"Argentina donde vas?" Nelle foto di Emanuele Mozzetti l'Argentina vive la tragica contraddizione della sua enorme potenziale ricchezza e della sua incapacita' di sfamare i suoi abitanti. "Napoli - Forcella Dentro e Fuori": foto di 20 alunni di 5a elementare a cura di Simona Filippini. Negli scatti di Alfredo D'Amato la vita quotidiana dei Cocalari rumeni, a cui tutto e' stato tolto, perfino la certezza di esistere. Nell'ambito di Fotografia - Festival Internazionale di Roma.
Nell'ambito di Fotografia - Festival Internazionale di Roma VI edizione
6 aprile - 29 aprile
Emanuele Mozzetti
Argentina donde vas?
A cura di Paolo Pellegrin
Produzione: Zoneattive
Terra di contraddizioni e di estremi, di emigrati e di speranze arrivate con loro, di grandi risorse umane e di enormi ricchezze di cui solo una minoranza beneficia.
La società argentina ha subìto in questi ultimi anni trasformazioni profonde: politiche economiche aggressive e privatizzazioni selvagge hanno creato un fenomeno di emarginazione di massa non solo dei settori più popolari ma anche della classe media di cui il paese andava orgoglioso,creando una frattura sempre piu' evidente nella societa' dove una gran parte della popolazione vive sotto la soglia di poverta'.
Un'intera generazione di giovani, figli di questi "nuovi poveri" è cresciuta senza poter usufruire di un sistema educativo un tempo molto avanzato e poi lasciato abbandonato, creando un baratro forse ancor piu' profondo.
A ciò si aggiunge il vuoto "generazionale" impossibile da colmare dei morti, gli scomparsi e gli esiliati a causa dell'ultima dittatura militare.
L'Argentina vive la tragica contraddizione della sua enorme potenziale ricchezza e della sua incapacità di sfamare i suoi abitanti.
Come scende la notte i segni del malessere emergono drammaticamente: un numero crescente di senzatetto e mendicanti invade i luoghi fino a poco prima frequentati per lo più dalle classi sociali non toccate,se non marginalmente,dalla crisi, due mondi paralleli che non si incrociano.
Un esercito di "cartoneros" lavora nelle strade delle citta', alla ricerca di cartone, vetro plastica, metalli e qualsiasi materiale che possa essere rivenduto e che e' l'unica forma di sostentamento di un sempre maggior numero di famiglie.
Una volta considerata la terra promessa,ora e' terra di emigrazione di giovani che non ritengono il paese in grado di garantirgli un futuro.
L'energia la vitalita' e la passione con la quale gli argentini vivono ogni evento della vita, che sia politico, sociale, sportivo o culturale allo stesso tempo rendono il paese una fonte di enorme fascino e lasciano spazio alla speranza.
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6 aprile - 3 giugno
All'esterno
Napoli - Forcella Dentro e Fuori
Bambini fotografi e macchinette usa e getta
A cura di Simona Filippini
Produzione: Zone Attive
In collaborazione con Arp e Metrophoto Roma
Progetto : Istituto Comprensivo Statale Ristori Napoli 34 e Simona Filippini
Ho affidato a 20 alunni di 5a elementare le macchinette usa e getta durante il laboratorio reciproco di fotografia dal titolo "Guardo la mia strada" che ho tenuto presso la scuola "Adelaide Ristori" di Forcella.
Ho chiesto loro di vedere il quartiere, la strada, la casa, la scuola e la famiglia.
Di volta in volta ho mostrato loro le immagini che avevano realizzato, le abbiamo commentate e ci siamo confrontati sulla "sorpresa" che sempre nel riguardarle proviamo, quasi mai le immagini corrispondono a ciò che abbiamo memorizzato, ci sono delle terribili delusioni, talvolta, ma è più raro, delle inaspettate gioie.
Tramonti e cortili, nonne e sorelline, giocattoli e quadri appesi ai muri, sorrisi e campanili, sporcizia e pulizia, cani, gatti e canarini..
Liberamente i bambini hanno realizzato, forse casualmente, immagini di sicuro interesse, alcune ricche di ironia, altre di sorprendente intimità, altre ancora di denuncia.
Simona Filippini
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6 aprile - 29 aprile
Alfredo D'Amato
Cocalari "Iron People"
A cura di Giuseppe Prode
Nel 1989, in Romania, in seguito alla rivolta che portò alla caduta del regime comunista, molte famiglie restarono senza casa. Da allora molta gente vive in modo assolutamente precario, nella periferie e zone limitrofe di Bucarest.
A Calea Vacaresti, nel sud-est, quattro famiglie, nel 1998, hanno costruito delle baracche, usando mattoni, cartoni e plastica, tra le rovine di una grande fabbrica metallurgica, in mezzo al bacino prosciugato di un lago artificiale, realizzato durante la dittatura di Ceausescu.
Calea Vacaresti era un luogo sicuro per nascondersi dalla polizia, che veniva comunque regolarmente ogni primavera a demolire le baracche per 'bonificare' la zona. La gente qui è tutta analfabeta e impossibilitata a trovare un lavoro perché la loro nascita non è mai stata registrata e quindi non hanno cittadinanza, non hanno diritti, di fatto 'non esistono'.
E, di conseguenza, il loro unico mezzo di sostentamento, la loro unica possibilità di trovare da campare, è di scavare il lago disseccato alla ricerca di pezzi di acciaio, rame e alluminio, da rivendere nei mercatini di roba vecchia o ai demolitori d'auto.
Durante l'inverno, con la temperatura che tocca tranquillamente i meno 20 gradi, è impossibile scavare il terreno congelato. Unica, estrema risorsa è il cercare qualcosa di commestibile o di vendibile tra i rifiuti, oltre a qualcosa di combustibile per cercare di sopravvivere ai freddi glaciali. Il fumo di gomma e plastica bruciata invade le baracche, creando un ambiente, se possibile, ancora meno salutare e vivibile.
Alfredo D'Amato, con queste sue immagini recenti, ci racconta la vita quotidiana di questa gente, a cui tutto è stato tolto, perfino l'identità personale, la certezza di esistere.
E il suo è veramente un racconto, non un reportage; una lirica per immagini, non una documentazione asettica e 'oggettiva'. Lo sguardo, l'inquadratura, il taglio, l'uso della luce, rispecchiano conoscenze approfondite di pittura e storia delle arti figurative, rimandano alla scuola fiamminga, a Vermeer, soprattutto, per il gioco sapientissimo dei contrasti tra ombra e luce. Tutto questo, però, non serve ad idealizzare la realtà, a trasfigurarne la durezza, a toglierla dal contesto, a renderla 'teorica' o peggio 'concettuale', anzi qui si traduce in un rafforzamento della conoscenza e della denuncia del fenomeno.
E questo aggiunge merito a merito.
Immagine: Alfredo D'Amato
Project Room - Villa Glori Facoltà di Architettura Valle Giulia
via Argentina 10, 00196, Roma
COME ARRIVARE:
Bus: 910 (Auditorium), 53 piazza Mancini; 217 viale XVII Olimpiade
Aperto: tutti i giorni, dalle 14.00 alle 20.00
Ingresso libero