L'idea su cui si basa la mostra e' la proposta di quei lavori che l'artista fa quando non "lavora": schizzi, divagazioni giocolerie; tutto cio' che si fa per puro piacere, agio o svago. O anche cio' che si elabora come progetto dell'opera a venire (che e' sempre piu' vivo e fervido dell'opera finita, chiusa, aulica).
L'idea su cui si basa la mostra e' la proposta di quei lavori che
l'artista fa quando non "lavora": di quelle opere cioe' fragili, dalla forma
incostituita, inevoluta, magari anche immatura, che vengono realizzate prima
e fuori dell'alveo della produzione abituale, soprattutto fuori della
prigionia del mestiere e della pressione del mercato. Schizzi, divagazioni
giocolerie; tutto cio' che si fa per puro piacere, agio o svago. O anche cio'
che si elabora come progetto dell'opera a venire (che e' sempre piu' vivo e
fervido dell'opera finita, chiusa, aulica).
E' scontato che ci troviamo di fronte a un materiale assolutamente
eterogeneo, ma anche a un materiale incandescente come un tizzone sotto la
cenere. Esso infatti non ha nulla di ostentato, di preciso, di disciplinato,
ma sempre qualcosa di instabile, di imperfetto, se non addirittura di
sbagliato. Freud lo definirebbe un fatidico lapsus: un linguaggio che
invariabimente s'inceppa. Ma e' lo stesso Freud che ci dice anche che proprio
il lapsus apre varchi incredibili in quello che e' il mondo profondo,
nascosto, insondabile del soggetto.
E, allora, attraverso queste opere, che potrebbero dare l'idea di
rappresentare dei difetti di esistenza o dei sottili inganni, abbiamo la
possibilita' di venire a contatto con il mondo interiore, germinale
dell'artista, di cogliere i suoi tic, le sue manie più inconfessate e
inconfessabili, abbiamo l'opportunita' di indagare cip' che urge in fondo al
suo animo e che forse non arrivera' mai a costituirsi in modo compiuto.
Con questo non si vuol dire che in mostra ci saranno scarti,
cianfrusaglie, abbozzi, ma opere segrete, sconosciute, preziose: acquerelli
misteriosi, ceramiche inquiete, foto enigmatiche. E, il tutto, allestito in
modo da interagire con lo spazio e i mobili in esposizione che gia' lo
occupano.
Dunque, niente linguaggi organici, orientamenti preconfezionati, fili
conduttori da seguire: qui, se un esile filo esistera', sara' proprio quello
del "capriccio": dell'esposizione leggera, diffusa, mercuriale, dove ogni
immagine circolera' senza distinguersi, fissarsi, imporsi: sara' un luogo
pieno di incantamenti, finzioni, giochi di specchi: una stanza del delirio
visivo.
Artisti: D. Antolini - A. Boetti - B. Ceccobelli - G. Cuneaz - E. Degani -
G. Fioroni - S. Girardello - F. Hassan - G.Meloni - B. Niedermair - L.
Ontani - L. Raffaelli
Mostra e catalogo a cura di Luigi Meneghelli
6 luglio - 6 agosto. Ballarini Interni, Valgatara (Verona)
Inaugurazione: venerdì 6 luglio ore 18.30