The meat. La mostra riunisce una decina di lavori recenti, caratterizzati dalla purezza formale del taglio fotografico, che delimita porzioni di corpo nudo.
The meat
a cura di Adelinda Allegretti
La mostra riunisce una decina di lavori recenti.
E' la purezza la vera costante, la protagonista assoluta di questo ciclo di lavori di
Francesco Seccia. Purezza che si esplica in primis nella scelta del taglio
fotografico, che lascia volutamente fuori inquadratura intere sezioni di corpo e, di
contro, ne focalizza l'attenzione su limitate porzioni. Questo gli consente di
ricercare un equilibrio di forme, nonche' di pieni e di vuoti, grazie anche
all'utilizzo di uno sfondo nero, che non concede allo spettatore la minima
possibilita' di fuga, costringendolo anzi a focalizzare la sua attenzione sulla
fisicita' del soggetto. Difficile non cogliere un'assonanza con i ritratti fiamminghi
quattrocenteschi, in cui il personaggio campeggia a mezzo busto (ancora una volta
una porzione di corpo) su sfondi scuri che annullano la profondita' spaziale.
A quella formale si va ad aggiungere la purezza di contenuti. Contrariamente a
quanto si potrebbe desumere da una visione superficiale dei suoi lavori, qui il nudo
non ha nulla a che fare col concetto di voyeurismo. Il corpo nudo, ormai sublimato e
ripulito di ogni orpello, riflette la perfezione del creato e la donna, unico
soggetto dei suoi dipinti, diviene in particolare sinonimo di rinascita a nuova
vita. La donna nuda, purificata, diviene un'icona, simbolo di Bellezza Suprema. E'
cosi' che la tradizione iconografica occidentale rappresenta sia la Verita' che la
Venere Celeste.
Ma Seccia va ancora oltre, e pur strizzando l'occhio alla tradizione, riveste le sue
icone di attualita', facendone da un lato una sorta di portabandiera contro
l'aggressivita' e la volgarita' dei mass-media, e dall'altro un elemento di
azzeramento delle diversita' sociali. Le sue figure, di una bellezza assoluta che
supera le barriere temporali, riconsegnano dignita' alla figura muliebre.
Contrariamente alla societa', che ci vorrebbe fisicamente stereotipate secondo
modelli riflessi da televisione e riviste patinate, ma anche classificate da status
symbol griffati, Seccia propone una donna che recupera la sua bellezza interiore, la
sua essenza femminea scevra da mode, da condizionamenti e da ruoli sociali.
E' un'esortazione alla trasmutazione: da oggetto a soggetto, carne - di qui il titolo
della mostra - a Bellezza svelata.
Inaugurazione giovedi' 7 dicembre alle ore 18
Libreria del Barbiere
Via Rossini, 38 - Pesaro
Ingresso libero