La produzione di Surbone e' caratterizzata da rigore formale e dalla ricerca di configurazioni geometriche che si fondano con fatti di natura. La mostra presenta, attraverso una selezione di 80 opere, lo sviluppo della sua ricerca dal 1950 a oggi.
Spazi natura eventi nelle ipotesi dell’arte
a cura di Francesco De Bartolomeis
Venerdì 16 febbario 2007 apre al pubblico a Torino presso la Sala Bolaffi l’antologica del pittore Mario Surbone, curata da Francesco De Bartolomeis e promossa dalla Direzione Promozione Attività Culturali Istruzione e Spettacolo della Regione Piemonte.
La mostra presenta attraverso una selezione di circa 80 opere lo sviluppo della ricerca dell’artista dal 1950 a oggi e racconta così la storia di un artista che manifesta la sua originalità fin dalle prime prove e che arriva nella maturità a sviluppi di grande valore.
Mario Surbone è nato nel 1932 a Treville Monferrato (Alessandria) ed ha compiuto gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia Albertina di Torino, dove è allievo di Felice Casorati. Il giovane allievo dimostra molto presto di muoversi su una sua strada e già nel 1957 è a Parigi, dove torna fra il 1960 e il 1961. Il suo esordio pubblico è del 1958 alla Mostra nazionale di arte giovanile di Roma.
Nell’arte di Surbone non c’è casoratismo, così come non si può parlare per lui di informale: semmai la sua produzione è caratterizzata, fin dall’inizio e per tutta la sua storia, da rigore formale e dalla ricerca di configurazioni geometriche che si fondono con fatti di natura.
Dopo avere rinnovato la figurazione, intrecciandola con forme geometriche, affronta l’avventura degli Incisi (1968-78), tagli regolari sul supporto quasi sempre di cartone nei quali l’artista sperimenta l’alternativa alla pittura con l’invenzione compositiva e con il colore a cui contribuisce la lieve tridimensionalità che varia a seconda dell’incidenza della luce. Negli Acrilici su legno (dal 1978) sono ancora presenti le configurazioni geometriche ma si combinano con la simbologia di elementi naturali: foglia, spina, mano, occhio, bocca non sono frammenti ma hanno completezza e realtà. Dal 1987 in poi l’artista si avvale, per la realizzazione degli Acrilici di grandi “sinopie”, grandi disegni progettuali delle stesse dimensioni dell’opera finale.
Scrive dell’opera di Surbone Francesco De Bartolomeis, curatore della mostra: “Le grandi composizioni ci chiedono di cambiare punti di osservazione per assecondare il loro movimento e di avvicinarci per non lasciarci sfuggire particolari che, anche se discreti, sono fondamentali per l’identità dell’opera. Da vicino, con attenta osservazione, nel nero vediamo affiorare il verde o l'ocra o rialzi di azzurro; il bianco diventa leggero, si muove, conserva qualcosa del rosso sottostante, le linee con forti incisioni esplorano possibilità di uscita dalla bidimensionalità […].”
La mostra inaugurerà il 15 febbraio, alle ore 18.30. La stampa è invitata ad una preview della mostra insieme al curatore e all’artista a partire dalle 17.30.
Sala Bolaffi
Via Cavour 17 - Torino