Centro Nazionale di Fotografia
Un racconto chiamato jazz. Una sequenza di immagini realizzate dal fotografo che, ripercorrendo origini e luoghi della musica nera, approda da New Orleans a New York.
Un racconto chiamato jazz
Nell’ambito della manifestazione “Padova Aprile Fotografia. Passaggi/Paesaggi” si inaugura venerdì 6 aprile 2007 alle ore 17.00, nella Galleria Sottopasso della Stua (Largo Europa), la mostra fotografica “Pino Ninfa. Un racconto chiamato jazz”.
La rassegna, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia e curata da Enrico Gusella, propone una sequenza di immagini realizzate dal fotografo che, ripercorrendo origini e luoghi della musica nera, approda da New Orleans a New York.
Il jazz non è solo un genere musicale, un tipo di ritmo sincopato, strumenti pizzicati e pianoforte, ma è anche una forma poetica dai contenuti espressivi ed emotivi di una comunità. Sono così gli scatti che immergono l’osservatore in una realtà dove non sempre tutto è bianco e nero; dove prevalgono spesso i grigi e dove si indaga nelle pieghe del reale per ricreare forme di un ambiente affascinante.
Secondo questa direzione, le immagini di Ninfa stimolano e incuriosiscono attraverso dettagli carichi di sonorità. Le foto in mostra riescono a liberare note in accordo con volti, gesti e scorci catturati lungo un viaggio. Un percorso disegnato come un pentagramma sul quale si abbozzano tonalità improvvisate e sorprendenti.
New Orleans, città della Louisiana e grande porto fluviale sul delta del Mississippi, si presenta vitale, una città in movimento con la musica pulsante nelle vene. Ci sono coppie che si esibiscono chi con sobrietà chi ostentando una sorta di rapimento, di trance, persone che battono le mani a tempo, riparandosi dal sole con cappelli, seduti o in piedi. Queste sono le foto di Pino Ninfa, un artista che ama il jazz e che, con intrepida passione, è riuscito a cucire in un unico spartito l’energia dalla quale è nata questa musica.
Gli scatti di Pino Ninfa sono un racconto tessuto per immagini, costruito con una visione narrativa; un vero e proprio viaggio. Il suo obiettivo cambia spesso inquadratura e angolazione per descrivere la musica, le persone che la creano e la fanno vivere, i loro spettatori, i luoghi dove il jazz risuona. Oggetti isolati dal loro contesto esprimono l’assenza o la presenza del musicista, disegnano paesaggi di ottone e di legno, di corde e metallo luccicante filtrati dal bianco e nero. Capitolo dopo capitolo, emozione dopo emozione, Pino Ninfa continua a scrivere il suo lunghissimo, appassionato ed appassionante romanzo.
Biografia
Pino Ninfa, sviluppa progetti sul territorio nazionale e internazionale legati allo spettacolo e al reportage: l’interesse per la musica e per il sociale hanno fondato il senso complessivo del suo lavoro fotografico. Cura inoltre seminari sulla pedagogia e l’insegnamento della fotografia. Con il comune di Monaco di Baviera ha documentato il progetto “Wohn Forum” (1991-1994) che si occupa del recupero di persone in difficoltà, concedendo loro nuovi spazi abitativi e possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro.
Dal 1994 collabora con Heineken Italia curando la documentazione di vari eventi musicali fra cui gli Heineken Jammin’ Festival e le edizioni di Umbria Jazz Summer e Winter. Nel 1995 ha vinto il primo premio del concorso “Le stagioni del Ritratto” organizzato dalla Kodak. Dal 1996 a oggi per il Polo Insieme Groane della Provincia di Milano, realizza un calendario su musica e spettacolo all’interno delle ville dell’hinterland milanese.
Nel 1998 la rivista ufficiale delle fotocamere “Leica” ha scelto i suoi lavori su musica e società. Nello stesso anno inizia la collaborazione con la struttura ospedaliera di Tradates sul progetto “Fotografia e Psichiatria” rivolto ai pazienti con disturbi mentali. Nel 1999 coopera con il Consolato Argentino e con l'editore Marcos & Marcos pubblicando il volume “Nerotango”.
Nel 2000 in collaborazione con Emergency realizza un reportage fotografico in Cambogia, documentando le attività del Centro chirurgico dell’ospedale di Battambang e la realtà dei campi minati del Nord del paese.
È tuttora fotografo ufficiale di vari festivals jazz in Italia , collaborando negli anni con tutti i maggiori festival.
Scelto da “Canon Italia” come fotografo per la musica jazz in Italia con una mostra nello spazio Arengario a Milano-
Per il suo modo di vedere il jazz, la Regione Marche nel 2001-02 e la brand della Lever Fabergé “DOVE” in collaborazione con Telefono Donna nel 2002 gli hanno commissionato le loro campagne pubblicitarie.
Per la Porsche realizza nel 2001 il reportage “Come un racconto chiamato jazz” un viaggio da New Orleans a New York sulle strade della musica e, nel 2003, “Cuba e le prime porsche” nel 2005 “libia e archeologia . Pubblica sulle maggiori testate, dal Corriere della Sera a Repubblica, oltre che su riviste di viaggi. Ha al suo attivo diverse copertine di dischi e di riviste musicali; ha esposto in molte città italiane ma anche estere.
Galleria Sottopasso della Stua
Largo Europa Padova
Ingresso libero