Mostra fotografica. Gerardo Di Salvatore, Lughia e Luigi Ballarin presentano ricerche che, nella loro diversita', hanno un comune denominatore nell'esposizione del proprio corpo.
Luigi Ballarin, Gerardo Di Salvatore, Lughia
a cura di Giuseppe Salerno
Venerdi' 15 dicembre alle ore 18.00 si inaugura presso il Caffe' Letterario
l'esposizione di opere "Noi Diversi".
Nessuno e' uguale a qualcun altro e sono proprio questi caratteri di
unicita' a divenire per gli artisti oggetto di comunicazione.
Gerardo Di Salvatore, Lughia e Luigi Ballarin presentano ricerche che,
nella loro diversita', hanno un comune denominatore nell'esposizione del
proprio corpo.
Dal testo in catalogo:
Se ogni essere umano e' caratterizzato in modo inequivocabile da un DNA che
lo rende unico ed immediatamente riconoscibile, l'artista da sempre
manifesta questa individualita' sottraendosi agli imperanti tentativi di
omologazione ed asservimento. Rifuggendo cosi' dai recinti predeterminati,
dalle visioni dicotomiche e dalle costrizioni strumentali
dell'organizzazione, l'arte da sempre si muove alla ricerca di spazi
autonomi dove esibire l'infinita gamma dei grigi che contraddistinguono
l'esistenza. Da una parte la societa' con le sue esigenze classificatorie
e funzionali, dall'altra il pensiero libero che afferma ogni volta il
valore del diverso.
Gerardo Di Salvatore, Lughia e Luigi Ballarin assumono la propria fisicita'
come punto di partenza per percorsi autonomi che, nel confermare la
diversita' come regola, portano alla realizzazione di opere firmate con il
proprio corpo.
"Cambio di pelle"
L'uomo e' cio' di cui si nutre con la bocca, con gli occhi, con le orecchie,
con il naso, ma anche con la testa e con il cuore. Non traspare alcuna
differenza, dai lavori di Gerardo Di Salvatore, tra cio' che
quotidianamente si subisce e cio' che si ama. Inevitabilmente le infinite
realta' con le quali entriamo in contatto ci trasformano. Ed e' il corpo
dichiarato dello stesso artista, riprodotto in formato reale su grandi
tele, a subire importanti trasformazioni. Metamorfosi che, fatti salvi i
tratti del volto che firmano l'opera, vedono l'epidermide ricoprirsi di
piume e cortecce in un tendere verso una natura ritrovata, oppure di
materiali sintetici e componenti meccaniche in un lasciarsi andare ad un
mondo sempre piu' artefatto. Prospettive talvolta di segno opposto,
espressioni di quei tanti bivi di fronte ai quali l'umanita' si interroga.
Prospettive messe in scena senza alcun dramma dall'artista il quale, con
freddo distacco, interviene "sulla propria pelle" con la sola coscienza
dell'inevitabile incidenza.
"Tracce Antropozoiche"
Le diversita' umane, infinitamente piccole se rapportate alle dimensioni
dell'universo, sono oggetto dell'indagine di Lughia, artista della quale
sono noti gli scenari desertici di sabbie e sassi, rappresentazioni
dell'eterno divenire. Un passaggio effimero quello dell'uomo sulla terra,
destinato, secondo l'artista, a non lasciare, al pari di un'ombra, alcuna
traccia. Ed e' sulle ombre generate dal proprio corpo che l'artista
incentra la propria ricerca sino a produrre, al limite con l'astrazione
simbolica, quelle che possiamo definire "tracce antropozoiche", memorie
dell'anima, le sole che hanno il potere, imprimendosi nel cuore e nella
mente degli uomini, di sopravvivere al succedersi delle generazioni.
"Diversamente Uguali"
Condizionamenti ambientali e storia determinano comportamenti e regole
che, nell'alimentare il senso di appartenenza, consolidano diversita'
collettive, puramente formali, capaci di relegare in secondo piano i
caratteri comuni ad ogni essere umano, i soli che sanciscono la diversita'
vera, quella individuale. Questo e' quanto traspare negli ultimi lavori di
Luigi Ballarin, artista la cui ricerca pittorica da sempre trae alimento
dalla sconfinata passione per il mondo arabo. Opere di grande suggestione
le sue, opere nelle quali, insieme alla rappresentazione di architetture
e di grandi folle contraddistinte da quelle vesti che agli occhi dei piu'
fanno la differenza, trovano spazio, su retrostanti piani sfondati, le
impronte corporee dell'autore stesso. Tracce lasciate dalla mano o dal
piede, nel prendere il posto di una firma comunque posticcia, fanno
emergere quell'identita' individuale che, al di la' di ogni appartenenza, ci
rende tutti diversamente uguali. Giuseppe Salerno
Inaugurazione: venerdi' 15 dicembre ore 18.00
Caffe' Letterario
Via Ostiense 95 - Roma
Orario: 11.00/24.00