Santolo De Luca
Leonida De Filippi
Ada Mazzei
Nausicaa Berbenni
Veronica Picelli
Nabokov
Rachele Ferrario
Sei artisti si sono “infiltrati" nel sistema dei loghi pubblicitari e delle immagini utilizzate da una nota casa di produzione di caramelle: quasi tutti ne hanno rielaborato virtualmente l’iconografia, restituendola attraverso una "tecnologia manuale". A cura di Rachele Ferrario
Mostra collettiva
A cura di Rachele Ferrario
Ci fu un tempo, neppure troppo lontano, in cui l'arte abitava la quotidianita', viveva la vita delle persone, trovava ispirazione e incideva sull'industria, sul design, sulla moda, sulla pubblicita'. Un tempo in cui poteva accadere che uno dei piu' grandi artisti europei ridisegnasse il marchio di una caramella. Forse non tutti sanno che il logo "chupa-chups", la caramella spagnola con il bastoncino, nasce da un'idea di Salvador Dali' nel 1969. Un'invenzione cui rende ora omaggio Santolo De Luca, in questa mostra che contamina “alto e basso", arte e consumo, traendone nuove icone popolari, fatte di caramelle. Le "morositas" trasformate dalla pittura di Leonida De Filippi in "oggetti virtuali", che ricordano il movimento veloce delle meteore nello spazio, o reinterpretate in chiave fitomorfa nel dittico di Ada Mazzei. Il pinguino goffo, ironico, fiabesco costruito da Nausicaa Berbenni con centinaia di "mentos", il sapore freddo dei ghiacciai che gli stessi mentini hanno evocato a Veronica Picelli e la Lolita di Nabokov tratta da un frame del film di S.kubrick, dipinta da Marcella Bonfanti.
Con Sweet Winter gli artisti in mostra si sono “infiltrati" nel sistema dei loghi pubblicitari e delle immagini generalmente utilizzate da una nota casa di produzione di caramelle: quasi tutti ne hanno rielaborato virtualmente l’iconografia, restituendola attraverso una “tecnologia manuale", che imita i pixel di cui sono formate le immagini al computer.
A volte con ingenuita', altre con distacco consapevole, altre ancora con ambiguita', queste opere giocano sui nomi e sul loro significato in un rapporto stretto tra l’immagine e la parola. E' accaduto spesso che l’industria cercasse ispirazione nell’arte. E l’arte quasi sempre non si e' limitata ad eseguire, ma ha interpretato, ponendo l’accento sulle contraddizioni, sui vizi oltre che sulle virtu' di cio' che stava rappresentando. Cosi' nella Lolita di Marcella Bonfanti il particolare con cui la ragazza dovrebbe sedurre e' posto fuori campo e l’attenzione e' spostata sul reiterarsi del particolare dello stesso ritratto, che per l’artista equivale al processo di conoscenza di se stessi; ma la ripetizione claustrofobica dei piccoli quadrati e' anche il simbolo dell’incomunicabilita' del mondo contemporaneo.
Vengono in mente Le ipotesi da scartare (Le caramelle) di De Luca (un’opera cui veniva accostata una sorta di perfomance con la distribuzione di caramelle davanti alla tela) e, nella tela di Leonida De Filippi, le due pillole di Matrix dei fratelli Wachowski: la prima dona la fine della storia, per cui ci si puo' svegliare e credere in cio' che si vuole, l’altra che consente di entrare in una nuova realta' grazie al sogno e alla meraviglia. E ancora il mercante che vendeva caramelle per calmare la sete nella storia del piccolo principe nella fiaba di Antoine De Saint-Exupe'ry: una pillola alla settimana e non si sentiva piu' il bisogno di bere. Una grande economia e un risparmio di tempo di 53 minuti a settimana secondo il mercante, cui il piccolo principe chiede: “Cosa se ne fa di questi 53 minuti" ? “Se ne fa quel che si vuole ...", rispose il mercante. “Io, se avessi 53 minuti da spendere camminerei adagio adagio verso una fontana", disse allora il piccolo principe. Rachele Ferrario
Inaugurazione 30 Novembre 2006, h.18. 30
Galleria Seno
Via Ciovasso 11 - Milano
Orari da Lunedi' a Venerdi' 10.00-13.00 / 15.00-19.00.