Fondazione Adriano Olivetti
Roma
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Il disprezzo
dal 27/5/2001 al 8/6/2001

Segnalato da

Francesca Limana




 
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27/5/2001

Il disprezzo

Fondazione Adriano Olivetti, Roma

...una storia oggi dimenticata, la storia di due militanti della sinistra extraparlamentare uccisi, uno dopo l'altro, il primo dai fascisti, il secondo travolto, l'indomani, da una camionetta dei carabinieri che caricava i manifestanti scesi in piazza.(...)la storia della loro morte che racconta Andrea Salvino ne "Il disprezzo", un video - il primo che abbia mai realizzato. Le immagini di repertorio, nel bianco e nero dei nostri ricordi più lontani, scorrono in un montaggio asciutto e serrato...(Cristiana Perrella)


comunicato stampa


Andrea Salvino

Sei giorni a Milano nel 1975, da mercoledì 16 a lunedì 21 aprile, uguali a tanti altri, in quegli anni. Sei giorni in cui si compie una storia oggi dimenticata, la storia di due militanti della sinistra extraparlamentare uccisi, uno dopo l'altro, il primo dai fascisti, il secondo travolto, l'indomani, da una camionetta dei carabinieri che caricava i manifestanti scesi in piazza.

Si chiamavano Claudio Varalli e Giannino Zibecchi ed è la loro storia, la storia della loro morte che racconta Andrea Salvino ne Il disprezzo, un video - il primo che abbia mai realizzato. Le immagini di repertorio, nel bianco e nero dei nostri ricordi più lontani, scorrono in un montaggio asciutto e serrato: la mini di Varalli con il finestrino esploso per i colpi di pistola, una voce al megafono che racconta la sua uccisione, i disordini del giorno dopo, "l'incidente" in cui muore Zibecchi, i due funerali.

Un crescendo che culmina nelle note dell'Internazionale suonata dagli Area, chitarre elettriche che provocano un groppo in gola.
E' l'emozione la chiave di questo lavoro, quella che cattura anche lo sguardo più disincantato, mentre le immagini scorrono grandi sullo schermo, come un cinegiornale, inconsuetamente duro e vero, sfasato di un quarto di secolo.

L'emozione come strategia sincera, capace di rendere presente un passato neppure vissuto, un tempo che a guardarlo oggi sembra anche più lontano. Rendere presente una storia, quel passato, non evocarlo nostalgicamente ma portarlo qui, in mezzo a noi, a porci domande che non vogliamo più farci, è il compito che Andrea si è dato per il suo lavoro, inteso sempre più come un atto di militanza solitaria, come un impegno a rivelare lo scollamento tra le immagini che utilizza e il contesto che le riceve. Il falso anacronismo dei suoi quadri marca ulteriormente questo sfasamento e lo risolve con un cortocircuito, ma l'immagine video, un frammento di realtà, colpisce più diretto, risponde ad un'urgenza che si è fatta sempre più pressante e che ha asciugato la sua pittura, eliminando, almeno per ora, il gusto precedente per il paradosso visivo, per l'accostamento sul filo dell'assurdo di testi e immagini.

Mira dritto al bersaglio ora, Andrea Salvino, e attraverso le sue opere la memoria (la sua, la nostra) compie incursioni rapide e precise nel mondo dell'arte.
Un arte, e una cultura, che sembrano aver dimenticato la capacità, il bisogno, di essere contro. (Cristiana Perrella, maggio 2001)

Inaugurazione lunedì 28 maggio ore 18.00

Orario: dal lunedì al venerdì 10.00/13.00 - 14.30/18.00 (esclusi i festivi)

Fondazione Adriano Olivetti
Via Zanardelli, 34 - 00186 Roma

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