Guido Costa Projects
Torino
via Mazzini, 24
011 8154113 FAX 011 8158004
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Philip Akkerman
dal 19/2/2007 al 27/4/2007
dal lunedi al sabato 11-13 e 15-19

Segnalato da

Guido Costa Projects



approfondimenti

Philip Akkerman



 
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19/2/2007

Philip Akkerman

Guido Costa Projects, Torino

Akkerman si dedica da piu' di 25 anni esclusivamente all'autoritratto, declinandolo in tutte le sue versioni e potenzialita'. L'artista ha elaborato una tecnica pittorica sofisticata e di forte impatto, perfetta nel veicolare la spinta riflessiva e l'anima meditativa del suo lavoro.


comunicato stampa

Self-Portraits

Martedì 20 febbraio, dalle ore 18.30, presso Guido Costa Projects in via Mazzini 24 a Torino, si inaugura la nuova personale dell’artista olandese Philip Akkerman.

Caso pressoché unico nella pittura contemporanea, Akkerman si dedica da più di 25 anni esclusivamente all’autoritratto, declinandolo in tutte le sue versioni e potenzialità. Artista ascetico e di grandissimo rigore, ha elaborato negli anni una tecnica pittorica sofisticata e di forte impatto, perfetta nel veicolare la spinta riflessiva e l’anima apertamente meditativa del suo lavoro.

Ritrarre se stesso, cercando di trasformare il proprio microcosmo privato in specchio del tutto, tentando, al contempo, di fare del proprio volto paesaggio, astrazione, fabula è una pratica essenzialmente spirituale, che comporta grande autocontrollo e una perfetta conoscenza del se. Come ogni pratica tradizionale, l’arte dell’autoritratto è un viaggio in se stessi, una vera e propria discesa nel profondo, di volta in volta riscoperto in una veste inedita, o raccontato con un nuovo linguaggio segnico.

Osservare in sequenza i 2314 autoritratti fin qui dipinti da Philip Akkerman comporta molteplici letture, dalla più immediata che si sofferma sui mutamenti esteriori come l’invecchiamento o l’avvicendarsi delle mode; a quella “colta”, che riconosce certi periodi come marcati dall’influenza di alcuni artisti, o dominanti cromatiche; fino alle letture più complesse, interessate alle lente alchimie della materia pittorica, o, una volta che ci si è sufficientemente introdotti nell’opera, capaci di riconoscere fugaci epifanie sentimentali, o sottili mutamenti d’umore.

Ciò che, al contrario, restano invariate di dipinto in dipinto, di anno in anno, sono le dimensioni dei lavori, rigorosamente identici all’interno di una rosa ristretta di formati, come pure i passi che, dal disegno su carta, portano all’olio su masonite nel ritratto compiuto, talvolta ricamato nei suoi territori più fragili con l’antica tecnica della tempera all’uovo. Identiche, infine, sia le posture - sempre di tre quarti -, che l’espressione dei volti, vagamente enigmatici, mai sorridenti La verosimiglianza non è una costante, come pure gli equilibri compositivi, sempre giocati, comunque, entro limiti spaziali ben precisi.

Fino ad ora in Akkerman non si sono ancora visti ne un sorriso, tantomeno un pianto, o un’espressione adirata. Potremmo definirli autoritratti “pensosi”, se non ci fosse come tratto distintivo di tanti ritratti tutta un’esuberanza di cappelli, papaline, turbanti e quiant’altro possa decorare il capo senza nasconderlo o deturparlo. Come in un viaggio intorno alla propria stanza, Akkerman ci introduce così in universi paralleli, esotici o grotteschi, psichedelici o tradizionalissimi da antico maestro fiammingo. Negli anni, come è ovvio, la sua tecnica si è affinata, culminando, specie nelle sue opere più recenti ad un passo dalla monocromia, in effetti di puro virtuosismo pittorico nel dominare le microvariazioni della testura o della forma.

Così, forse, dipingerebbe On Kavara, se fosse pittore: anche Akkerman, a chi sa leggerlo fino in fondo, regala spaccati di storia, - storia del costume, innanzitutto-, ma anche storia dell’arte e della cultura in un continuo gioco citazionista. Meno gestuale è la pittura (come in alcuni suoi lavori dei primordi, visibilmente influenzati dal neoespressionismo nordico degli anni ‘80), più emergono i sottotesti e la pittura diventa storia della pittura, come nel caso dei potentissimi autoritratti in nero o in rosa di questi ultimi anni. Insomma, a volerli approfondire, gli autoritratti di Philip Akkerman testimoniano brillantemente il paradosso di un identico sempre, inesorabilmente, diverso da se stesso.

La mostra torinese di Philip Akkerman è formata da trenta autoritratti, selezionati tra la sua produzione degli ultimi dieci anni e testimonia soltanto alcune delle anime dell’artista, tralasciandone ovviamente molte altre. Come un superorganismo che si sviluppa e cresce, la sua mostra più sensata sarebbe quella che esponesse l’intero organismo, la super-opera fatta di tutte le opere. Ci si è dovuti accontentare.

Ampiamente musealizzato e presente nelle più importanti collezioni di pittura al mondo, Philip Aklkermann (Vaassen, 1957), ha esposto in personali e collettive in Europa, Giappone e Stati Uniti. Questa di Torino è una delle prime occasioni in Italia per poter conoscere con ragionevole ampiezza la sua opera. Philip Akkerman è rappresentato da Guido Costa Projects in Italia, Bob van Orsouw in Svizzera, Torch Gallery in Olanda e da Andrew Mummery Gallery in Inghilterra.

Inaugurazione martedì 20 febbraio 2007, dalle ore 18.30

Guido Costa Projects
Via Mazzini 24 – Torino
Orario: dal lunedi al sabato 11-13 e 15-19
Ingresso libero

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