Una serie di ritratti fotografici estremamente suggestivi. L'artista rielabora molteplici linguaggi, gli strumenti utilizzati contemplano la fotografia, il video, sino alla messa in scena di performance che disvelano temi profondamente connessi al linguaggio del corpo.
Personale
Il 1 marzo inaugura, presso l’Associazione Cenacolo Felice Casorati in
Campidoglio, la personale dell’artista Cosimo Terlizzi.
Terlizzi è un giovane artista capace di rielaborare molteplici linguaggi, gli
strumenti utilizzati contemplano la fotografia, il video, sino alla messa in scena di
performance che disvelano temi profondamente connessi al linguaggio del corpo.
Il percorso espositivo di questa personale è costituito da una serie di ritratti
fotografici estremamente suggestivi il cui spirito viene elaborato dall'analisi di Andrea
Bruciati:
“Se solo il ritratto potesse parlare. Se solo quel ritratto potesse amare, come
infine amò – per intercessione di Venere – la splendida statua di donna che Pigmalione
si era costruito con le sue mani. Ma Venere da tanto tempo, ha cessato di esistere. E
fuori dalla letteratura, gli amanti non hanno più un dio.
Il richiamo ad un sentimento romantico, secondo una variante decadente,
investe con forza la ricerca di Cosimo Terlizzi. L'autore procede secondo un processo
dialettico tendente ad evidenziare le grandi antinomie, da quelle tipicamente teoretiche,
di contenuto, a quelle estetiche, di forma. Come in Schiller si postula in un'ideale grecità
la serena chiusura di ogni antinomia, così l'artista prova a disgelare in una astrattezza
polita e formalmente compiuta le contraddizioni interne al reale.
Tuttavia nel procedere
in tal modo, innesca un moto antinomico che porta il reale al suo congelamento,
pervenendo ad una condizione poetica di surrealtà. Una visione onirica che si fonda
sulla registrazione fedele e fredda dell'oggetto, pretesto per una lotta tutta psichica fra
autore e reale. Rimando all'inconscio, ad una valenza feticistica e peraltro sessuale dei
temi che vede muovere / estorcere secondo un afflato d'amore, l'autore medesimo.
L'artista è solo. La solitudine del resto, è la sua identità. Dunque Cosimo
compone, popola la sua fantasia, arreda di immagini le stanze vuote della sua attesa.
L'oggetto del suo amore è assente, e non potrebbe essere altrimenti. Oltretutto se fosse
vicino e presente l'artista non creerebbe, per cui, in un certo senso, lui deve essere
lontano. L'Arte, ovverosia la vocazione all'amore, lo esige. La fonte di questo impulso
alla scoperta artistica è dunque specificamente costituito dal rimpianto per una persona
assente. Il mito di fondazione dell'immagine assegna dunque ad essa una funzione
fortemente sostitutiva.
L'immagine riempie il vuoto lasciato da qualcuno che non c'è più:
e in questo funziona da vero e proprio sostituto della persona assente. Una immagine
'che val più del suo sembiante': ecco una buona definizione del ritratto dell'amante.
Sempre Ovidio ricorda: plus est, quam quod videatur, imago, cioè l'immagine val più di
ciò che sembra e, insieme, val più della sua capacità d'essere vista, del suo apparire.
L'autore è solo, e ora sul soffitto c'è come una bolla lieve che si gonfia, cresce, si
riempie di immagini fragili e luminose, un'animazione infinita di piccoli gesti piccoli. Tra
le dita, l'autore stringe sempre i ritratti dell'amante”.
Andrea Bruciati
Opere in mostra:
Damien in ascensione - 35x50 - 2007 - “Damien in una cucina, seduto sul davanzale,
con due bicchieri d'acqua in mano, con gli occhi chiusi e bendati dai sotto bicchieri
bianchi, appoggia la testa al vassoio, che sembra aureola di un Santo”
Irena - 35x50 - 2007 - “donna di Belgrado,vestita d'ottocento, donna spettinata dal casco di motocicletta, donna antica e contemporanea, lo sguardo verso l'alto, come per cercare l'assente”.
Fratelli Fava - al tavolo - 35x50 - 2006 - “gemelli di Brescia, seduti al tavolo, sul tavolo una pietra a rappresentare il mondo ma anche loro, un unico corpo, riflettono e si dividono in amore e psiche, in spirito e fisicità”.
Fratelli Fava - in doccia - 35x50 - 2006 - “quattro piedi su una roccia, i fratelli Fava sono sul mondo, ma il mondo è troppo piccolo”.
Manoel - nudo - 35x50 - 2006 - “l'innocenza del bimbo, la nudità e la vergogna d'osservare, un bimbo festeggia il suo essere, ma l'uomo è pur sempre una bestia di consumo”.
Marco - frontale - 35X50 - 2005 - “si sfila la maglia bianca ed è come se si cancellasse i connotati, il busto si arrende e non vede”.
Marco - di lato - 35x50 - 2005 - “di lato col petto scoperto come per far vedere una sua verità, confrontata col tavolo bianco che è come una pagina bianca”.
http://cosimo.terlizzi.googlepages.com
Galleria Il Cenacolo Felice Casorati in Campidoglio
via Balme, 20 - Torino
Ingresso libero