Galleria Gagliardi - Stefano Gagliardi
Tetsuro Shimizu riesce sempre a mettersi in rapporto con una prospettiva di ricerca, continuando a credere e diffondere il valore della pittura nonostante un universo sempre piu' medializzato ed immateriale. Le opere di Shimizu vengono fuori dalla parete non sentendone piu' i vincoli, vogliono abitare lo spazio, guardare oltre il quadro, uno dei sogni dell'arte. Nella sua pittura, la composizione diventa un polo dialettico del segno-colore. Colori caldi rossi, gialli, verdi di alta energia psichica e visiva. (Valerio Deho').
Tetsuro Shimizu riesce sempre a mettersi in rapporto con una prospettiva di
ricerca, continuando a credere e diffondere il valore della pittura nonostante
un universo sempre più medializzato ed immateriale. Le opere di Shimizu vengono
fuori dalla parete non sentendone più i vincoli, vogliono abitare lo spazio,
guardare oltre il quadro, uno dei sogni dell'arte.
Nella sua pittura, la
composizione diventa un polo dialettico del segno-colore. Colori caldi rossi,
gialli, verdi di alta energia psichica e visiva.
Dalla scansione complessiva, dalla negazione della dimensionalità e, dagli
interstizi cercati da Tetsuro Shimizu, proprio la cromaticità , possiede una
forza attrattiva singolare.
Il colore assume il ruolo di campo magnetico dello
sguardo affiancandosi all'idea di pittura, come struttura portante dell'opera.
Il risultato è quello di rivelare le notevoli possibilità e i grandi spazi, che
gli artisti intelligenti sanno ancora trovare, per legare l'atto e il gesto del
dipingere a quello del pensare.
Tratto da testo critico di Valerio Dehò
Galleria Gagliardi
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