Marina Buratti e Bernadetta Ghigo. In mostra un video dove una figura femminile mette in scena una danza drammatica e un'installazione pittorica, composta da 73 tele di piccolo formato, che si sviluppa come un racconto visivo sulla relazione tra l’uomo e il paesaggio.
Marina Buratti e
Bernadetta Ghigo
A cura di Olga Gambari e Lisa Parola
Con il titolo Coincidenze la galleria 41artecontemporanea presenta un nuovo ciclo di progetti espositivi. Coincidenze e' un dialogo visivo che vuole mettere a confronto diverse ricerche artistiche e curatoriali con particolari ed inediti punti di contatto.
Il primo appuntamento e' l’incontro a quattro tra le artiste Marina Buratti e Bernadetta Ghigo e le critiche Olga Gambari e Lisa Parola.
Coincidenze/1 si presenta come un legame sottile fra due opere.
Il video di Marina Buratti e la pittura di Bernedetta Ghigo partono entrambe da un’attenta analisi dell’identita' e la sua relazione con la memoria. In mostra vengono esposti un video di narrazione onirica e inconscia dove una figura femminile mette in scena una danza drammatica e una grande installazione pittorica composta da 73 tele di piccolo formato che si sviluppa come un racconto visivo sulla relazione tra l’uomo e il paesaggio.
Come in una sorta di gioco basato sul ribaltamento e lo spiazzamento, le due opere invitano lo spettatore a trovare analogie tra le immagini e interrogarsi intorno ai linguaggi della narrazione visiva indagandone i luoghi e i tempi.
“Il video Capture inizia come un sogno che al mattino riprende forma. C’e' una sagoma femminile dal volto indefinito, le cui mani, invece, sono in primo piano, al centro dell’attenzione. Il movimento e' rallentato, soffuso, avvolto da una velatura rossa. La donna si difende, si protegge, si avvolge il petto. A poco a poco risulta chiaro che la donna non si difende solo dall’esterno, ma forse proprio da se stessa, dalla propria memoria, dal passato come dal futuro. Dalla verita', forse. Si difende da una violenza che non ha nome ne' volto, dalla violenza del dolore che spesso abbraccia, rimane come una spina nella carne, nascosta sotto pelle da qualche parte.
Intanto risuona l’eco della Turandot
…or son mill'anni e mille,
un grido disperato risono'.
E quel grido, traverso stirpe e stirpe
qui nell'anima mia si rifugio'!....."
(Olga Gambari)
“Sono molti i protagonisti di Mi chiamo, sono figure piu' o meno definite (uomini, donne, giovani, anziani, bambini), sono anche elementi naturali (alberi, fiori, arbusti) e paesaggi (boschi, montagne, prati), situazioni sospese in un tempo che di continuo interrogano. Uomini e cose che l’artista tratta come un tutt’uno, senza distinzioni, confini o differenze. Loro sono tutti li', a volte colorati come la primavera, a volte confusi come la nebbia; a volte i loro sguardi incontrano il nostro, a volte fuggono via per non tornare. E noi rimaniamo invece fermi, e il nostro racconto puo' finire e ricominciare di nuovo perche' loro, con le loro pose incerte e con i loro sorrisi inquieti, continuano ad interrogarci. Noi siamo li' e quello stare di fronte ci prende, ci intrappola e non ci lascia scappare".
(Lisa Parola)
Inaugurazione: giovedi' 18 gennaio 2007, ore 18.30)
41 Artecontemporanea
via Mazzini 4 - Torino
Orari: da martedi' a sabato, h. 16.00 -19.30