Shirin Neshat è nata nel 1957 a Qazvin, in Iran. Vive e lavora a New York dal 1975, ma ha sempre mantenuto un forte legame col suo paese di origine. Con il suo lavoro, essenzialmente fotografico e video, affronta il tema della complessità , culturale e sociale di una società basata sulla separazione tra i generi.
Shirin Neshat è nata nel 1957 a Qazvin, in Iran. Vive e lavora a New York dal 1975, ma ha sempre
mantenuto un forte legame col suo paese di origine. Con il suo lavoro, essenzialmente fotografico e
video, affronta il tema della complessità , culturale e sociale di una società basata sulla separazione
tra i generi. Del ruolo femminile nella cultura islamica sonda le implicazioni politiche e psicologiche,
in un’indagine di ampio respiro capace di assumere un valore universale.
Nella sede milanese della Galleria Lia Rumma verrà presentata una serie di fotografie inedite, per la
prima volta a colori, scattate dall’artista durante le riprese del suo recente film, "Rapture", girato
in Marocco ad Essaouira. Neshat ha sempre considerato la fotografia come opera autonoma, il video non
essendone che un’estensione. La riduzione dei colori all’azzurro del cielo, all’oro della sabbia, al
nero dello chador corrisponde all’essenzialità delle inquadrature e rafforza l’impatto emotivo delle
foto, che assurgono a una qualità epica. In una trama poetica il cui esito è destinato a restare
misterioso e irrisolto, eludendo ogni particolare aneddotico, con un rigore che esclude sia la polemica
che la nostalgia e il fascino dell’esotico, Neshat giustappone foto di gruppi maschili e femminili per
raccontare la paradossale situazione delle donne in Iran, sottomesse al principio dell’harem ma
soggette, al pari dell’uomo, al dovere di imbracciare le armi in tempo di guerra. Sotto il velo di
queste donne si nasconde una femminilità che una forza primordiale rende invulnerabile. Una femminilitÃ
in cui si fondono il dolore della segregazione, l’orgoglio per le proprie radici culturali, una dignitÃ
silenziosa e una determinazione che permette loro, come in queste foto, di abbandonare senza esitazioni
la riva a bordo di una barca di legno, alla volta di mete ignote, in una sorta di ribellione silenziosa.
Grazie al suo sguardo, equidistante dalla cultura islamica di provenienza e da quella occidentale di
approdo, Shirin Neshat avverte la necessità di superare gli stereotipi e le semplificazioni attraverso i
quali gli occidentali riduttivamente interpretano la cultura musulmana e i suoi codici sociali e
religiosi. Shirin Neshat ha ricevuto il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia del 1999. Esposizioni
personali le sono state dedicate alla Serpentine Gallery, Londra (2000), alla Kunsthalle di Vienna
(2000), all’Art Institute di Chicago (1999). Sue opere sono state presentate, al The Carnegie
International Show, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh (1999), e al Site Santa Fe, Santa Fee, Mexico
(1999). Attualmente il video "Rapture", del 1999 è in mostra al P.S.1 Contemporary Art Center,
nell’ambito della manifestazione Greater New York, organizzata in collaborazione col MoMa, e un nuovo
film è in preparazione per la Whitney Biennal, Whitney Museum of American Art, New York (2000).
L’artista sarà presente la sera dell’inaugurazione.
3 aprile 2000, ore 19.30 Galleria Lia Rumma Milano, Via Solferino, 44
tel. 02-29000101, fax 02-29003805
La Galleria è aperta al pubblico dal martedì al sabato, dalle 11.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.30