Weber & Weber
Torino
via S. Tommaso, 7 (Primo piano)
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WEB
Elisa Nicolaci
dal 19/3/2007 al 4/9/2007

Segnalato da

Albert Weber



approfondimenti

Elisa Nicolaci



 
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19/3/2007

Elisa Nicolaci

Weber & Weber, Torino

Per realizzare le sue sculture, l'artista tende e cuce le sue stoffe intorno a grandi strutture metalliche cave e molto leggere di cui si avverte appena la presenza.


comunicato stampa

Corpi finti

Per realizzare le sue sculture, Elisa Nicolaci tende e cuce le sue stoffe intorno a grandi strutture metalliche cave e molto leggere di cui si avverte appena la presenza. Il criterio per la scelta dei tessuti sembra imprevedibile: si trovano cuciti insieme tessuti preziosi ed economici, naturali e sintetici, antichi e di fabbricazione attuale.

Nei tessuti scelti, dalle loro trame e dai loro decori, l’artista vede affacciarsi espressioni di una identità forte ed è così che raffigurando volti, occhi e bocche, intende mostrare, in un certo senso fissare le“somatizzazioni” di espressioni riconosciute nei tessuti stessi.L’identità forte di ogni tessuto rappresenta una qualità dell’esistenza stessa, vi sono tessuti che sanno di bosco, tessuti che sanno di memoria, che indicano la nostalgia, che indicano il tempo, che indicano il sangue, che indicano il mito…

Anche la tensione delle cuciture diventa elemento di drammatizzazione espressiva che contrasta con l’apparente retorica di alcuni, soggetti nei quali si rivisitano forme tradizionali di rappresentazione dell’uomo come il manichino, la statua, la bambola, nelle quali il valore si fissa nella esperienza della contemplazione. La figura quindi compare quasi sempre ma il riferimento non è immediatamente all’uomo.

Queste sculture sono a grandezza reale eppure escludono lo spazio del reale stesso tagliandolo fuori attraverso la nitidezza di colori saturi e decorazioni fittissime che vogliono marcare in modo quasi teatrale i contorni di un proprio spazio di finzione. L’occhio di chi guarda viene guidato in questo spazio passando da una visione frontale che l’artista quasi sempre concepisce come “porta” attraverso la quale condurre all’interno delle proprie narrazioni. L’artista vede la superficie di questi corpi come un palco, la scena vi si svolge, si sporge, per così dire, sull’ultima soglia (la pelle) che separa il palco dal pubblico: oltre questa soglia la maschera della scultura si ritrova poggiata sul volto degli spettatori , ed essi conoscono la misteriosa esistenza del simulacro.

Weber & Weber
Via S. Tommaso, 7 Torino
Ingresso libero

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