stasi e la sedentarieta' in genere, generasse nell’animo prostrazione e senso di inadeguatezza personale.
Movimento e capacita' di cogliere il dettaglio per comprendere il significato piu' ampio delle cose. Per seguire la mostra fotografica che andiamo a proporvi, e' necessario compiere questo sforzo. Uno sforzo necessario per riuscire a coniugare movimento e dettaglio, personalita' e occhio assoluto. I buddisti dicono “devi diventare sentiero primo di percorrerlo", le foto di Bruce ci dicono, devi essere tu in viaggio dentro te stesso prima di partire per qualunque destinazione. Le sue fotografie, i suoi appunti fotografici di viaggio, ne sono la prova. David Bellatalla.
Castello D'Albertis - Museo delle Culture del Mondo
corso Dogali, 18 - Genova