Giancarlo Norese
Nicola Pellegrini
Paola Di Bello
Francesco Tedeschi
Marco Vaglieri
Elena Di Raddo
All'interno del programma annuale dello Studioventicinque e del progetto di Tufano dedicato al tema "Creare lasciando creare": Giancarlo Norese, "Les c. du cinema" a cura di Elena Di Raddo: Lunedi' 14 maggio ore 19,30 Nicola Pellegrini. Lunedi' 21 maggio ore 19,30 Paola Di Bello. Lunedi' 28 maggio ore 19,30 Francesco Tedeschi. Lunedi' 4 giugno ore 19,30 Marco Vaglieri.
All'interno del programma annuale dello Studioventicinque e del progetto di Tufano
dedicato al tema CREARE LASCIANDO CREARE
Giancarlo Norese. "Les c. du cinéma"
a cura di Elena Di Raddo
Lunedì 14 maggio ore 19,30 Nicola Pellegrini
Lunedì 21 maggio ore 19,30 Paola Di Bello
Lunedì 28 maggio ore 19,30 Francesco Tedeschi
Lunedì 4 giugno ore 19,30 Marco Vaglieri
Lasciare che gli altri possano avere uno spazio entro cui esprimersi è il principio su
cui si basa, da alcuni anni, il progetto artistico di Tufano, che si prefigge di "creare
lasciando creare", dare forma alle idee di altri artisti o critici.
In tale contesto si
colloca, per i mesi di maggio e giugno, il lavoro di Norese che, a sua volta, invita
tre artisti e un critico a presentare un film che ha per loro un significato particolare
e che, quindi, a loro volta sono chiamati a servirsi del linguaggio e delle idee giÃ
espresse da un regista per comunicare qualcosa della loro individualità . Il ciclo si
chiude, così, su se stesso, generando nel contempo una curiosa interazione tra pensieri
e idee, tra gruppi e individui.
Il lavoro Giancarlo Norese non ha confini, di spazi, di materiali, di oggetti, di idee.
E' un'arte che si forma attraverso i dialoghi degli amici, degli artisti e dei critici,
che prende forma tra le discussioni dei galleristi e dei curatori.
E' un'arte che non
cerca definizioni, ma incontri, che si chiamano residenze o riunioni o rapporti mediali.
Un lavoro che si può definire "condiviso" e che appartiene a un contesto che non è
neppure uno specifico ambito dell'arte, come la si intende tradizionalmente, se non
fosse che si crea, per caso, tra i partecipanti al mondo artistico.
L'arte "condivisa" va oltre l'opera, sta ai margini, o sopra, alla creazione estetica,
ne indaga l'ambito, il contesto, le relazioni, appunto. Perché l'arte contemporanea non
si riduce ai muri delle gallerie e dei musei, sconfina nei rapporti, si mischia a
contenuti che appartengono alla vita di chi partecipa all'arte, di chi realizza o
no opere d'arte.
Tale operazione artistica può in questo senso portare alla chiusura su se stessa,
limitare la sua azione a un gruppo ben individuato della società . Del resto solo
apparentemente aperta è l'esperienza di "Oreste", della quale Norese è copromotore
e organizzatore.
Un circuito aperto alle esperienze diverse di arte nel panorama
internazionale, ma nello stesso tempo, un luogo in cui ci si confronta con lo specifico
artistico: come un virus informatico che può stravolgere meccanismi della societÃ
contemporanea, ma che si genera soltanto nell'ambito di un determinato sistema.
Il coinvolgimento del pubblico rimane a livello puramente formale, contenutistico.
In fondo, chi sta fuori è la materia vera dell'opera d'arte. Perché l'esterno è fatto
di altre relazioni, di altri sistemi, di altri contesti che obbediscono a regole:
psicologiche, sociali, politiche. Nel microcosmo di questa condivisione dell'operazione
artistica, tali sistemi interagiscono e si confrontano, ma senza una vera
partecipazione, né contenuti ideologici che propongano modelli o comportamenti sociali.
L'arte condivisa produce, invece, e si nutre di progetti, come quello ideato da Norese
per lo Studioventicinque.
STUDIOVENTICINQUE Associazione Culturale
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