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Rimini
Via Canini, 13

Marco Bernardi
dal 23/3/2007 al 13/4/2007
Inaugurazione ore 17.30
340 2407639
WEB
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Marco Bernardi



 
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23/3/2007

Marco Bernardi

C13 home gallery, Rimini

Come un'immagine. "I ritratti hanno, nei tagli delle inquadrature, nei colori espressivi, negli effetti di luce, un'attitudine narrativa, il lirismo denso dei racconti brevi o dei cortometraggi, come suggeriscono anche i titoli allusivi" Barbara Improta


comunicato stampa

Come un'immagine

La ragazza con la pelliccia ha l’aria altera e distante delle giovani dame nei ritratti quattrocenteschi, i lineamenti sottili e preziosi incorniciati dal morbido collo e lo sguardo altezzoso che nasconde però un’inquietudine tutta moderna, appena percepibile. Un altro volto di ragazza, tagliato dall’inquadratura troppo ravvicinata, sembra materializzarsi all’improvviso tra le luci della notte soltanto per mostrare un leonardesco, enigmatico sorriso che c’invita a svelare il suo mistero.

La pittura di Marco Bernardi, dalla sostanza pastosa che accarezza i volti con ombre colorate, dagli sfondi sommari e allusivi ad un mondo che scorre indifferente ai destini dei singoli, appare subito come un delicato, sottile strumento d’indagine introspettiva dell’animo femminile. L’attenzione del pittore-regista, il cui occhio scava nell’intimo di donne sconosciute, è tutta puntata sugli sguardi accesi, inquieti, interrogativi, rassegnati, delusi, annoiati ma anche distratti, estatici, preoccupati, assorti. Tutta una gamma di emozioni scorre lievemente su questi volti con un senso di sospensione che suscita in noi la curiosità di sapere chi sono e come vivono le misteriose donne al di fuori dei dipinti di Marco.

I suoi ritratti, infatti, hanno, nei tagli delle inquadrature, nei colori espressivi, negli effetti di luce, un’attitudine narrativa, il lirismo denso dei racconti brevi o, ancora meglio, dei cortometraggi, come suggeriscono anche i titoli allusivi – La risposta, Persa nella luce, Sarà come incontrarsi, Il momento sbagliato, Non ti guardai negli occhi, Credimi! – Tutto fa pensare che l’artista abbia incrociato nella metropolitana la ragazza con il capo chinato, assorta nella lettura durante il tragitto che la riporta a casa o conosciuto in discoteca la giovane donna dal vestito scollato che si morde le labbra, forse annoiata o delusa nelle sue aspettative per la serata.

Affascinato dalle donne, come Toulouse-Lautrec, sembra ammirarne la bellezza sensuale per poi rivelare sulla tela la loro natura più intima. Le donne di Lautrec finivano poi sui cartelloni pubblicitari, il loro fascino fatale e la loro sete disperata di vita venivano utilizzate per attirare l’attenzione su profumi e liquori; sin dall’inizio dell’era industriale, il potere di seduzione femminile veniva considerato uno strumento persuasivo potentissimo. Anche le misteriose creature di Marco Bernardi si rivelano essere parte del mondo fittizio della pubblicità, immagini estratte da ritagli di giornale, frammenti di reclame pubblicitarie. Sono fantasmi di modelle dalle pose accattivanti studiate per rendere più convincente il messaggio commerciale. Marco cerca di liberarle dalla pagina patinata delle riviste di moda in cui sono imprigionate decontestualizzandole, svincolando la loro presenza da quella del prodotto reclamizzato, riscattando il fascino massmediale dal suo potere commerciale.

Mentre plasma loro con i pennelli e con le dita l’elán vital e attinge ad una cultura storico-artistica lontana dall’estetica pubblicitaria, impercettibilmente egli s’impossessa degli strumenti di manipolazione subliminale della nostra percezione visiva ed estetica utilizzata dal mondo mediatico e ne distorce gl’intenti a suo piacimento. Per sottrarle dal cliché estetico della donna-oggetto, Bernardi evita volutamente di mostrarne i corpi per concentrarsi su primissimi piani che a volte non entrano nemmeno nell’inquadratura per far risaltare lo sguardo, fragile e malinconico, attraverso il quale esse implorano attenzione per la loro esistenza piuttosto che suscitare desiderio sessuale.

Al contrario alcune ragazze ritratte hanno un’aura quasi spirituale, moderne bellezze pre-raffaellite inondate di luce simbolista, dee surrealiste con grandi occhi mitici disegnati sul ventre o mistiche fanciulle dalla candida carnagione e dallo sguardo in estasi come le sante delle chiese barocche. Ma quello che rende davvero struggenti questi ritratti è la natura effimera e vulnerabile delle immagini. Come se, nonostante i colori accesi e le luci teatrali, queste donne possano scomparire da un momento all’altro, risucchiate dal mondo irreale da cui provengono e da cui non riescono mai a distaccarsi del tutto. Rimangono irraggiungibili, eteree, incorporee, vittime inconsapevoli di un’ideale di perfezione estetica che pretende il sacrificio della ‘vita’.

Per un bisogno di maggiore realtà delle sue eroine, l’artista ha iniziato a cercare nuovi volti ed espressioni nelle foto che a migliaia le persone lasciano su internet – mai per le strade, nella vita vera, come se Marco avesse bisogno di uno schermo che filtri la liquidità del reale e ne trattenga il nucleo compatto. Dal mondo virtuale, ormai ‘vero più del vero’, emergono le sue donne più intense, dotate di una vivacità e un’ansia di vita che davvero le accomuna alle donne verdi di Lautrec nelle espressioni, nei gesti, nei colori simbolici. Vedi, ad esempio, ‘Felicità in bottiglia’: la ragazza dai capelli rosso fuoco, con la bocca spalancata come a ingoiare la vita, i lineamenti stravolti, la bottiglia verde-assenzio, il colore acido dell’oblio. In ‘Adolescenza verde’, invece, il colore sottolinea l’aspra acerbità di un’età difficile, l’espressione attonita e spaurita, le mani tra i capelli esprimono icasticamente l’ansia di un futuro incerto e sconosciuto. Il profilo blu della malinconica ‘Notte della mia memoria’ evoca mille immagini dietro gli occhi socchiusi della diafana fanciulla assorta.

Seppur diverse tra loro tutte le magiche creature di Bernardi sembrano accomunate da una stessa ansia indefinita, da un uguale desiderio di non essere inghiottite nell’anonimato di un mondo veloce e distratto, dalla necessità di svelare il proprio segreto. In fondo sono tutte mosse da un intimo bisogno di essere guardate e di essere ‘viste’, comprese, accolte.
Barbara Improta

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