Libreria Internazionale Ulrico Hoepli
Arte in bianconero. Donnini ama i richiami vagamente surreali che talvolta evocano momenti ironici - il confronto, in una strada, fra i passanti e i manichini della vetrina davanti a cui si trovano - ma che spesso si velano di melanconia.
Arte in bianconero
Come ogni vero fotografo amante del bianconero, Fausto Donnini ama il paesaggio. E'
un esito inevitabile per chiunque abbia visto anche solo una volta nella vita di che
cosa sono stati capaci Ansel Adams ed Edward Weston che sapevano catturare la luce
per trasferirla in immagini di una bellezza spettacolare.
Ma, come ogni vero fotografo amante del bianconero, Fausto Donnini non ha mai
tentato di imitare i grandi del passato, semmai li ha studiati, li ha analizzati e
poi ha scelto la sua strada dove il paesaggio occupa sì un ruolo importante - e non
potrebbe essere altrimenti per un toscano davanti ai cui occhi si stendono visioni
di così grande fascino - ma non esclusivo. Lo dimostra questa mostra caratterizzata
da un ritmo che alterna l'attenzione ai particolari allo sguardo d'assieme, segue
l'andamento delle strade cittadine magari accompagnando il passo di una figura che
sembra incastonata sotto gli archi di Santa Maria Novella, si allarga nelle piazze
contornate dalle sagome scure degli alberi ma poi scende lentamente verso le valli e
le colline dove si alternano i campi coltivati in piacevoli geometrie.
Fausto Donnini ama i richiami vagamente surreali che talvolta evocano momenti
ironici - il confronto, in una strada, fra i passanti e i manichini della vetrina
davanti a cui si trovano - ma più spesso si velano di melanconia come nella
bellissima immagine di un deposito dove giacciono abbandonate delle statue che
sembrano gioire della lama di luce proveniente dall'esterno. Quando concentra
l'attenzione sui particolari, il fotografo toscano evoca la pietra
dell'abbeveratoio, il marmo della torre, il legno di una porta, il ferro del trapano
di un'officina, il sasso che un anonimo costruttore ha posato con geometrica
sapienza. Ma quando torna ai paesaggi, Donnini sa di poter evocare la poesia: la
trova nelle sagome di alberi che sembrano far capolino fra una collina e l'altra, la
trasferisce nello stupore che ci coglie davanti a una chiesa abbandonata dal tetto
scoperchiato, la fa trionfare infine nella fotografia di un lago. Qui tutto è
giocato sui temi dell'armonia con il gregge di pecore che sottolinea la curvatura
della riva e una nuvola alta nel cielo che non trova di meglio che rispecchiarsi su
quelle acque. Roberto Mutti
Inaugurazione lunedi 22 marzo ore 17.30
Libreria Internazionale Ulrico Hoepli
Reparto Arti Visive - Spazio Espositivo secondopiano
Via Hoepli 5 - Milano